A Kung-fu Panda 3 - L'anima della creazione

Kung-fu Panda 3 - L'anima della creazione

Un threequel da leccarsi i baffi

Pace interiore. Questa è la frase di apertura del film. Pace che viene subito spezzata dall’arrivo di un vecchio nemico, Kai, J. K. Simmons, che minaccia i maestri della Cina. Po, Jack Black, trovandosi davanti ad una nuova minaccia, riscoprirà se stesso e la sua vera natura di panda. Ad aiutarlo nel compito la figura ritrovata del padre biologico, Li. La sua entrata in scena è un ottimo asso nella manica per arricchire la vicenda di dinamiche che, se anche talvolta eccessive, mai annoiano.

Il film di Alessandro Carloni si scopre essere un mix vincente di esilarante comicità e  tematiche profonde.

Il carattere dirompente del protagonista sposa la grande vivacità di Li, Bryan Cranston, dando vita ad un forte grado di empatia con lo spettatore.

La leggerezza della storia offre spazio al predominante tema della famiglia e dei due padri, di forte richiamo contemporaneo, per poi indagare sulla sfida di Po con se stesso:  <<Devi fare un passo avanti nel tuo viaggio, da guerriero ad insegnante>> dice Shifu.

Il guerriero dragone, tra spettacolari combattimenti, e mondi ultraterreni, chiude il suo ciclo di crescita interiore, portandoci a scoprire nuovi orizzonti dell’animazione.

Da Hollywood a Roma. Il viaggio di un panda alla conquista dell’anima dei suoi spettatori, attraverso le parole di Alessandro Carloni.

<<Bisogna creare personaggi, non raccontare storie>>. Questo è il primo messaggio che passa forte e chiaro dalle parole del regista Alessandro Carloni.  In occasione dell’uscita nelle sale di Kung-fu Panda 3 , la Fondazione Cinema per Roma, in collaborazione con Alice nella Città e l’Auditorium Parco della Musica, organizza un incontro col regista, che segue la proiezione del film in anteprima.

 All’ incontro tenutosi presso l’ Auditorium Parco della Musica a Roma, il 2 Marzo, Carloni, racconta la sua esperienza nella realizzazione di Kung-fu Panda 3, ripercorrendo alcuni momenti della sua carriera e di suoi precedenti lavori in Dreamworks.

Rivolgendosi alle scuole, accademie, università e singoli professionisti presenti, afferma come molto spesso, gli stessi personaggi continuano a riapparire spesso nei film, senza dunque apportare nessun elemento di novità. In questo modo viene data precedenza alla storia.

Il protagonista di Kung-fu Panda 3, Po, la cui voce originale è fornita da Jack Black, va a scardinare il classico protagonista di commedia. Egli nasce come personaggio spavaldo e cinico, per poi venire delineato, invece, come un personaggio quasi Geek, come afferma il regista. In lui ritroviamo molti degli adolescenti e ragazzi contemporanei e lo percepiamo come fonte di comicità invertita.

Descrivendo la natura di Po, la domanda che pone Carloni è dunque: come si crea un personaggio amabile? Bisogna creare empatia nel pubblico, mostrando il protagonista che ama qualcosa: nel caso di Po il kung-fu.

Solo così il pubblico amerà il personaggio.

Nell’affrontare questo tema, il regista passa a parlare nel nuovo personaggio introdotto in quest’ultimo film, ossia Li, il padre biologico di Po, che altri non è che Bryan Cranston, riscopertosi attore comico e tornando al genere che gli aveva dato notorietà. Cranston viene descritto come una vera rivelazione nella parte, donando l’anima giusta al panda.

Con la figura di Li, si va a confermare quanto affermato in apertura: la storia è importante, ma lo sono ancora di più i personaggi che si vanno a creare. Questo avviene soprattutto se si vanno a rompere quelle banalità nella costruzione del personaggio di una commedy, reinventandolo.

Per fare questo, molto peso ha anche la bravura dell’attore che offre la voce al personaggio.

Carloni affronta anche il tema della famiglia,  soffermandosi sulla scelta di collocare due padri nella vicenda, toccano un tema fin troppo contemporaneo.

Prosegue poi, con un excursus dell’animazione e delle sue fasi, illustrando storyboard e illustrazioni scarne delle prime fasi di lavorazione. In questo modo ripercorre il dietro le quinte e le fasi di pre-produzione, cercando di mettere in luce i caratteri innovativi che il terzo capitolo introduce nella trilogia.

<<Il cinema ha un estetica di trasformazione>>. Con questa frase infine, il regista propone un parallelismo fra il cinema e l’animazione, per sottolineare le potenzialità della seconda.

A tal fine, conclude dicendo che nell’animazione c’è sempre magia. Essa è creazione e ormai tutto il cinema contemporaneo si sta accostando ad essa.

Una lezione di cinema, ma anche di realtà, che mostra nel suo piccolo, come il panorama cinematografico contemporaneo stia andando evolvendosi verso qualcosa di nuovo e innovativo. Sempre di più l’animazione si insinua del film e nella nostra quotidianità, esplorando sentieri mai percorsi prima, rischiosi, ma capaci di donarci un nuovo tipo di magia, arricchendo quella che fino ad oggi il cinema spesso ci ha donato. La domanda è: saremo in grado di accettarla? Saremo in grado di vederla e valorizzarla al di fuori del contesto infantile nel quale viene collocata? Forse è ancora presto per trovare queste risposte.

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