R Recensione

8/10

Super Size Me regia di Morgan Spurlock

Documentario
recensione di Elena Rimondo

Per un mese, Morgan Spurlock si è sottoposto a una dieta massacrante, consistente nel consumare tre pasti al giorno da McDonald’s. Tre medici hanno seguito Spurlock prima e durante l’esperimento, constatando gli effetti deleteri del cibo-spazzatura sull’organismo. Il tutto è documentato in Super Size Me, che fu candidato all’Oscar come miglior documentario nel 2005. 

Sembra impossibile, ma qualcuno ha provato a dimostrare che la colpa dell’aumento esponenziale di persone obese negli Stati Uniti è da attribuirsi ai McDonald’s e simili sparsi per il Paese. Questo qualcuno è Morgan Spurlock, e l’esperimento l’ha fatto nientemeno che sulla propria pelle. Protagonista, regista e produttore del suo film-documentario il cui titolo allude al menù pantagruelico proposto da McDonald’s, Spurlock si è sottoposto ad una dieta che farebbe inorridire qualsiasi nutrizionista. Per un mese intero, infatti, ha consumato colazione, pranzo e cena presso la celebre catena americana di fastfood; contemporaneamente, ha ridotto in maniera drastica l’attività fisica, spostandosi il più possibile in auto o in taxi, in modo da non superare quei 2500 passi al giorno dell’americano medio.

Prima della “terapia”, Spurlock ha contattato tre medici e una dietologa, concordi sul fatto che il loro paziente era perfettamente in salute. Inoltre, le analisi del sangue hanno mostrato come i suoi valori, compreso il colesterolo, fossero nella norma. Infine, gli specialisti hanno tentato di prevedere le conseguenze di un mese all’ingrasso presso McDonald’s: aumento del colesterolo e della massa grassa, ma niente di irrimediabile. Risultato? Spurlock ha quasi rischiato di rimetterci le penne e più volte, nel corso del mese, i medici hanno tentato di farlo desistere dall’esperimento. Spurlock, tuttavia, ha resistito e il risultato è un documentario agghiacciante sul mondo dei fastfood.

Ovviamente, l’influenza di Michael Moore e del suo stile tra il comico e l’indiavolato si sente fin dall’inizio, con la differenza che Spurlock risulta meno pedante e sembra meno malato di protagonismo, nonostante faccia egli stesso da cavia per i colossali beveroni e i micidiali panini di McDonald’s. Gran parte del film-documentario è dedicata alle testimonianze di inservienti di McDonald’s, persone comuni incontrate per strada, all’uscita dei fastfood o nei fastfood stessi (come Don Gorske, mangiatore record di Big Mac) e medici. In realtà, l’esperimento è più che altro un pretesto per un’inchiesta molto seria sui pericoli che si celano dietro le invitanti pubblicità dei fastfood e il simpatico clown di McDonald’s. Ad ogni aspetto è dedicato un capitolo, introdotto da immagini grottesche decisamente inquietanti che hanno come protagonisti proprio i colorati personaggi usati dalle catene di cibo-spazzatura per attirare i bambini. E sono proprio le strategie adoperate da McDonald’s e simili per attrarre i più piccoli il fulcro del documentario, che non tralascia un breve viaggio all’interno delle mense delle scuole, i cui menù sono quasi indistinguibili da quelli dei fastfood. Si scopre così che gli inservienti delle mense chiudono un occhio se gli studenti si portano da casa merendine ipercaloriche e lattine di bevande che contengono più zucchero di un libro di Nicholas Sparks. Tanto per darvi un’idea, in un mese di dieta alla McDonald’s, Spurlock ha assunto ben quindici chili di zucchero, il quale è contenuto non solo negli yogurt e nei dessert, ma anche nei cibi più insospettabili, compresi i panini e le insalate (sic).

L’unica pecca del documentario è l’eccessiva velocità, per cui risulta a volte difficile seguire il ritmo martellante con cui vengono elencate le malattie causate dall’obesità o il processo di fabbricazione delle Chicken McNuggets, ovvero le crocchette di pollo. D’altronde, le cose da dire sull’argomento devono essere state davvero tante. Così tante che pochi, dopo aver visto Super Size Me, se la sentirebbero di rimettere piede in un McDonald’s.

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Marco_Biasio (ha votato 7 questo film) alle 11:44 del 10 luglio 2015 ha scritto:

La cosa migliore del film, pur pregevole, sono gli extra. Ancora mi capita di sognarmi, la notte, dell'esperimento di decomposizione condotto su un hamburger di un baracchino di NY e su un McBurger, per non parlare delle patatine... Vabbè. Buon recupero e buona recensione.