A Giovani Ribelli - La nascita della Beat Generation nell’opera prima di John Krokidas, con un inedito Daniel Radcliffe nella veste di Allen Ginsberg

Giovani Ribelli - La nascita della Beat Generation nell’opera prima di John Krokidas, con un inedito Daniel Radcliffe nella veste di Allen Ginsberg

Decine di ragazzine frementi circondano la struttura in vetro del Disaronno Contemporary Terrace del Lido di Venezia. Attendono ansiose l’arrivo di Daniel Radcliffe alla presentazione del film “Kill Your Darlings”, opera prima di John Krokidas, che uscirà il prossimo 17 ottobre in Italia con il titolo “Giovani Ribelli”. Il giovane attore britannico arriva con estrema calma, sfoggiando un nuovo look un po’ hipster – con tanto di Vans rosa e calzini con giochi geometrici – accompagnato dal regista e dal distributore italiano del film.

La prima domanda che sorge spontanea è come un ragazzo di vent’anni possa sopportare di essere costantemente circondato da una folla che lo acclama e lo insegue in modo così invasivo. Non è che sia sempre così - ha risposto Radcliffe - Certo, è figo essere inseguito sempre. Per quello che mi riguarda, mi trovo in queste situazioni ormai da quando avevo undici anni, ho imparato in un certo senso a conviverci e a prendere la parte divertente di questa situazione, anche se magari è strana, ma sicuramente una cosa estremamente lusinghiera che non prendo però più di tanto sul serio.

Mentre le ragazzine urlanti cercano di abbattere la vetrata dell’edificio, l’attore spiega come si è approcciato al difficile ruolo affidatogli da John Krokidas. “Kill Your Darlings” racconta infatti l’adolescenza di tre celebri scrittori statunitensi - Allen Ginsberg, Lucien Carr e Jack Kerouac – che, incontrandosi alla Columbia University, contribuirono ad avviare la beat generation negli anni ’40. Intorno ai 14 anni sapevo qualcosa di Allen Ginsberg. […] Devo dire che l’opportunità di girare questo film mi ha dato una scusa per andarmi a immergere in quello che erano le opere, la poesia di Allen Ginsberg e ho avuto modo quindi di conoscere meglio la sua vita, i suoi scritti e le sue opere. […] Ho cercato di capire che carattere avesse, che tipo di rapporto avesse con la madre e con la famiglia. Tutte cose che hanno forgiato quella che poi è la mia rappresentazione del personaggio sullo schermo. […] Lui si riteneva un genio, ma non era ancora consapevole di quale forma questa genialità avrebbe assunto.

Si percepisce una certa timidezza nel regista, quando prende la parola, ammettendo i timori che lo hanno investito prima della realizzazione della pellicola. All’inizio della scrittura della sceneggiatura eravamo spaventati all’idea di dover portare sullo schermo tre leggende. Però poi ci siamo detti questo con il mio co-sceneggiatore Austin Bunn: […] la cosa più importante che dobbiamo fare è rappresentare la nascita di questi artisti, dobbiamo rappresentare tre adolescenti che a 17-18-19 anni sono strani, insicuri, ancora non sanno cosa diventeranno. […] Quindi a un certo punto abbiamo deciso di mettere da parte l’aspetto della ricerca e abbiamo deciso di concentrarci su quello che questi ragazzi erano nel 1944, l’anno in cui il film è ambientato.

Kill Your Darlings” è infatti un ritratto della crisi adolescenziale di questi ragazzi, che distaccandosi dalle loro famiglie, iniziano a maturare e ad accettare anche i lati più misteriosi di loro stessi. Cresciuto sotto l’ala protettrice di una madre difficile e affetta da gravi disturbi, Allen scopre all’Università il suo talento creativo, ambiguamente supportato da Lucien, per il quale inizierà a provare un forte sentimento.

Quando a Krokidas viene chiesto il motivo della scelta di Daniel Radcliffe per il ruolo di Allen Ginsberg, il regista racconta le fasi che lo hanno portato a questa conclusione. Ovviamente Daniel fino ad allora l’avevamo visto in un certo senso interpretare un solo ruolo specifico. Quando è stato fatto il nome di Daniel Radcliffe io ho cercato di interrogarmi, di chiedermi, di pensare, dal momento che il personaggio che doveva interpretare era un personaggio estremamente profondo, un personaggio che all’inizio mostra solamente un lato di se stesso, quello del figlio rispettoso, della persona tranquilla e poi, a mano a mano che il film va avanti, […] vediamo tutta la tavolozza dei colori che il personaggio riesce a esprimere, a tirare fuori. Quindi vediamo la sua passione, la sua capacità di mostrare odio, la capacità di arrivare a capire di essere un genio e quindi a definirsi alla fine un poeta, un artista, un ribelle. Quello che mi sono chiesto è stato se Daniel fosse in grado di creare con questo personaggio un giusto tipo di rapporto e quindi di esprimere tutte queste sfaccettature di Allen Ginsberg. Io l’ho incontrato a Broadway e mi sono reso conto, essendo un regista alla prima esperienza, che incontrare un attore è come andare al primo appuntamento diciamo sentimentale: nel giro di cinque minuti ti rendi conto se l’alchimia tra te e l’altra persona si sviluppa. E devo dire che questa cosa tra di noi si è sviluppata […] Alla fine mi sono reso conto che era perfetto per questo ruolo. L’ho scelto perché era il migliore attore, perché io mi fidavo di lui e lui si fidava di me, perché sapevo che ci saremmo divertiti.

Girato in pellicola, “Kill Your Darlings” si candida a riscuotere grandi incassi al botteghino nella prossima stagione cinematografica, forte di una buona campagna pubblicitaria e dell’importante riconoscimento “Premio Internazionale delle Giornate degli Autori” di Venezia.

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