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6/10

Fast & Furious 7 regia di James Wan

Azione
recensione di Ivana Mette

Un anno dopo le vicende narrate nel precedente capitolo, Dom e Brian si ritrovano a godere della libertà faticosamente conquistata, mentre dall'altra parte del mondo, precisamente a Tokyo, un killer delle forze speciali inglesi, Deckard Shaw (Jason Statham), inizia la sua vedetta nei confronti del team che ha reso un vegetale il fratello minore Owen (Luke Evans). Inizia uccidendo Han e tentando di uccidere poi Hobbs a Los Angels. Questo lo porterà poi sulla strada di Toretto, di cui raderà al suolo la casa, costringendolo ad allearsi con un agente governativo Mr. Nobody (Kurt Russel) che lo aiuterà a vincere la minaccia che coinvolge lui e tutta la sua famiglia.

Ambientato cronologicamente dopo le vicende di Tokyo Dirft, Fast & Furious 7 torna sulle orme dei precedenti per dare vita ad un ennesima pellicola pronta a sbancare i botteghini con il suo immancabile eccesso in tutto ciò che la riguarda. Ma, mentre nei precedenti capitoli le scene e i momenti al di là dell'umana comprensione venivano dosati, seppur in un crescendo che va a compiersi, temporaneamente, con quest'ultimo capitolo, qui invece la sovrumana potenza dei motori e soprattutto degli umani raggiunge apici mai visti. Wan non si è sprecato nell'usare il mastodontico budget per distruggere più macchine possibili e creare sequenze memorabili e spettacolari fino all'inverosimile. Scontri frontali, lanci da dirupi a tutto gas senza la cura di ciò che può esservi sotto, voli tra grattaceli (non due, ma ben tre!), combattimenti e sparatorie. Tutti elementi apparentemente tipici del genere, ma che assumono tutto un altro valore se consideriamo che sono anche eventi in cui nessuno pare aver riportato un graffio, o essere anche solo lontanamente rintontito dopo tanto sballottamento e botte ricevute. Scene adrenaliniche e scenografiche che soddisfano lo spettatore e lo portano ad esclamazioni poco decorose quanto eccitate. Puro fan service forse, considerando anche l'immancabile hot fight con Michelle Rodriguez, che, con un avvenente abito rosso sangue, non risparmia colpi e ginocchiate verso una colossale biondona, potenzialmente dell'est Europa, senza ovviamente riportare un ammaccatura anche dopo una caduta con tanto di capriola, di almeno cinque metri. Altamente discutibile è la presenza di Statham, che sbuca di punto in bianco ovunque senza ragione apparente e senza sapere come.

La personificazione della vendetta, della violenza e dela letalità, non sembra poi avere grande spessore e come villan si presenta eccessivamente piatto, esternando di tanto in tanto qualche minaccia e frase ad effetto stile cyborg. E, ancora peggiore,oltre quella di un Russel che però almeno è utile come fonte di informazioni e per guidare gli spostamenti del team di protagonisti fra i vari continenti, è la figura Djimon Hounsou, il quale fornisce una vaga parvenza di utilità solo nel mettere alle strette Dom prima che quest'ultimo ci fornisca l'ennesima follia alla Jackass. Insomma, entrambi elementi accessori per ravvivare l'azione di tanto in tanto. Non guasta mai invece The Rock, sempre pronto a regalare brevi attimi epici che fanno sorridere e fare un inchino quasi reverenziale alla sua prestanza fisica (vedi bicipite che frantuma il gesso). Lo sforzo registico è ammirabile e per quanto fosse un'impresa al quanto complicata, soprattutto vista la prematura scomparsa del co-protagonista (Paul Walker) appena all'inizio delle riprese. Wan è riuscito a portare a compimento un prodotto di cui è lodabile l'abilità di ripresa. In particolare nelle scene di combattimento, la telecamera segue perfettamente ogni mossa dei personaggi, persino nelle loro cadute con acuti movimenti di macchina anche a 360°, che immergono sempre più nella visione. Si va a ricercare il dettaglio e la particolarità. Vi è una precisione nel girato e un'attenzione probabilmente anche superiore alle precedenti pellicole girate da Justin Lin. Interessante notare è anche l'alternanza, nella colonna sonora, di pezzi destinati a far tramare le pareti delle discoteche a suoni che paiono rappresentare l'anima stessa del film e della saga. Dal rombo di motori che ovviamente sovrasta e domina tutti gli altri, agli impatti tra muscoli nelle scene di combattimento ai suoni della città e degli elementi che compongono le scene, fino alle singole voci, le quali per tutta la durata paiono essere quasi un contorno, fino alla parte finale dove acquistano un peso e un significato che trascende la singola pellicola. Il film è anche un prodotto tecnicamente molto interessante per quanto riguarda l'utilizzo di tecniche di CG Animation. Con tale tecnica, associata a piccoli espedienti e stratagemmi studiati, sono riusciti a rendere l'impossibile, ossia far essere presente Brian/Paul per tutto l'arco del film, ma anche a rendere ancora più reale ciò che il cinema nel suo complesso fa: rendere immortale l'essere umano. Imprigionarlo per sempre al suo interno e dargli nuova vita. Ed è l'obbiettivo che sono riusciti a conquistare con questo blockbuster colossale, fatto di esplosioni e rombi di motori che sovrastano la colonna sonora. Sono riusciti a tenere in vita Walker, scartando la più semplice e meno dispendiosa soluzione della morte cinematografica, e a dargli il lieto fine che invece nella vita non è riuscito ad avere. Commovente è, senza ombra di dubbio, l'encomio finale all'attore. Molto poetico e simbolico con un ultima corsa in auto dopo quattordici anni dalla prima, e la finale separazione verso sue strade diverse, dando così addio all'amico, non soltanto nel film, ma anche nella vita reale. "You will always be with me" dice Toretto. E' quasi surreale e magnetico per quanto possa apparire assurdo e paradossale, eppure Fast and Furios 7, anche con quel pizzico di ironia ben dosata e sempre piacevole, riesce a rendere celebrativa tutta l'epopea messa sullo schermo. E seppure sia impossibile non sbarrare gli occhi ed aggiustarsi sulla sedia per lo sconcerto alla vista di un bicipite capace di rompere il gesso e lo stesso bicipite, cinque minuti dopo, che tiene in mano la mitragliatrice di un elicottero; si finisce con l'uscire dalla sala visibilmente elettrizzati. L'impasto adrenalinico è palpabile, fulmineo e in fede con la velocità di montaggio e di azione del cinema (specialmente Blockbuster) contemporaneo. Un prodotto che nel corso degli anni ha allargato sempre più i suoi orizzonti e si è andato ad evolvere esaltato il tema di una famiglia che va oltre i legami di sangue, dando più spessore e spirito a personaggi che, come spesso accade col prodotto di puro intrattenimento, rischiavano di perdere o mai acquisire un certo grado di serietà e perciò umanità. Ed infondo è anche questo che fa amare il film. E' questo che lo spettatore ricerca e si aspetta. Aspetta di ritrovare quei valori umani che accomunano tutti e a cui tutti danno valore e sentimento. E per quanto si possano trovare discutibilmente verosimili le banalmente definibili acrobazie, è ciò che ha reso questa saga un record per la Universal, ormai un cult del genere, con fan che sbucano fuori da ogni dove e sicuramente una delle saghe originali più longeve degli ultimi anni, sicuramente sempre pronta a colpire e affascinare ancora anche nei successivi capitoli.

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