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6/10

Sacro e Profano regia di Madonna

Romantico
recensione di Federico Sargatti

A.K. (Eugene Hutz) è un musicista costretto a soddisfare i fantasmi sadomaso dei suoi clienti per poter finanziare le prove del suo gruppo punk-gitano. Juliette (Vicky McClure) lavora in farmacia ma sogna di fare la volontaria in Africa. Holly (Holly Weston) è una ballerina classica che, per pagare l'affitto, inizia una carriera inaspettatamente brillante come lap dancer. Attorno a loro una Londra colorata, multietnica, abitata da personaggi folkloristici. Un film eccentrico, ironico, che racconta storie uniche e universali attraverso la vita quotidiana - buffa, a volte tragica, ma sempre terribilmente autentica - dei suoi protagonisti.

Quando ho saputo che Madonna ha esordito alla regia cinematografica stavo per mettermi le mani nei capelli… non bastavano le scempiaggini musicali. Ora pure al cinema ce la dovevano propinare… Poi le critiche positive spingono ad una certa curiosità verso un film che a conti fatti appare prezioso oro colato rispetto alle previsioni. Sorprendente soprattutto la capacità con cui Madonna “osa” dietro la macchina da presa, alternando inquadrature e stili azzardati per un’esordiente inesperta.

Sulla scelta del soggetto invece ci si poteva aspettare due cose: o un tema patinato (“pop” per l’appunto, per non dire radical-chic) e commerciale da due soldi, o qualcosa di provocatorio e “choccante”, nello stile degli esordi anticonformisti di inizio carriera (primi ‘80s) dell’artista. Fortunatamente la strada scelta è stata la seconda, andando a ragionare in maniera intrigante sul sacro e profano, per l’appunto, dove il sacro è la convenzionalità borghese (famiglia, buone maniere, apparenza, pulizia, rispetto e tolleranza) mentre il profano è tutto ciò che va a colpire nel profondo inconscio individuale, animalesco, rozzo, perverso e viscido.

Quando uno sta per tutta la vita all’inferno prima di morire vuole finire in paradiso. Quando uno sta per tutta la vita in paradiso prima di morire vuole sporcarsi un po’ all’inferno." Pressappoco questo il tema portante di tutto il film, ben enunciato da Eugene Hutz (sì proprio quello dei Gogol Bordello, qui scelta azzeccatissima per fare da narratore interno e collante diretto con il pubblico) durante uno dei suoi monologhi rivolti in prima persona al pubblico.

Hutz rappresenta senz’altro il valore aggiunto all’opera, con la sua genuinità zingara, vitalità selvaggia ma sempre umana e sensibile. Di fatto appare il modello ideale di vita propugnato da Madonna: un uomo che non si scandalizza, sa scherzare più o meno volgarmente e sa divertirsi con un lavoro piuttosto “particolare” che permette all’uomo comune di soddisfare le sue voglie più represse dietro lauto pagamento (niente di sessuale per carità!).

Uno che vive insomma perennemente sul baratro, tra espedienti vari che lo portano a stare più dalla parte dell’inferno che da quella del paradiso, ma che proprio per questo motivo, in collegamento a quanto detto sopra, nel finale diventerà il maggiore pretendente del paradiso, aiutando un vecchio vicino di casa cieco in crisi esistenziale e trovando finalmente il coraggio di lasciarsi andare a sentimenti amorosi purissimi.

Forse in effetti c’è un pò paraculaggine in tutto ciò, come a tratti confermano le altre vicende raccontate a spezzoni nel film: dalla commessa della farmacia che dopo essersi impasticcata quotidianamente per anni parte per l’Africa a fare volontariato, alla ballerina di teatro che si concede seratine di striptease per racimolare due soldini in più. Tra litigi, nevrosi e difficoltà varie il finale è fin troppo zuccheroso, tutto teso a un lieto fine generale che forza quel paradiso di cui sopra. L’impressione che ci sia in effetti molta paraculaggine allora è davvero troppo forte da cancellare. Ma allo stesso tempo si continua a pensare che difficilmente ci si aspettava tanto. E allora va bene così, ringraziamo quel poco che ci viene concesso e torneremo a lamentarci la prossima volta.

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Voto degli utenti: 6,3/10 in media su 3 voti.
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superPOP girl (ha votato 7 questo film) alle 23:38 del 13 novembre 2009 ha scritto:

peccato...

gli manca un pò di sale, me le intenzioni sono buone.