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7/10

La Mia Vita è uno Zoo regia di Cameron Crowe

Drammatico
recensione di Giulia Bramati

 Quando Benjamin Mee, vedovo da sei mesi, compra la casa dei suoi sogni, si ritrova a dover gestire uno zoo fallito che fa parte della dimora.

 

A sei anni da “Elizabethtown”, Cameron Crowe torna a dirigere una commedia malinconica dai risvolti positivi. “La mia vita è uno zoo” è un film sulle conseguenze di un lutto e sulla forza di continuare a vivere dopo la perdita.

Basato sulla vera storia di Benjamin Mee, giornalista inglese di “The Guardian” che acquistò il “Dartmoor Zoological Park” nel Devon, il film viene adattato per un pubblico statunitense: lo zoo viene spostato in California.

Il protagonista, interpretato da Matt Damon, non riesce a superare la morte della moglie; decide perciò di acquistare una nuova casa per allontanarsi dai luoghi che gli ricordano il suo matrimonio. Questo è il primo cambiamento dalla storia vera attuato da Cameron Crowe, insieme alla co-sceneggiatrice Aline Brosh McKenna (“Il diavolo veste Prada”, “Fame”): nella realtà, la moglie di Benjamin è morta dopo l'acquisto dello zoo. La scelta del regista è vincente: il film diventa in questo modo il percorso per il superamento del lutto, reso possibile dalla ricerca di un nuovo obiettivo da raggiungere.

Il secondo cambiamento riguarda l'età di Dylan, il figlio maggiore di Benjamin: il bambino realmente vissuto viene trasformato in quattordicenne; è stato così possibile inserire nel film il tema della crisi adolescenziale, che Benjamin, padre single, fatica a gestire.

Sebbene l'intreccio sia molto semplice, la regia di Cameron riesce a riempire le inquadrature di significati: con l'ausilio di poche parole, i personaggi riescono ad esprimere le loro sensazioni e i rapidi cambiamenti di atteggiamento nei confronti della vita.

Notevole è l'interpretazione della piccola Maggie Elizebeth Jones, che, nonostante abbia solo sette anni, riesce più volte a strappare la scena a Matt Damon: è quella tendenza hollywoodiana di rendere i bambini già adulti, attribuendo loro battute e atteggiamenti troppo maturi per l'effettiva età.

Nel cast, è presente anche la brava Scarlett Johansson, che interpreta Kelly Foster, uno dei gestori dello zoo, che finirà per innamorarsi dell'intera famiglia Mee.

Il film procede con situazioni non troppo originali, ma ben raccontate e capaci di coinvolgere lo spettatore. Le inquadrature, realizzate da Rodrigo Prieto (“I segreti di Brokeback Mountains”, “Gli abbracci spezzati”), cercano di indagare la psiche dei personaggi: i primi piani silenziosi del protagonista riescono a spiegare il suo stato d'animo. Meno riuscita la valorizzazione naturalistica dello zoo e degli animali, soprattutto all'inizio della pellicola, cosa però che si riscatta negli ultimi minuti della pellicola.

Una pellicola ben riuscita nell'intento di intrattenere il pubblico per un paio d'ore con una storia a lieto fine, che non si pone l'obiettivo di stupire lo spettatore, ma vuole portare sullo schermo i buoni sentimenti.

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