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R Recensione

8/10

Giovani Ribelli-Kill your darlings regia di John Krokidas

Noir
recensione di Erika Sdravato

La vera storia mai raccontata di quattro giovani studenti della Columbia University che ispirati dall'esempio di Walt Whitman e della "setta dei poeti estinti" sfidarono le rigide regole della più potente Università  Americana, finendo per diventare a loro volta ispirazione per le generazioni successive.

Questo è un film di completa autenticità : autenticità  a partire dall'adorabile amore che traspare dalla cura che pone l'esordiente John Krokidas nei confronti del mezzo attraverso il quale proietta la sua storia, autenticità  per quanto riguarda lo zelo con cui Radcliffe e DeHaane (ma, come vedremo, non solo loro) incarnano personaggi autenticamente vissuti e solo biologicamente scomparsi, autenticità  sotto il punto di vista della bontà  della sceneggiatura scritta dal regista stesso e da Bunn. Il mio entusiasmo, però, dovrà  avere l'obbligo di attenuare, seppur solo in questa iniziale fase di analisi, l'arrendevolezza a cui mi ha costretta il film, dal primo all'ultimo minuto. Esaltati da un noir pulito e da sapienti sequenze biografiche (la catena A ama B, C ama B ma B uccide C e A lascia B è decisamente interessante) e storico-letterarie, i personaggi si destreggiano all'unisono in un equilibrio espressivo meraviglioso. Dalla bacchetta di sambuco alla metrica più irregolare e fantasiosa, Daniel Radcliffe (qui Allen Ginsberg) non presta il proprio Io, ma piuttosto saccheggia da se stesso tutta l'esperienza e il coraggio attoriali di cui è capace; Dane DeHaan (Lucien Carr) d'altro canto si rivela essere la scelta perfetta addirittura sotto il profilo fisiognomico: affascinante, enigmatico, fuggente, esile, caratteristiche queste che sintetizzano la sua esteriorità, il suo corpo, il suo volto, quanto la percezione che lo spettatore ha riguardo la sua natura di personaggio. Il cast si arricchisce inoltre grazie alla presenza di Ben Foster (perfetto interprete di William Burroughts, che dall'eccesso dato dall'assunzione della droga riesce comunque a partorire l'esuberanza creativa per cui è conosciuto), Jack Huston (che incarna un fin troppo bello e principesco Jack Kerouak) e Michael C. Hall (un David Kammerer, vittima di un amore ritenuto antisociale e non accettato se manifesto). Attori e quindi personaggi tutti al maschile, che fanno convergere su di sè l'urgenza di cambiare. Di voltare pagina. Di dare un senso diverso alla propria epoca e, al tempo stesso, alla propria vita (e, beninteso, ciò non significa che i concetti "epoca" e "vita" indichino il passare dal grande capovolgimento della Storia al piccolo stravolgimento dell'esistenza personale!).

Questi uomini attuano la volontà  di superare le distinzioni tra letteratura alta e bassa, tra amore verso il genere maschile e femminile, tra indottrinamento accademico ed anti-cattedralico. Si incagliano nella difficoltà  di rinunciare ad una persona in virtù dei propri sentimenti omosessuali, considerati a quel tempo peccaminosi ed illeciti. E procedono con risoluzione attraverso le stesse difficoltà  di abbandonare l'oggetto della propria ammirazione e del proprio desiderio. Quello che, stordito dalle proprie urla inneggianti al cambiamento, arriva a sporcarsi le mani con il sangue. Indebitamente definito il nuovo "Attimo Fuggente", Giovani Ribelli - Kill Your Darlings vi farà  tornare la voglia di salire in piedi su un banco di scuola sbraitando versi di Whitman e Yeats, vi indurrà  a riaprire le impolverate opere dei mostri sacri della Beat Generation ingiustamente intrappolate nella vetrinetta della vostra biblioteca personale, vi spingerà  a domandarvi cosa sia giusto e cosa sbagliato in letteratura, amore ed arte. E, forse, vi convincerà a riguardare questo intelligente esito cinematografico per la prima o seconda volta.

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