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8/10

Paradies: Glaube (Paradise: Faith) regia di Ulrich Seidl

Drammatico
recensione di Nicolò Barabino

Annamaria è una donna austriaca, tecnico radiologo, con una smisurata fede cattolica. Il suo amore smisurato verso la figura di Gesù Cristo e la Madonna la porta a trascorre le ferie in città, girando di casa in casa e cercando di avvicinare più persone possibili alla sua fede. Dona statuette rappresentanti la Santa Vergine, cerca di redimere una giovane alcolizzata e, in casa propria, chiede perdono per i suoi peccati flagellandosi e indossando il cilicio. La sua vita arriva ad una svolta quando fa ritorno a casa suo marito, un egiziano musulmano sulla sedia a rotelle, decisamente ostile allo stile di vita della moglie.

Il regista austriaco Ulrich Seidl, col secondo capitolo della sua trilogia incentrata sulla ricerca della felicità, ci presenta un aspetto della fede che nessuno prima di lui aveva ancora esplorato: quello del fanatismo estremo legato alla fede cattolica. E naturalmente lo fa in modo del tutto estremo. Lo spettatore più ortodosso sicuramente si vedrà urtato, in alcuni casi violentato nel vedere certe immagini del film (una su tutte la scena in cui la protagonista si masturba utilizzando il crocifisso). Per fare ciò Seidl utilizza delle scelte registiche di forte impianto estetico: gran parte del film è composta da lunghe inquadrature fisse, ognuna delle quali sembra studiata a tavolino e caratterizzata da una fotografia impeccabile.

Naturalmente gli spunti d'analisi per un film che affronta una tematica del genere sono numerosi. A partire dal rapporto/scontro tra fede e ateismo (rappresentato da una coppia non sposata); quello dell'amore, spirituale da una parte e contrapposto a quello carnale o ancora la critica di una certa parte della società austriaca troppo nazionalista e poco tollerante nei confronti del diverso. E i quesiti che ci presenta sono altrettanto numerosi e universali: cos'è la fede? perché crediamo? chi è Dio? ma soprattutto: chi predica la fede con tanto fervore è davvero migliore degli altri? Tutti questi argomenti, uniti dalla crudezza delle immagini hanno ritrovato pareri contrastanti durante la sua proiezione alla Mostra del Cinema di Venezia del 2012, dove è stato presentato in concorso.

Un' ulteriore nota di merito va fatta agli attori e alla loro recitazione.

Paradies: Glaude risulta essere comunque un grande film, del quale va per lo meno apprezzato il coraggio, sia per le tematiche affrontate che per le scelte tecniche di regia adoperate. Forse l’uinica critica che si può fare al regista è quella di una crudezza a tratti troppo esibita e fine a se stessa.

 

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