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7/10

Gone Baby Gone regia di Ben Affleck

Poliziesco
recensione di Massimiliano Scordamaglia

Una bambina scompare e la situazione appare subito drammatica. La madre tossicodipendente e' confusa ma gli zii ingaggiano un detective per affiancare le ricerche della polizia.

Si giungera' ad una verita' molto diversa da quanto ci si poteva aspettare.

Non smentisco l’indole bastian contraria e di Affleck dopo il secondo film visto per primo, vedo il primo film per secondo, abitudine che talvolta rivela sorprese e per quanto due pellicole non siano sufficienti per giudicare un regista, diciamo che gia’ bastano per tracciare una retta.

Una bambina sparisce, madre tossica, zii apprensivi, la polizia brancola nel buio e un detective viene ingaggiato per dare alla speranza un po’ di respiro.

Tutto molto semplice, quasi classico ma la storia destera’ ben piu’ di una sorpresa avvicinandosi alla conclusione.     

Senza esitazione non nascondo che la regia mi e’ piaciuta piu’ del successivo "The Town" perche’ meno forzata, meno alla ricerca del fuoco d’artificio e per quanto siano pellicole con molti ingredienti in comune, qui si fondono mescolati con piu’ sapienza e se vi e’ forse maggiore inesperienza, trovo che la manina da filmmaker indipendente ben si accosti alla trama urbana, senza per questo apparire spaesata ed indecisa.

Sorprendono anzi i cambi di ritmo e stile che meglio si adattano al racconto e il polso fermissimo con gli attori, tutti cavalli di razza che con eleganza non sbagliano un passo ne’ un ostacolo.

La scelta del fratello come protagonista porterebbe a pensare a scelte familistiche ma gli Affleck non sono gli avvilenti e patetici Muccino bros. e Casey e’ l’attore giusto per creare il contrappunto di un antieroe dalla faccia pulita che sa trasformarsi nel piu’ marmoreo dei detective, un uomo che ha paura ed e’ eroe nel vincerla, un essere umano che ancora si domanda se sta facendo la cosa giusta.

Per il resto non voglio fare elenchi ma Ed Harris non lo vedevo cosi’ in forma dai tempi di "The rock", per quanto anche in "A history of violence" non era male.    

Lascio ultimo il soggetto e chi ha visto il film immaginera’ il perche’.

La storia c’e', anche troppo, certo tirata ma in fondo regge. 

Cio’ che non regge e’ l’impronta morale che si vuole imprimere.

Sbaglia Affleck a scaricare sullo spettatore la responsabilita’ di una scelta specie se ci si nasconde da vili, condannando qualcuno per poi dire che aveva ragione e premiando altri dandogli in seguito torto.

No, non sono d’accordo perche’ atteggiamenti come questi sono da politicante populista, da venditore disonesto, da mezzo uomo che abbassa la testa per nascondersi.

Non importa se il viscido "politicamente corretto" hollywoodiano impone regole e non-scelte perche’ se non puoi o non vuoi raccontare una storia a modo tuo, allora non la racconti, punto e basta.

Per cio’ che mi concerne vale il rabbioso, alcolico ma sincero disprezzo del detective Bressant:

"Devi decidere da che parte stare! E se molesti un bambino, se picchi un bambino allora non sei dalla mia parte e se mi vedi arrivare allora farai meglio a correre, perche io ti ammazzo!

Facile…"

Facile.

V Voti

Voto degli utenti: 7,8/10 in media su 4 voti.
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laga 8/10

C Commenti

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Peasyfloyd (ha votato 8 questo film) alle 12:06 del 12 maggio 2011 ha scritto:

un inaspettato filmone. Nonostante l'iniziale scetticismo Ben Affleck si è rivelato un ottimo regista. Speriamo che si dedichi a questo percorso mettendo in un angolo quello di attore