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9/10

To Rome with Love regia di Woody Allen

Commedia
recensione di A. Graziosi

Quattro storie differenti seguono il loro comico ed esilarante corso attraverso i vicoli di Roma. Amore, sì, ma sopratutto nei confronti della città eterna, la quale grazie al suo spirito unico e decisamente magico non può fare a meno di influenzare coloro che la vivono e che la respirano, che sia da qualche giorno o da una vita intera.

Interamente girato nella nostra capitale, amata da Allen per il suo irripetibile mix di metropolitano e mediterraneo allo stesso tempo, To Rome with Love è una pellicola che brilla di luci differenti e sempre brillanti. Cerchiamo di farci strada attraverso i diversi intrecci di questa divertente, ritmatissima e complessa pellicola alleniana, ricca di situazioni e personaggi. Da una parte abbiamo Leopoldo/Benigni (un'ottima recitazione la sua, capace di trasmettere la disperazione di questa figura tragicomica) che di punto in bianco sperimenta i privilegi della celebrità senza alcun merito: lui è "famoso per essere famoso", come gli verrà spiegato in una sosta della sua interminabile fuga dai paparazzi.

Forte è la critica nei confronti della futilità delle domande che è solita fare buona parte dei giornalisti. Contrapposto all'insensato successo di Leopoldo c'è invece Armiliato/Giancarlo con la sua magnifica voce, il quale però riesce a cantare da dio solamente in un momento piuttosto "privato" (questione che darà adito ad alcuni tra i momenti più esilaranti e comici del film). Il talento dunque c'è, ma spesso è invisibile e lontanissimo da una meritata celebrità: chi si accorge di questo talento, ovvero Jerry/Allen impresario d'opera neo-pensionato, rischia addirittura di passare per pazzo o fissato...

Per quanto riguarda gli italiani, la coppietta Mastronardi/Milly e Tiberi/Antonio si troverà spiazzata (e spezzata) dal loro arrivo nella grande città fino a disperdersi e a vivere una serie di nuove esperienze che forse daranno loro una maggiore consapevolezza e sicurezza in loro stessi e nella loro storia. Forse questa potrà sembrare la storia più critica nei confronti della tipica ipocrisia italiana del moralistico "casa e chiesa" di facciata e nel privato fior fior di escort (qui con la sensualità della prostituta di alto bordo Penelope Cruz/Anna), ma bisogna ammettere che nemmeno gli americani rappresentati da Allen sono perfetti. Eisenberg/Jack infatti va in crisi a causa dell'affascinante nevrotica Monica/Page, una giovane attrice dalla personalità esibizionista e un po' ninfomane: il tutto condito dalle sagaci battute di Baldwin/John che ci tiene ad esternare la sua esperienza (o forse il suo stesso ricordo romano?).

Gli attori internazionali si dimostrano, come era prevedibile, eccellenti: l'incredibile invece è quanto gli attori italiani, persino quelli che in altri contesti risultano meno capaci, in questo film siano ottimamente diretti: dai protagonisti ai cameo dei più o meno famosi fanno tutti la loro figura. Per quanto riguarda lo stile, la regia di Allen è come al solito di grande eleganza e priva di piani stretti superflui: anche delle tanto criticate "cartoline turistiche" c'è davvero poco o nulla e quel poco che c'è, quando c'è, è giustificato dalla narrazione (es. la Mastronardi che si perde; Eisenberg che fa da Cicerone alla Page appena arrivata).

Anche le musiche non risultano né smaccatamente tipiche né clichetiche: predomina, ad esempio, per le situazioni più comiche il buffo tema di "Amada mia, amore mio". La fotografia di Khondji è poi perfetta e capace di alternare i magnifici toni ambrati delle storie "americane" a quelli più freddi della storia con Benigni. I dialoghi sono frizzanti, la scrittura è densissima di idee e di spunti originali. Felliniane apertura e chiusura del film. L'unica vera pecca della brillante commedia è che tutta la scoppiettante galleria di situazioni e personaggi ogni tanto sembra quasi starci stretta in quei novanta minuti: vorresti che il film continuasse ancora!

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Voto degli utenti: 4,3/10 in media su 9 voti.

