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8/10

Arizona Dream regia di Emir Kusturica

Commedia
recensione di Monia Raffi

Axel Blackmar (Johnny Depp), tenero, innocente, malinconico e buffo è un ragazzo che, dopo la morte dei genitori, si è trasferito a New York dove lavora al dipartimento per la pesca e la caccia. In occasione del matrimonio di suo zio Leo (Jerry Lewis), Axel torna in Arizona per fare da testimone alle nozze, inizialmente ansioso di ritornare a New York, il ragazzo cambia idea nel momento in cui incontra Elaine (Faye Dunaway), una stravagante vedova che ha ucciso suo marito e che vive con la giovane e nevrotica figlia Grace (Lili Taylor). Axel si trova diviso tra i diversi desideri di Leo, che sogna di arrampicarsi sulla Luna su una montagna di Cadillac, di Elaine, che desidera volare e di Grace che vorrebbe reincarnarsi in una tartaruga. Mentre il suo sogno è quello di vivere in Alaska, dove un esquimese riesce a pescare un halibut per la sua famiglia. Ma affinché alcuni sogni sopravvivano, altri sono costretti a morire.

 

Arizona Dream è un film ridondante, surreale nell’immagine e dadaista nello spirito. Axel (Johnny Depp) è ancora giovane ma è già disilluso dalla vita, al contrario di Paul, un’ esilarante Vincent Gallo che veste i panni di un aspirante attore. I due da New York torneranno in Arizona in occasione del matrimonio di Leo (un Jerry Lewis di rosa vestito), zio di Axel, che vuole insegnare al giovane nipote le regole di una vita di successo. Axel non ritornerà a New York, s’innamorerà di Eveline (Faye Dunaway) una bellissima, ma non più giovane, vedova e rimarrà a vivere con lei e la figliastra Grace (Lili Taylor); Grace è forse il personaggio più riuscito del film: una grande espressività, la faccia spesso imbronciata e uno spirito che oscilla dalla gioia di vivere al macabro senso della morte che la porta ad escogitare bizzarri tentativi di suicidio.

Il ritratto ne delinea una figura particolare e favolosamente grottesca.

Il film si staglia come un collage di situazioni strambe che non seguono mai la strada della realtà, e alle volte, proprio nel momento in cui si assapora il gusto della logicità, ecco che si ricade nell’assurdo più completo. Flusso di pensieri e flusso d’immagini si mescolano. Pesci che volano nel cielo, tartarughe che si moltiplicano e un’ambulanza che volando nella luna e ci riporta indietro ai sogni di Méliès.

Un film caotico, eccessivo, volutamente assurdo, che si trasforma in un inno alla follia, alla vita vissuta come un lungo sogno e con quello spirito bambinesco che dondola tra picchi di estrema felicità e disillusione. Eveline, Axel e Grace vivono in un mondo tutto loro, la casa in mezzo al deserto sembra una casetta sull’albero, un mondo a parte come quelli che costruivamo da bambini. Vivono chiusi in questo mondo lontanissimo dalla realtà. 

Axel ed Eveline condividono anche il sogno di poter volare su un velivolo senza motore. Questo desiderio nella sua interpretazione simbolica contiene anche il leitmotiv del film: il volo ha sempre rappresentato l’aspirazione dell’uomo alla libertà, soprattutto intesa come libertà interiore. Ed Eveline riuscirà anche a volare regalando un momento fantastico: Axel e Grace dall’alto del tetto della casa, assistono alla farsa d’Intrigo Internazionale con un formidabile Vincent Gallo che scimmiotta Cary Grant in una delle scene più famose della storia del cinema.

La fotografia e la colonna sonora sono eccezionali e indispensabili alla riuscita di quest’ atmosfera vagamente onirica. I paesaggi immensi del deserto naturalmente selvaggi perdono l’ aspetto del reale, il cielo si colora di un azzurro denso che si contrappone all’ oro della terra e ricorda in alcune inquadrature le tinte forti dei quadri di Dalì. La colonna sonora di Goran Bregović è del tutto coinvolgente, i ritmi tzigani entrano ed escono dalla scena e si mescolano alla voce roca di Iggy Pop. La è musica spesso interna al campo proviene dalla fisarmonica suonata da Grace e da un gruppo di mariachi, sempre presente nelle scene peculiari del film. Una musica necessaria che riesce a rispecchiare il ritmo della rappresentazione e la musicalità stessa delle immagini.

Arizona Dream è un film fantastico, irrazionale, un viaggio alla scoperta di sé e di un’America diversa o di un’America sognata.

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alexmn 7/10

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