Paese Del Silenzio E Dell Oscurita regia di Werner Herzog

L’altezza di un artista la si desume anche dalla potenza delle sue prime opere e in questo Herzog si rivela un gigante.

Il regista e il documentarista, fusi indissolubilmente, sono le due anime mai in contrasto e sempre in accordo a guidare finzione e realta’, spingendo in una direzione o l’altra a seconda di quanto il Maestro si sia preposto.

Un giovane Herzog alle prese con un documentario sui sordo-ciechi e l’approccio al difficile argomento rivela tutta la cura e la stupefacente grazia di cui e’ dotato.

Non ci si abbandona al pietismo, non si cosparge di miele lo spettatore con musichette molli o facili lacrime.

Neppure per un momento, al contrario di infinite operazioni analoghe, si gioca sul senso di colpa di chi certi problemi non li ha, operazione questa che allontana e divide nel vero volto della discriminazione.

Herzog si limita a volgere lo sguardo nella giusta direzione senza forzature o effetti speciali, ascolta senza intervenire e tutta l’arte e’ nei particolari, nelle ombre, nelle pause.

Cosi’ facendo e solo in questo modo non e’ piu’ mancanza  di qualcosa ma l’esaltazione di cio’ che rimane, non assenza ma alternativa.

Una delle protagoniste non si rivolge mai agli spettatori dicendo "io sono diversa da voi" ma ripete gli altri suoi simili "sono cieca e sorda come te".

In fondo e’ questa la grande lezione, la grande differenza.

"Se una guerra mondiale scoppiasse adesso, non me ne accorgerei neppure"