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alejo90 (ha votato 4 questo film) alle 19:39 del 16 aprile 2012 ha scritto:

Ottimo, allora ci sono tutte le premesse per vederlo! Dopotutto non me ne sono fatto scappare uno del grande Woody...

alexmn (ha votato 4 questo film) alle 12:25 del 18 aprile 2012 ha scritto:

sono più-che-curioso di vederlo. il trailer mi ha spiazzato in negativo..sembrava realizzato come quello di un cinepanettone (montaggio, grafica, utilizzo della musica, ec..), senza considerare la somiglianza di baldwin con lo stereotipo del de-sica natalizio.

so che il buon allen non c'entra nulla con il trailer..venerdi vedremo.

Alessandra Graziosi, autore, alle 23:19 del 18 aprile 2012 ha scritto:

Il trailer è soprattutto indirizzato al pubblico estero. In ogni caso la critica è stata esageratamente prevenuta e ostica nei confronti di questo magnifico film: dalle accuse di cliché a quelle di sciatteria. Calcola che per inquadrature lunghe nel film 10 secondi sono state impiegate almeno 5-6 ore, se non di più...

Noodles (ha votato 6 questo film) alle 14:25 del 3 maggio 2012 ha scritto:

???

Premesse banali e scontate, stracarico di clichè e stereotipi. Sa essere leggero, grazioso. Qualche trovata è persino geniale (la citazione allo "Sceicco Bianco" di Fellini nell'episodio della Cruz, l'elemento dello spettacolo che fa da collante). Ma è in assoluto il film meno riuscito di Allen, almeno a mio avviso.

Alessandra Graziosi, autore, alle 16:05 del 3 maggio 2012 ha scritto:

il boicottaggio della critica

Anche se si volesse credere che è il più brutto (così non è) ci sono film oggettivamente meno riusciti come il recente Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni e Scoop. Io penso che la critica abbia condizionato tanto l'opinione del pubblico e si capisce dal fatto che tutti ripetono più o meno le stesse cose che ha detto la critica.

Noodles (ha votato 6 questo film) alle 17:32 del 3 maggio 2012 ha scritto:

Personalmente non leggo nulla di un film -spesso nemmeno la trama- prima di vederlo proprio per esprimere un giudizio spurio da preconcetti. Evito poi di esprimere il mio pensiero sulla critica italiana e in particolare su alcune delle sue voci più rinomate (una in particolare che non si vergogna di dare il proprio nome a un dizionario senza comprendere che scrivere trame non equivale a far critica). Senza mezzi termini, dunque, e soprattutto senza limitazioni imposte da altri, per me è il film meno riuscito di Allen.

alejo90 (ha votato 4 questo film) alle 11:29 del 4 maggio 2012 ha scritto:

RE:

in effetti dopo averlo visto non posso che concordare con te, mi è sembrato uno dei film più fiacchi mai fatti da Allen, intrappolato in una produzione con attori italiani a tratti scadenti, una sceneggiatura scialbissima e senza senso (e questo è principalmente colpa sua) che vanta le più brutte scene di apertura e chiusura film che abbia mai visto, e moltri altri difetti già citati da te e da altri. Sottolineo che io sono un estimatore di Allen e ho visto tutti i suoi film da regista: non ne ricordo uno che mi abbia deluso così tanto.

alexmn (ha votato 4 questo film) alle 20:40 del 4 maggio 2012 ha scritto:

come dicevo nel primo commento (a quel momento non avevo letto nessun tipo di recensione..così come ora), dal trailer mi sembrava una cinepanettonata. post visione non posso che confermarlo..ci mancava soltano enzo salvi e i fichi d'india. per me in assoluto il peggior allen.

detto questo, si ride anche..a tratti qualcosa di piacevole c'è pure. però dovrei dimenticare che è di woody allen per considerarlo passabile.

ps: no comment per il doppiaggio.

