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7/10

La Storia Di Qiu Ju regia di Yimou Zhang

Drammatico
recensione di Alessandro Giovannini

In un villaggio agricolo dell'entroterra cinese, un coltivatore di peperoncino ha un diverbio con il capovillaggio che, provocato, perde momentaneamente il controllo e gli assesta un calcio all'inguine, costringendo l'uomo all'immobilità per alcuni giorni e causandogli danni non indifferenti. La sua virilità è forse rimasta danneggiata, così  la moglie dell'uomo, Qiu Ju (Gong Li), porta il marito dal dottore e pretende, ancor prima di un risarcimento, delle scuse ufficiali da parte del capovillaggio, che non ne vuol proprio sapere. Determinata a raggiungere il suo scopo, la donna si rivolge sempre più in alto per far valere le proprie ragioni.

Come e più del precedente Lanterne Rosse, la storia è uno spunto per descrivere la Cina dell'epoca (solo una ventina d'anni fa!): la miseria dell'ambiente contadino in opposizione alla corsa allo sviluppo delle metropoli; la tranquillità del mondo rurale, governato dai ritmi delle stagioni e del lavoro nei campi, e la caotica frenesia degli iperaffollati centri urbani; la distanza, non solo geografica, ma anche culturale fra questi due mondi, e la difficoltà per un paese così immenso di conciliarli; la distanza degli uomini di legge cittadini dai problemi concreti dei ceti umili e la loro impossibilità di capire quale sia il problema di fondo: l'ottenimento delle scuse, non l'aumento di risarcimento.

E' lo scontro tra due sistemi di pensiero che tentano faticosamente (ed in ultima analisi non riescono) di coesistere, ed è chiaro quale dei due sembri destinato a perire.

L'unica parte del corpo visibile della bravissima Gong Li è il suo volto, con il quale l'attrice è in grado di trasmettere frustrazione, fatica, angoscia, ma anche gioia e determinazione. La fotografia rinuncia alla ricerca del preziosismo figurativo del film precedente per conferire alla pellicola il maggior realismo possibile.

Musiche tradizionali accompagnano la narrazione, ma sono assenti in città, dove lasciano il posto a strombazzanti mezzi di trasporto ed al frastuono delle masse.

Yimou firma un'altra notevole pellicola "al femminile", meritato Leone d'oro a Venezia.

Da vedere.

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