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5/10

Among Us regia di Marco van Geffen

Drammatico
recensione di Alessandro Giovannini

Ewa, timida ragazza polacca in cerca di lavoro, si trasferisce come babysitter in Olanda in casa di una coppia medioborghese. La solitudine della ragazza, unita alla sua introversione quasi patologica, la isola da tutto e tutti, con l'eccezione di una coetanea e compatriota che svolge la sua stessa attività per conto di un facoltoso uomo d'affari. La situazione degenera quando Ewa inizia a sospettare di conoscere l'identità di un serial killer che da qualche tempo sta mietendo vittime nella cittadina.

Thriller raffreddato (come i colori della fotografia ombrosa di Ton Peeters), Among Us è un dramma travestito da giallo, in cui la tensione, lungi dall'esser provocata dall'aspetto criminoso della vicenda (che in realtà passa in secondo piano), è invece serpeggiante nei tesi rapporti fra Ewa e la famiglia per cui lavora; per la maggior parte del tempo infatti si ha la sensazione che la ragazza nasconda qualcosa di losco, e solo successivamente si capiscono le reali motivazioni di un comportamento così ingiustificabilmente ermetico; l'ottima recitazione della protagonista acuisce il senso di disagio provato durante il film, ed accentuato dalla mancanza di musica e di personaggi simpatici. Galleggiando in un'atmosfera lugubre, a dispetto della pulizia e praticità tecnologica delle abitazioni e degli ambienti geometricamente organizzati degli esterni e degli interni (quasi a rispecchiare una certa ottusità mentale degli olandesi, dipinti come xenofobi ed ostili a tutto ciò che è esterno a loro), il film mette in scena una stasi fisica che fa da contraltare ad un tumulto interiore della protagonista, angosciata da un atroce presentimento ed insieme sconfitta dalla sua stessa fragilità, incapace di prendere iniziative e condannata a vivere nella paura. Se tale passività può infastidire lo spettatore, alle prese per di più con una narrazione lenta e contorta (salti avanti e indietro nel tempo; scene riprese da punti di vista diversi che svelano aspetti prima nascosti della narrazione), l'abilità registica nel tenere le fila di una pellicola narrativamente intricata e nel descrivere lucidamente la fragilità di un personalità debole ed insicura è senza dubbio da tenere in considerazione. Meno incisiva la sceneggiatura, molto scarna in verità, e qualche incertezza nel ritmo di montaggio che finisce per rendere noiose alcune sequenze. Among Us è in definitiva un dramma sui generis, che può essere apprezzato per il suo rigore stilistico, ma le cui tematiche (xenofobia, immigrazione, rapporto con il diverso) rimangono un po' troppo sullo sfondo, poco approfondite.

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