Il Paradiso degli Orchi regia di Nicolas Bary

Segnaliamo di avere finalmente il piacere di goderci su schermo la fantasia creativa dello scrittore francese Daniel Pennac con la trasposizione cinematografica del primo capitolo della saga Malaussène, affidata alla regia del giovane Nicolas Bary ma i lettori dovranno essere messi in guardia: il film non saprà regalare quello che su carta è la cifra distintiva di queste narrazioni. La storia sacrificata dagli elementi bizzarri e visionari sembrerà ridotta a favoletta senza sapore e senza morale. La vicenda trova ambientazione ai Grandi Magazzini di Parigi che rimangono coi loro colori e con la loro moltitudine di facce e di oggetti l'elemento più spettacolare. Tra i piani alti, da dove il nuovo dirigente del negozio domina e controlla l'andirivieni dei compratori, e i piani bassi, dove si nasconde il più vecchio e affezionato dei dipendenti (Emir Kusturica), sta l'ufficio reclami col suo capro espiatorio. E' proprio il nostro protagonista che ha l'onere o l'onore di questa curiosa mansione che sebbene abbia origini antiche, qui trova una nuova e appropriata giustificazione. Capro espiatorio per lavoro e anche per vocazione, Malaussène è infatti costretto, nella vita privata, ad occuparsi dei suoi fratelli e delle sue sorelle, macchiette che suscitano simpatia e tenerezza e sul lavoro, a subire le angherie dei clienti insoddisfatti. Ecco che allora, appena la situazione si complica non può che rimanere coinvolto nel giallo con poca suspence che tinge questa commedia. Purtroppo i toni rimangono sempre a metà  strada: non si ride, non ci si commuove e non ci si emoziona veramente. Sebbene Pennac abbia salutato questo film con entusiasmo, spero che nei prossimi capitoli si possa fare meglio. Questi romanzi lo meritano.