Gli Infedeli regia di Emmanuelle Bercot
CommediaFilm a episodi, aventi come tema comune l'infedeltà maschile.
Jean Dujardin e Gilles Lellouche, star del nuovo cinema francese (il primo è noto al grande pubblico per The Artist, il secondo è apparso nel recente Piccole bugie tra amici) hanno concepito l'idea di un film ad episodi che avesse come tema portante l'infedeltà dei maschi adulti in vari contesti. Ogni episodio è stato affidato ad un regista diverso, mentre i due attori stessi sono sempre presenti, alternativamente protagonisti dei vari episodi.
Se i due attori francesi sono un lasciapassare abbastanza sicuro verso il successo della pellicola, non si può dire che l'operazione sia molto riuscita: il tentativo di evitare stereotipi ed essere originali fallisce proprio in virtù del concept; la scelta di strutturare il film in tanti episodi infatti non permette di approfondirne nessuno, cosicché tutte le situazioni proposte siano in definitiva già viste, e ciò che conta è casomai il diverso stile registico con cui sono messe in scena. La sceneggiatura insomma è il punto debole del film, non perché le vicende narrate siano assurde o insensate, anzi: la volontà di non uscire da binari realistici rende il tutto poco originale e risaputo. Lo stesso concept di fondo è in realtà piuttosto debole, poiché la situazione rappresentata nei vari episodi è di fatto sempre la stessa: un uomo che tradisce la moglie. Poi le dinamiche variano un po', ma non c'è nulla che non si sia già visto. Ecco quindi i due compagni di scopate extraconiugali, l'uomo in carriera che se la fa con una studentessa, una coppia che si confessa tradimenti reciproci, una terapia di gruppo per "fedifraghi anonimi" (questo è forse l'episodio più originale, sebbene troppo macchiettistico per essere davvero divertente), ed un viaggio folle a Las Vegas che porterà scoperte inaspettate.
La cosa interessante del film è, come dicevo, l'alternanza degli stili e dei registri, dal comico puro alla commedia agrodolce al drammatico. A questo proposito posso segnalare i due episodi che ho preferito: "La domanda", una specie di seduta di coppia di sapore Allen-iano che inizia in modo leggero per poi proseguire su toni più cupi, caratterizzato dal ricorso sistematico ai primissimi piani e ad una fotografia che fa uso di luci soffuse per creare un ambiente intimo anche a livello mentale; "Lolita", l'episodio più esplicito a livello di immagini, in cui l'ossessione sessuale del maschio adulto rischia di avere conseguenze rovinose su di lui in primis. E' singolare che i più validi siano gli episodi più seri, mentre gli altri, più leggeri perché basati sull'affiatamento comico del duo e dei comprimari, scivola spesso negli stereotipi che vorrebbero evitare di rappresentare.
In conclusione si tratta di un film gradevole ma di certo accessorio, che vale più per il suo cast che per meriti tecnici o contenutistici.
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