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8/10

Midnight in Paris regia di Woody Allen

Commedia
recensione di Giulia Bramati

Quando Gil, durante un soggiorno a Parigi con la fidanzata Ines, si ritrova a passeggiare da solo in uno stretto vicolo della città, un gruppo di strani individui lo invita a raggiungerli sulla loro automobile antica. Incuriosito, Gil accetta la richiesta e si ritrova catapultato nella magica Parigi degli anni '20, abitata da celebri artisti e scrittori.

Anche i grandi uomini e artisti del passato guardavano con nostalgia i tempi d'oro delle epoche precedenti, rammaricati di non averne fatto parte. È questo il pensiero che Woody Allen traspone nell'affascinante sua ultima pellicola “Midnight in Paris”, una riflessione sulla condizione dell'uomo moderno, che riesce ad identificarsi solo con il modello dell'antico e non trova adesione nella mentalità dei suoi contemporanei, tanto da cercare di evadere dalla realtà, rifugiandosi nel passato.

Nei suoi film precedenti, il regista ha cercato collegamenti con il mondo antico, richiamando sia un passato lontano, come il mondo tragico della grecità, centrale in film come “La dea dell'amore” e “Match point”, sia un passato più recente, come il cinema dei fratelli Marx; raramente ha ostentato un'appartenenza alla società a lui contemporanea, sia nelle sue sceneggiature, che nella vita privata.

Il cambiamento del suo pensiero in “Midnight in Paris” è evidente fin dall'apertura: il consueto sottofondo musicale jazz non accompagna i titoli di testa, ma una serie di vedute parigine, omaggio alla bellissima città, alle quali seguono i classici titoli bianco su nero, su cui si innesta originalmente il primo dialogo.

Protagonista del film è un inedito Owen Wilson, che quattro anni dopo “Il treno per il Darjeeling” riesce ad ottenere un ruolo che gli permetta di dimostrare il suo talento nell'arte della recitazione; interpreta Gil, uno scrittore che si lamenta di essere nato nell'epoca sbagliata ed è quindi costretto a confrontarsi con uomini per lui insignificanti, come il pedantic gentleman amico della sua futura moglie, interpretata da Rachel McAdams, il quale non perde occasione per celebrare la sua presunta superiorità culturale. Il regista affida al biondo attore californiano un ruolo che avrebbe interpretato lui stesso in passato: suggerisce infatti a Wilson una mimica facciale ed una serie di movimenti molto simili a quelli da lui stesso interpretati, per esempio il Mago Splendini in “Scoop”; anche il look trasandato scelto dalla costumista Sonia Grande sembra volto all'identificazione dei due attori.

Il nucleo dell'intreccio si avvia quando Gil, stanco della vita mondana della moglie, decide di passeggiare da solo per Parigi e, intorno a mezzanotte, viene invitato a bordo di una tipica automobile anni '20, che lo trasporta indietro nel tempo. Una storia surreale, che ricorda vagamente “La rosa purpurea del Cairo”.

Tutte le pellicole di Woody Allen nascondono riferimenti culturali dotti, percettibili solo dopo un'attenta visione; questa volta il regista decide di renderli evidenti allo spettatore, creando un intreccio basato in parte sulla ricerca storica della vita parigina negli anni '20 del secolo scorso. Gil si ritrova così a dialogare con i maggiori artisti di inizio Novecento, residenti a Parigi: Cole Porter, Scott e Zelda Fitzgerald, che esprimono i loro problemi di coppia, Ernest Hemingway, che dà a Gil alcuni consigli in tema di scrittura, quali concedersi tempo per scrivere, senza curarsi della propria situazione sentimentale, Pablo Picasso, la cui vita privata precede l'interesse per le sue opere, Salvador Dalì, che non si stupisce quando Gil confessa di venire dal futuro, Geltrude Stein, rispettabile donna con un grande occhio artistico, Luis Bunuel, a cui Gil suggerisce la trama de “L'angelo sterminatore”, Henri de Toulouse-Lautrec, impegnato a ritrarre le sue celebri ballerine del Maxime.

Una componente interessante, affrontata in quasi tutti i film di Woody Allen, è la futilità e l'impalpabilità dell'amore; questa tematica è stata sviluppata nei film degli anni Settanta, come il celebre “Io e Annie”, e ripresa ultimamente, per esempio in “Basta che funzioni”. Il protagonista di “Midnight in Paris” è combattuto tra l'amore per la fidanzata e quello per l'affascinante Adrianne, conosciuta nel salto nel passato ed interpretata da una brava Marion Cotillard.

Ines, la fidanzata di Gil, appartiene ad un ceto sociale alto, che ricorre spesso ultimamente nei film di Woody Allen: i protagonisti di “Match point” e “Scoop”, piuttosto che le due turiste di “Vicky Cristina Barcelona”, sono ricchi aristocratici, che amano concedersi lussi e sfarzi.

Nel cast sono presenti Kathy Bates, nell'importante ruolo di Geltrude Stein, Adrien Brody, interprete di Salvador Dalì, e Carla Bruni, il cui breve cammeo è stato oggetto di numerose futili disussioni.

Woody Allen presenta al pubblico un film magico e cinico, che non dimentica di sottolineare che la vita è insoddisfacente: l'uomo guarda con nostalgia al passato e non si cura di costruire un futuro migliore, perché l'antico è visto come insuperabile. Il regista cerca di stimolare gli artisti di oggi, sottolineando che l'arte è frutto di una continua ricerca. Il pensiero filosofico alleniano si avvicina finalmente ad una conlusione, capace di placare (parzialmente) l'inquieto animo del regista.

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Voto degli utenti: 7,4/10 in media su 12 voti.

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loson79 (ha votato 8 questo film) alle 20:49 del 21 dicembre 2011 ha scritto:

Mah, io l'irritazione di cui parla Canova l'ho provata verso Match Point, a tutt'oggi orse il film che più detesto di Allen nonostante la presenza della Dea. Questo l'ho gradito assai: delicato, graziato da una fotografia caldissima, cast splendido (cazzo c'ha che non va Owen Wilson? A me è sempre piaciuto un sacco! ;D). In una parola: "delizioso" (ghghgh).

alejo90 (ha votato 6 questo film) alle 12:21 del 23 dicembre 2011 ha scritto:

dall'articolo di Gianni si impara che non ci si deve fidare troppo dei critici.

Gradevolissimo film, leggero, ironico e fantasioso.

Peasyfloyd (ha votato 8 questo film) alle 0:36 del 15 febbraio 2012 ha scritto:

si concorso con i giudizi più che positivi. Se Allen resta su questi livelli è tutto grasso che cola!

tramblogy (ha votato 6 questo film) alle 18:29 del 15 febbraio 2012 ha scritto:

Banalino...