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8/10

Arrugas regia di Ignacio Ferreras

Animazione
recensione di Maria Eleonora C.Mollard

Emilio, ex direttore di banca, allo stadio iniziale dell’Alzheimer viene ricoverato in uno studio geriatrico dove con l’aggravarsi della malattia riuscirà a stringere un forte legame con l'estroverso compagno di stanza Miguel.

Arrugas è il gioiello del cineasta spagnolo Ignacio Ferreras, premiato con due Goya, è stato presentato alla quattordicesima edizione del Future Film Festival nel 2012.

La toccante pellicola è la trasposizione del pluripremiato graphic novel di Paco Roca ( premio nazionale del Comic 2008).

Pur trattando temi non troppo maneggevoli come la vecchiaia, la solitudine e l’alzheimer, il merito di Ferreras sta nell'eleganza con cui espone la storia di un uomo apparentemente sano ed equilibrato sprofondare minuto dopo minuto nella malattia, in un vissuto quotidiano completamente spaccato tra un passato accogliente e un futuro spaventoso, il tutto orchestrato da un presente alienante costellato di personaggi superficialmente strambi.

Se Emilio inizialmente è l’uomo qualunque, con un vissuto comune a molte persone, e un orgoglio che lo porta a sopportare il proprio destino con fare gentile, dall’altra troviamo Miguel, la guida di Emilio, caustico, ribelle per natura e al contempo attento e pronto a mettere in guardia l’amico dal famigerato ultimo piano, il punto di non ritorno, dove sono relegati i casi perduti abbandonati a se stessi o alle cure di qualche spirito caritatevole che si occupi pazientemente di loro.

Se la permanenza di Emilio è l'inizio di una parabola discendente che lo porterà a dissociarsi quasi del tutto da se stesso e dagli altri, dall'altra per Miguel, un anziano smaliziato e pronto ad "esaudire" i desideri degli amici con piccole e grandi somme di denaro, si ritroverà a dover accettare la vecchiaia e la perdita della propria libertà con una nuova dignità appresa dal compagno di stanza.

Miguel a differenza degli altri degenti non ha ricordi a cui aggrapparsi per non cadere nello sconforto, solo un futuro sognato, sospirato a malapena, sfiorato durante l'ingenua e brevissima fuga che lo riporterà a dover deporre il cinismo in nome dell'amicizia e a farsi carico per la prima volta di molte responsabilità.

Arrugas è un racconto che si dirama su più livelli come suggerisce il titolo “rughe“, tutti i personaggi hanno subito spaccature fisiche e mentali, eventi traumatici come una malattia, la solitudine, la perdita di un amore, la lontananza dalla famiglia o la sua totale assenza.

Tra una cena insipida e tentennanti lezioni di attività fisica c’è chi ricorda una vita normale e serena come Emilio, chi crede di viaggiare perennemente sull'Orient Express ed infine qualcuno così disperato da farsi spazio tra i ricordi di qualcun'altro per non morire, impazzire si, senza cedere all’angoscia del tempo che avanza scandito da pasti fatti in totale solitudine.

Inutile dire come questo film si presenti sullo schermo per poco più di ottanta minuti con rara grazia e malinconia, senza cadere nel buonismo o nella retorica. Non c'è quel romanticismo commovente che si ritrova in un altro film che ha per tema la vecchiaia, Cupo tramonto di Leo McCarey, straziante ritratto di una fine accelerata da una prole egoista e dalle tanti morti sperimentate di fronte agli addii.

Nel film di Ignacio Ferreras non ci sono vittime ed aguzzini, i giovani di oggi, le famiglie dei pazienti a malapena abbozzati nella scena delle visite, non sono che un mero riflesso di un passato fin troppo fugace e di un futuro che per quanto cupo può essere salvato dall’amicizia e dall’umana gentilezza.

Dopo Roma e Milano questa preziosa pellicola troverà posto in diverse sale italiane da giugno e si spera venga accolto da più persone possibili nonostante la distribuzione centellinata.

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Alberto Longo alle 16:59 del 4 agosto 2013 ha scritto:

Bella recensione. E grazie: non conoscevo questo autore.

Devo recuperare la lacuna.

MariaEleonora, autore, alle 19:39 del 4 agosto 2013 ha scritto:

Grazie mille! Se t'interessa un altro valido film d'animazione, ti consiglio " le tableau " di Jean-François Laguionie