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7/10

The Iceman regia di Ariel Vromen

Drammatico
recensione di Nicolò Barabino

Tratto da una storia vera. Richard Kuklinski è un americano di origini polacche che per tirare avanti lavora in un piccolo e triste laboratorio video dove copia pellicole pornografiche destinate alla distribuzione. Segni particolari?: mani grandi e carattere glaciale, tanto freddo quanto la sua terra d’origine. Richard non mostra sentimenti, non si smuove neppure quando gli si punta una pistola in faccia. Questo viene subito notato da un boss della mala locale che subito lo assume come sicario, compito che lui esegue senza troppi ripensamenti. Grazie al suo nuovo “lavoro” Kuklinski inizia a guadagnare denaro e il suo soprannome, The Iceman appunto, comincia a campeggiare sulle pagine dei giornali. Le cose si complicano quando viene fatto fuori dal giro e decide di mettersi in “proprio” e contro il suo vecchio boss.

Il regista israeliano Ariel Vromen, già noto al pubblico col precedente Danika, prende in mano e rilegge la biografia di uno dei più famosi killer su commissione americani (lui stesso dichiarò di aver ucciso circa 250 persone tra il 1948 e il 1986). Gli elementi sono quelli del gangster movie moderno: partendo da una situazione sociale difficile il protagonista conosce la ricchezza grazie alla malavita, lasciandosi travolgere dalla sete di denaro e ritrovandosi alla fine sopraffatto.

The Iceman potrebbe così sembrare un film già visto e poco originale. Questo è in parte vero, ma vi sono al suo interno alcuni elementi che lo rendono accattivante e valido. La psicologia dei personaggi principali è ben strutturata e coerente con la storia che si narra. Su tutti quella di Kuklinski e il suo rapporto con la famiglia.

Dal punto di vista tecnico vale la pena citare il lavoro sulla regia, praticamente impeccabile, e il lavoro sul sonoro, usato per mettere l’accento sulle sequenze più tese del film.

Risulta indispensabile soffermarsi sull’interpretazione del grande Michael Shannon che, dopo la nomination all’Oscar per il suo ruolo in Revolutionary Road, dimostra di essere uno dei migliori attori sulla piazza. Il resto del cast non è comunque da meno, su tutti Winona Ryder, nei panni di una moglie forse un po’ ingenua, e Ray Lotta, in quelli del boss mafioso.

Il film è stato presentato, fuori concorso, alla 69° Mostra del Cinema di Venezia.

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