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7/10

Bulli e Pupe regia di Joseph L. Mankiewicz

Musicale
recensione di Gloria Paparella

Nathan, giocatore d’azzardo a New York, ha urgente bisogno di mille dollari per organizzare una partita di dadi. Fa quindi una scommessa con l’amico e collega Sky: questi dovrà sedurre Sarah Brown, giovane sergente dell’Esercito della Salvezza, e portarla a passare una serata all’Avana.

Le leggende di Hollywood Marlon Brando, Frank Sinatra, Jean Simmons e Vivian Blaine sono i protagonisti di questo sgargiante musical che aveva avuto grandissimo successo a Broadway nel 1932. Prodotto da Samuel Goldwyn per la cifra astronomica di un milione di dollari, il film rappresentò una sfida soprattutto per il regista Joseph L. Mankiewicz, il quale per la prima volta si cimentò in una commedia musicale, dal linguaggio letterario gergale e ricco di metafore. Per introdurre lo spettatore nella storia, egli crea una stilizzazione formale evidente già nella sequenza che apre il film, con la strada di cartone e le scenografie astratte volte a rappresentare il dinamismo di Time Square e della vita newyorkese. I due protagonisti maschili sono brillanti e divertenti nei rispettivi ruoli: Nathan (Frank Sinatra) è un giocatore d’azzardo perennemente in cerca di nuovi posti dove piazzare le sue bische clandestine ed è assillato dalla fidanzata Adelaide (Vivian Blaine) che da quattordici anni gli chiede di sposarla. Sky (Marlon Brando) è un gambler elegante e spaccone che scommette di riuscire a sedurre la rigidissima Sarah Brown (Jean Simmons), sergente dell’Esercito della Salvezza, finendo per innamorarsi di lei.

Il film ha la capacità di trasmettere un’energia dilagante sullo schermo, soprattutto grazie alle fantastiche coreografie di Michael Kidd e ad alcune delle canzoni rimaste indimenticabili, come il grande numero “Luck be a lady” e “A Woman in Love”, cantata in playback da Marlon Brando. Per bilanciare questa frenetica brillantezza, Mankiewicz utilizza dei dialoghi rilassati come rotture di un ritmo che altrimenti sarebbe eccessivamente confuso e agitato; in particolare, la storia d’amore che nasce tra Sky e Sarah è più emozionate e romantica rispetto alla relazione tra Nathan e Adelaide, coppia annoiata, già sposata prima ancora di esserlo. Sky è un uomo tutto d’un pezzo, sempre ricco di fascino; Sarah è una ragazza immatura e sognatrice, che si rifugia nella Bibbia per non cedere alle tentazioni. I due, appartenenti ad ambienti diversi, sono attratti l’uno dall’altra e desiderano entrare nel mondo del proprio partner: nella scena del locale cubano, la militante scontrosa dell’Esercito della Salvezza lascia il posto ad una donna sensuale che si abbandona all’amore. Ma quell’immagine di donna disinibita e provocante non corrisponde più alla proiezione di Sky che, turbato, si riallaccia il bottone della camicia.

Il climax si raggiunge quando Nathan, che ha organizzato la partita proprio nella Missione che è minacciata di chiusura, imbroglia le carte all’amico che, però, vince e riesce a salvare il lavoro della ragazza. L’happy-ending con il matrimonio delle due coppie in un’unica cerimonia implica un’inevitabile perdita di fascino e di pepe nella relazione tra Brando e la Simmons, che era stata invece seducente e ricca di desiderio fin dall’inizio.

A parte questo, Bulli e pupe è un musical ben riuscito e astutamente diretto da Joseph L. Mankiewicz, da ricordare soprattutto per aver visto due interpreti come Marlon Brando e Jean Simmons (vincitrice del Golden Globe nel 1956), lontani dal genere musicale, ballare e cantare perfettamente. Frank Sinatra, divertente e carismatico, è sempre una garanzia.

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