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4/10

St. Trinian s regia di Oliver Parker

Commedia
recensione di Federico Sargatti

Il St. Trinian's, esclusivo collegio per giovani ragazze ricche, rischia di dover chiudere i battenti per bancarotta. A prendere in mano la situazione e muoversi per salvare l'istituto sarà  un gruppo di giovani e scatenate studentesse, grazie ad un sapiente mix di ingenuità , inventiva e insospettata saggezza.

L’estate porta con sé il vuoto cinematografico più assoluto, si sa, onde per cui ci si ritrova a commentare filmetti per teenager arrapati che nei torridi pomeriggi di luglio potranno consolare la propria solitudine fantasticando sulle tenute sexy delle ragazze dell’istituto St.Trinian’s. Ma noi per fortuna non ci siamo fatti abbagliare troppo dalle gonnelle e calze a rete, prima carta vincente giocata dal regista Oliver Parker e dal produttore Barnaby Thompson.  

La seconda carta era in effetti alla vigilia più intrigante e prometteva qualche scintilla: alludo al rapporto amoroso tra la direttrice dell’istituto, nient’altro che Rupert Everett nei panni di una vecchia svampita e goliardica indifferente ad ogni precetto d’autorità, e il ministro dell’istruzione britannico Colin Firth, spietato moralizzatore che punta il dito contro l’efferatezza del St.Trinian’s.  

In realtà a parte qualche piccola gag un po’ accattivante il gioco non decolla e i momenti migliori del film vengono fuori dall’incantevole ritratto iniziale dell’istituto e delle alunne, presentate mirabilmente con garbo, ironia e un modo di fare comicità che ricorda non poco il cinema comico dei Zucker. Peccato che questa interessante possibilità sia smorzata sul nascere e non trovi il giusto seguito che avrebbe meritato.  

Ci si va invece a impallare nel classico racconto di formazione per ragazzi in cui dopo l’impatto traumatico tra protagonista e gruppo coeso (le ragazze dell’istituto, divise in gerarchie e gruppi ben definiti) si ha la conciliazione-incontro per far fronte ad un nemico comune (il ministro Geoffrey Thwaites di cui sopra) su cui alla fine si avrà la meglio, salvando capra e cavoli.  

Tutto è bene quel che finisce bene, la protagonista Annabelle (Talulah Riley) da brutto anatroccolo diventa prosasticamente una gran topa e riesce nell’intento di vendicarsi dell’egocentrico padre Carnaby (impersonato dal poliedrico Everett, probabilmente l’unica nota lieta del film). Cosa volete di più? Magari un pizzico di sceneggiatura? Ci bastavano anche due tette al vento in più al limite. Forse ne sarebbe uscito un punto più di merito!

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