T Trailer

R Recensione

6/10

Copia Conforme regia di Abbas Kiarostami

Drammatico
recensione di Matteo Triola

James Miller (William Schimell), un noto scrittore inglese appassionato d'arte, si trova a Firenze per presentare il suo ultimo libro intitolato «Copia conforme». Il messaggio del libro appare chiaro: le copie artistiche hanno un valore intrinseco superiore all'originale. Ma ad un certo punto della conferenza arriva lei, Elle (Juliette Binoche) francesissima mercante d'arte con figlio al seguito. Con la scusa di approfondire alcune delle tesi dello scrittore e per fargli firmare alcune copie del libro, Elle farà in modo di incontrarlo il giorno successivo nel suo negozio d'antiquariato, e lo accompagnerà a Lucignano per “mostrargli una sorpresa”. Mentre i due si trovano in un piccolo locale e lui è uscito per rispondere ad una telefonata, l'anziana proprietaria allude a loro come a una coppia sposata e Elle sta al gioco. Gioco che proseguirà anche al rientro di James...

Presentato in concorso all'ultimo Festival di Cannes, il film del regista iraniano Abbas Kiarostami sembra, per giocare con il titolo, la copia di un buon film. I due protagonisti non si conoscono, sono due completi estranei ma, in seguito ad una serie di strampalate circostanze, amorevoli gite turistiche in giro per la Toscana (che ringrazia per la buona pubblicità) e dialoghi che alternano una superficiale riflessione pseudo-filosofica ai luoghi comuni più ovvi, arrivano a simulare un vero e proprio rapporto matrimoniale.

I giochi, la complicità, le reciproche attenzioni che potremmo trovare in una qualunque coppietta felice, dopo 15 anni di matrimonio finiscono inevitabilmente per affievolirsi, per lasciare il posto a qualcosa d'altro. Questo sembra dirci il regista, che vuole indagare il rapporto di coppia, o meglio la ricerca da parte di Elle di un rapporto che non ha mai avuto e che vorrebbe, perché no, anche solo per pochi minuti con un perfetto sconosciuto. Una donna sola, con un figlio a cui badare e sempre di corsa, senza potersi concedere nemmeno il tempo per conoscere qualcuno per alleviare la solitudine. Così i due protagonisti giocano ad essere marito e moglie, arrivando persino a litigare. Che l'intera vicenda sia solo la divagazione della mente creativa di Elle? Ognuno tragga le sue conclusioni...

Il continuo riferimento nel corso della narrazione ad esempi di originali e di copie, e lo stesso rapporto tra i due, non si sa se sia la copia di qualcosa di precedente. La storia del film, in questo senso, è quella di una classica "commedia del rimatrimonio", ossia non la storia di due persone che si conoscono e devono superare degli ostacoli per sposarsi, ma di una coppia che è già sposata, e deve perdersi per poi ritrovarsi. Sebbene la bellissima Binoche ce la metta tutta, i tre sceneggiatori non sembrano aver lavorato al massimo delle loro possibilità. I paesaggi bellissimi della Toscana e di San Gimignano sembrano l'unica cosa che rimane impressa alla fine del film, nonostante una fotografia (curata dall'italiano Luca Bigazzi) di non ottima qualità, algida e gelatinosa.

D'altronde riuscire a fare un film brutto con un contesto naturalistico come le colline toscane è davvero impegnativo! E' interessante notare il parallelo con Viaggio in Italia di Roberto Rossellini. Lì però una coppia in crisi si perdeva in Italia (sulla Costiera Amalfitana) e si ritrovava davanti a una riscoperta della realtà, durante una processione. Uno dei molti spettatori spaesati e insoddisfatti ha commentato: “Ma questo film è fortemente simbolico!”, sebbene sarebbe meglio usare l'aggettivo “surreale”. Chissà che Kiarostami non ritrovi il suo antico splendore…

V Voti

Voto degli utenti: 5/10 in media su 4 voti.
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1
target 7/10

C Commenti

Ci sono 2 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

target (ha votato 7 questo film) alle 20:07 del 7 giugno 2010 ha scritto:

Kiarostami è un incantatore, poco da fare. Gioca con lo spettatore, e a me tutto sommato piace ancora stare ai suoi giochi, anche se in certi punti del film, soprattutto nella prima metà, i dialoghi 'pseudo-filosofici' sono effettivamente un po' scoraggianti, e infastidiscono. Sempre molto estetiche alcune inquadrature, come nei film del passato: qui, però, finalmente immerso in un paesaggio occidentale, trova forse più occasioni per sbizzarrirsi con giochi di specchi, equivoci (l'uomo che sembra stia litigando con la moglie, invece sta parlando al telefono) e simmetrie varie. Tutto il film, d'altronde, è costruito in modo perfettamente simmetrico: la prima metà fa credere che i due si siano appena conosciuti, la secondà che siano marito e moglie, e Kiarostami si diverte a spargere indizi che avallano entrambe le interpretazioni; anzi, a fine film mi convinceva di più l'ipotesi di un vecchio matrimonio a cui si cercava di ridare linfa attraverso un ingenuo gioco del tipo "facciamo finta che non ci siamo mai conosciuti", ma senza esito (o forse sì?). Anche questo modo di affidare allo spettatore l'interpretazione del film è un vecchio pallino di Kiarostami, qui forse portato agli estremi (non solo con il finale aperto, ma con tutto il film aperto, un po' come le finestre nell'ultima inquadratura). E' vero che la volontà di geometria ha portato a un film forse troppo rigido, anche nella separazione delle due declinazioni dell'amore, quella maschile, latitante e assente, e quella femminile, totale e sovresposta. Ma alla fine sono uscito dal cinema contento. Non come i suoi capolavori, certo, ma sempre interessante.

hiperwlt (ha votato 6 questo film) alle 11:13 del 8 giugno 2010 ha scritto:

ho trovato la recitazione della Binoche funzionalmente forzata, a tratti però forse troppo eccessiva. comunque, sensazione di disgusto a fine film ma rielaborazione in parte positiva a distanza di poco...diciamo che le dinamiche mi sono piaciute; l'uso del contesto,la recitazione, il doppiaggio e la fotografia per niente. in certi passaggi prevale una melanconia strana e affascinante (un esempio la scena del bar,...che è anche il passaggio di (non)svolta della storia): questo mi ha davvero colpito. opto come interpretazione olistica per un "facciamo finta, ridiamo linfa".