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8/10

La Locanda Della Felicita regia di Yimou Zhang

Commedia
recensione di Massimiliano Scordamaglia

Zhao, squattrinato, pasticcione e scapolo non piu' giovanissimo trova finalmente una fidanzata alla quale mente spudoratamente spacciandosi per ricco imprenditore.

La donna gli affidera' la figliastra per darle lavoro, immischiandolo in un vortice di menzogne e disavventure ma dando modo ai due di conoscersi e far nascere una bellissima amicizia.

Nonostante una crescita economica a due cifre, la Cina e’ sterminata, la Cina insegue se stessa, la Cina e’ un gigante dai piedi pesanti, la Cina e’ spaesata, la Cina e’ ancora innocente.

Guardo i film di un grande regista come Zhang Yimou e ritrovo quella genuina semplicita’ delle commedie del dopoguerra italiano, rivedo sguardi e ascolto parole non ancora schiacciate da chi ha strappato il cinema alla gente per farne una clava intellettualoide come e’ avvenuto purtroppo da noi.

Sono le persone il centro di queste storie, persone ritratte nell’ordinarieta’ del semplice vivere e non c’e’ epica in questo, non si vuole tratteggiare mitologici eroi il piu’ delle volte a combattere inesistenti mostri dell’epoca moderna eppure si assiste a minuscoli frammenti d’insignificante esistenza che rivelano splendore inaspettato e commovente.

Sono bellissimi i protagonisti di Zhang, bellissimi e puri, innocenza che deriva dall’inconsapevolezza dei loro gesti guidati solo dal buon senso e da uno spirito sano di sopravvivenza a volte fatto di piccoli inganni e bugie ma senza che un prossimo debba averne troppa rimessa.

Le donne, le donne hanno un posto speciale in questi racconti e penso tra le tante, a Wei Minzhi di "Non uno di meno" o alla storia Qiu Ju del film omonimo.

Donne fragili e sottili come giunchi di bambu’ ma come il bambu’ indistruttibili quando le vedi piegarsi, flettersi oltre il dolore ma quel dolore non e’ mai troppo grande per spezzarle e si rialzano, orgogliosamente protese verso il cielo, loro unico degno giaciglio.

Cosi’ e’ Wu Ying la protagonista, splendida nel suo vestitino rosso fiorato che vale ogni sorriso, tutta la speranza che va oltre la consapevolezza, oltre il destino avverso, oltre l’evidenza che nulla e’ come appare.

C’e’ da ringraziare Zhang Yimou per lei, per Zhao e gli amici tutti, per aver ricreato 30 anni e un oceano dopo il tenero "Angeli con la pistola" talmente ben congeniato che Frank Capra volle girarlo non una ma ben due volte.

Pellicola straordinaria, finalmente un neorealismo degno del suo nome, imperdibile.

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tramblogy alle 22:50 del 9 dicembre 2012 ha scritto:

Bellissimo, intimo, forse l ultimo prima dei kolossal...ma a me piacciono anche quelli di zhang