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8/10

La Foresta dei Pugnali Volanti regia di Yimou Zhang

Avventura
recensione di Enzo Barbato

Due cavalieri di una dinastia cinese in dissolvenza si battono per la stessa donna. Magiche coreografie e combattimenti al limite delle possibilità umane fanno da sfondo ad una fiabesca storia d'amore senza tempo tra gli sterminati paesaggi del profondo oriente.

Se mi avessero detto che sarei andato, solo, a visionare un film di arti marziali, avrei declinato l'invito in quanto non interessato ad un genere prevalentemente basato su botte da orbi e ridondanti acrobazie di violenta matrice. Ho cambiato idea, spinto però più dalla curiosità che da altro, quando ho scoperto trattavasi di una pellicola diretta da Zhang Yimou.

Un regista, eccellente innanzitutto, che dopo aver donato alla cinematografia mondiale, opere di una poetica e di una struttura quasi impeccabile, (Lanterne rosse, La strada verso casa, La storia di Qiu Ju, Non uno di meno, etcetera con puntini), si cimenta in un genere anagraficamente conosciuto come "Wuxiapian", il nostro "Cappa e spada", non può non destare un pizzico di stupore da soddisfare. Il risultato è, come previsto, speciale. A partire dalla minuziosità dei dettagli, peculiarità sempreverde del cineasta orientale che si evidenzia nella preparazione delle scene, tra virgolette, più placide. La scelta dei colori, prevalentemente freschi e sapientemente mescolati, capaci di donare alle scene, anche quelle d'azione, una leggerezza accattivante, quasi anomala.

L'eleganza e la grazia aritmetica che pervadono le sequenze, girate perlopiù davanti una scenografia dotata di paesaggi tra il fiabesco, il romantico e l'epico, sono astutamente e magistralmente costruite. Non si può negare che alcune scene sfiorano l'inverosimiglianza (veggasi il coltello che divide la goccia di sangue o i borlotti che sfilano tra i timpani) e che però può essere benissimo celata dalla struttura poetica, favolistica e in alcuni tratti metaforica, presente nell'intera opera. La storia si basa sul dissolversi di una dinastia, attaccata da diverse sette di ribelli, la cui più eccelsa figura nel titolo di questo affascinante scorcio d'oriente. Due cavalieri della dinastia, abili nel combattimento e nell'uso delle armi, si infiltrano in un bordello di lusso per scoprire importanti elementi dell'organizzazione de quo. Una danzatrice principalmente cieca, interpretata da una abilissima Zhang Ziyi, ben lontana dal ruolo romantico de "La strada verso casa", diventerà l'oggetto del desiderio di entrambe le guardie che, tra straordinari combattimenti e colpi di scena, scopriranno trame dolorose.

La macchina da presa sembra volare tra le mani versatili di Yimou che, tra convergenze acrobatiche e situazioni anche al limite della credibilità, regala delle sequenze da manuale. Da citare, lo svolgimento del "passo dell'eco danzante", dove la sopra menzionata Ziyi, accompagnata da percussioni di irresistibile precisione meccanica, svolge un balletto sensazionale, e le battaglie nella foresta di canne e in quella di pioppi (?), che assumono la precisione di pareti naturali perfettamente allineate. La tecnica raffinata di Yimou, che fa indubbiamente la differenza, è quella di strutturare le scene d'azione e, tra virgolette, di violenza, come fossero eleganti coreografie, che paradossalmente risultano prive di ogni carica esplosiva, necessariamente appesantite dai colori e utilizzate in elaborazioni del genere.

Globalmente trattasi di un film essenziale, raffinato, molto ben costruito è perchè no, con quelle incursioni inverosimili che non guastano per niente.

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Voto degli utenti: 7,6/10 in media su 5 voti.
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Marco_Biasio (ha votato 8 questo film) alle 22:52 del 17 settembre 2009 ha scritto:

Oh, questo è un film veramente, veramente bello. Assieme a "Ferro 3" uno dei film asiatici "recenti" che ho più amato - e che sono andato a vedere al momento dell'uscita in sala, ovviamente -. Il cinema del Sol Levante andrebbe quanto meno approfondito nelle scuole, perchè molte delle sue caratteristiche stanno penetrando / sono penetrate anche nelle pellicole occidentali. Ma il discorso sarebbe molto lungo. Convincente Enzo!

Peasyfloyd (ha votato 8 questo film) alle 1:04 del 20 settembre 2009 ha scritto:

sarebbe già bello riuscire a portare in generale l'insegnamento di storia del cinema e della musica (quest'ultima fatta non facendo suonare il piffero di sta minchia) come congruenti con storia dell'arte...

vabbè và.

Cmq il film è davvero ottimo, concordo in toto con l'ottimo Enzo e con la votazione

ROX (ha votato 8 questo film) alle 8:54 del 18 agosto 2011 ha scritto:

un film che amo molto... però Hero è una spanna sopra