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7/10

Devil regia di John Erick Dowdle

Horror
recensione di Carlo Affatigato

Cinque sconosciuti si ritrovano bloccati all'interno di un ascensore. A rendere ancora peggiore questa sgradevole situazione, il lento ma inesorabile succedersi di eventi inquietanti e misteriosi. Perché uno dei cinque è il Diavolo. Chi?

Partiamo con la cosa più importante: Devil non va visto con la pretesa che sia un film di livello superiore. E' un tranello in cui è facile cascare, è vero, perché la mente che ci sta dietro è quella di M. Night Shyamalan, che con questa pellicola dà inizio alla trilogia "The Night Cronicles", e perché in cabina di regia ci sono i fratelli Dowdle, già fattisi notare per Quarantena. Ma entrare in sala con l'aspettativa di star per assistere ad un film di grande impatto psicologico o emotivo è un errore che verrebbe ripagato da una probabile delusione.

La demolizione di ogni attesa predispone ad accogliere ogni buona nuova lungo il tragitto come una piacevole sorpresa. Perché, veniamo al dunque, di elementi interessanti Devil ne ha più di uno. In primis, una scena d'apertura dal buon effetto visivo, con la rappresentazione di un mondo capovolto, in cui "tutto va (è) storto", uno dei temi conduttori del film. Interessante anche la graduale rivelazione del carattere dei personaggi, che si svelano a noi allo stesso modo in cui li scopre il detective Bowden (Chris Messina), con cui spesso lo spettatore condivide prospettiva visiva e conoscenza di fatti e intenzioni. Questa astuta idea, ben realizzata sullo schermo, ha anche l'effetto di coinvolgerci nel divertente gioco dello scoprire chi dei 5 individui chiusi nell'ascensore è il diavolo, con i sospetti che vengono continuamente alimentati per poi essere smentiti.

Un film più di suspence, che un vero e proprio horror. Le scene cruente avvengono quasi sempre nel buio, o comunque fuori dal campo visivo dello spettatore, come il buon Haneke insegnò con Funny Games. Lo svolgimento della trama ci conduce in una continua attesa verso il prossimo avvenimento, e l'alternanza degli eventi è riempita dall'interessante evolversi delle relazioni tra i personaggi: la paura iniziale cede rapidamente il posto ad una ragnatela di sospetti, odi, accanimenti, violenze. La metamorfosi dei rapporti umani è accelerata dallo spazio isolato e ristretto e dalla situazione ad alto tasso di stress, una combinazione che spesso ricorda la vicenda di The Experiment di Hirschbiegel, e i reali meccanismi psicologici che entrano in gioco.

E poi, per chi le ama, c'è tutta una serie di riflessioni filosofiche, esistenziali e religiose a portata di mano, costantemente alimentate dal commento fuori campo della guardia Ramirez (Jacob Vargas). La figura del diavolo sembra esser dipinta non come un essere maligno fuori controllo e senza regole, ma come emblema della punizione divina ai peccati dell'uomo, quasi fosse il volto severo e duro della giustizia suprema. E' dunque un'entità comunque guidata dal braccio di Dio? Se di fronte ad un sincero pentimento o ad un perdono sentito è obbligato (da chi?) a tirarsi indietro, sono quindi i nostri peccati ad attirarlo? L'essere umano, di base, ha un'indole buona o cattiva? Come si collocano nel puzzle le meccaniche della tentazione? Ci sarà sempre data la possibilità di tornare nella giusta strada? Chi decide quando il tempo del pentimento è terminato? Come ci si difende dal cinismo che si acquisisce nell'assistere alla sofferenza delle persone amate? Gli spunti sono più che abbastanza per essere un semplice horror, soprattutto per chi è particolarmente fertile a certi temi.

Con questo non voglio convincervi che Devil sia un gran film: non lo è. Al contrario, è importante che lo affrontiate come un semplice, mediocre horror movie: ne apprezzerete di gusto gli elementi inaspettati.

V Voti

Voto degli utenti: 6/10 in media su 1 voto.
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