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5/10

Goodnight Mommy regia di Veronika Franz, Severin Fiala

Thriller
recensione di Alessandro Giovannini

Una villa lussuosa spersa nella campagna austriaca. Due gemelli accolgono la madre, di ritorno dall'ospedale dove, a causa di un misterioso incidente, le hanno bendato il volto quasi completamente. Ma la donna sembra agire in modo violento ed autoritario, diverso dal solito. I ragazzini iniziano a sospettare che non si tratti della loro vera madre.

Il filone home invasion è uno dei più fiorenti del thriller/horror; unito alla presenza di due bambini gemelli - gli infanti in questo genere di film hanno sempre inquietanti caratteristiche - dovrebbe essere in grado di procurare emozioni forti. I salti sulla sedia non mancano in questo Goodnight Mommy, ed una certa atmosfera malata nemmeno. Il difetto della pellicola è semmai quello di arrivare un po' fuori tempo massimo con il suo concept chirurgico-splatter, a ben 5 anni di distanza dal discusso The Human Centipede di cui riprende molti, troppi elementi (sia di ambientazione che di sceneggiatura). Ho letto critiche entusiastiche di questo film da parte di alcuni giornalisti presenti a Venezia: purtroppo hanno preso un abbaglio, come qualunque conoscitore del genere potrà confermare date le sue visioni pregresse. Non si tratta solo della poca oriiginalità, ma anche di un dubbio lavoro di scrittura che permette senza sforzi di indovinare il colpo di scena finale dopo circa mezz'ora di film, con una facilità che gli smaliziati horror fans troveranno probabilmente frustrante.

E' un peccato dato che la ricerca di stile e di suspence da parte della coppia di registi è evidente, e riesce ad imbastire scene efficaci e dotate della giusta dose di cattiveria, specie nella seconda metà del film. Il fatto che la donna non possa esporsi alla luce del sole (ribaltando l'assunto di The Others dove erano i figli a non poter vederne la luce) permette a Veronika Franz (giornalista che ha lavorato alla scrittura di film assieme a Ulrich Seidl, produttore di questo) e Severin Fiala (filmmaker emergente) di giocare con gli ambienti minimalisti dell'interno della modernissima villa, in cui ad immacolate pareti bianche subentrano ombrosi anfratti e luci a scacchi filtranti dalle tende a rullo. Non mancano tocchi sadici come violenze sugli animali e torture corporali. Ma l'inferno è soprattuto psicologico ed è proprio qui che il film cade, come già detto svelandoci troppo presto la soluzione dell'enigma. Un vero peccato perchè in film del genere questo è uno degli elementi chiave e venuto meno questo viene meno anche il consiglio di visione.

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