Alessandra Graziosi, autore, alle 1:14 del 5 maggio 2012 ha scritto:

non è un caso se pensate che proprio questo è il peggiore

E' improbabile che Allen sia improvvisamente impazzito dopo Midnight in Paris e abbia fatto proprio da noi il suo film peggiore. E' invece molto più probabile che siamo noi italiani, essendo la materia trattata, ad essere di parte e ad aver visto il film con un certo pregiudizio della serie "che ne sa lui di noi? Deve per forza sbagliare". A proposito di questo in risposta a quello che avete detto vi linko questa recensione: http://it.paperblog.com/to-rome-with-love-sottovalutato-1046909/

alexmn (ha votato 4 questo film) alle 2:06 del 5 maggio 2012 ha scritto:

io non avevo nessun preconcetto verso allen (che adoro), anzi. gli avevo perdonato senza problemi anche qualche ruffianeria di troppo in midnight in paris. la stessa cosa vale per la 'materia trattata'. semplicemente la mia opinione personale è che sia un film pessimo, senza se e senza ma. rimane comunque soltanto il mio giudizio personale e non voglio convicere nessuno. solo che se penso a un suo film a caso, tipo harry a pezzi, la differenza rispetto a to rome with love è incomparabile, su ogni aspetto. il discorso sarebbe lungo.

anche se vogliamo guardare l'aspetto più prettamente tecnico, ti dirò che la fotografia di khondji è sotto al solito livello (altissimo) di qualità. perchè non bastano i toni ambrati o freddi a seconda della storia (che peraltro sono una questione di grading fatto in telecinema) a fare un'ottima fotografia...c'è davvero un'inspiegabile mancanza di cura nella gestione della luce. il livello è comunque buono, perchè il buon darius è tra i migliori in circolazione, però ha fatto decisamente molto meglio (cito, a caso, 'un bacio romantico' dove ha saputo lavorare con wong kar-wai senza sfigurare rispetto alla fotografia del suo collaboratore abituale, chris doyle...praticamente una divinità fatta luce).

tralascio l'improbabilità del fatto che allen non possa aver fatto un brutto film proprio da noi..su quali basi artistico-statistiche non sarebbe probabile?

più che altro mi spiace che un film per cui avevo molte aspettative, mi abbia deluso su tutti i fronti.

Alessandra Graziosi, autore, alle 3:55 del 6 maggio 2012 ha scritto:

Lavoro nel settore e ti posso assicurare che la fotografia di Khondji è a un livello altissimo. Ero presente sul set e ho visto la cura nella gestione della forte luce estiva di roma (venivano utilizzati materassi volanti ad elio per filtrarla). Poi che Khondji abbia adottato stili diversi a seconda dei vari registi è normale. Tu preferirai lo stile scelto per Wong Kar-Wai. Io ho apprezzato il timbro "italiano" e volutamente più dimesso soprattutto negli episodi di Mastronardi e Benigni (addirittura di impostazione televisiva - vedi camera a spalla - per conferire il realismo necessario all'episodio). Allen prima di girare il film ha chiesto espressamente a Khondji di rivedere "Il conformista" (essendo Darius allievo di Storaro). Ovviamente il risultato è diverso, dato che il film è diversissimo, ma l'ho apprezzato. anch'io adoro Harry a pezzi, ma si tratta di un film completamente differente da questo. Un autore non può fare sempre lo stesso film, soprattutto se ne fa uno all'anno. Il bello è anche questo, la diversità, vedere Woody che si intinge di "italianità", anche fotografica appunto, e contenustica per quanto riguarda i rimandi continui al nostro grande cinema, grazie ad una stilizzazione scenografica e costumistica di un certo livello, da molti considerata una nota di mancata documentazione sul nostro modo di vestirci. e qui arriviamo alle basi artistiche. Un bagaglio del genere ha permesso un'ispirazione fortissima ad Allen (molto meno forte, per esempio, poteva essere quella del cinema inglese nei suoi film londinesi, dato che gli autori italiani sono tra i preferiti di Allen, sicuramente più degli inglesi). Ecco, questa è una buona motivazione, e anche il fatto che l'80% degli amanti di Woody si siano inferociti per questo film e non per opere molto più brutte quali Scoop o Incontrarai l'uomo dei tuoi sogni, è significativo, come il fatto che nelle varie recensioni si parla di opera "offensiva" per l'Italia. Questa non è assolutamente una coincidenza (non dico che è il caso tuo), e sarà ancora più evidente quando sapremo la risposta del pubblico all'estero. In ogni caso, si tratta di una pellicola complessa, con un'insieme di significati simbolici difficili da cogliere soprattutto a una prima visione. e per questo ti consiglio di rivederlo. a me una seconda visione ha giovato.

alexmn (ha votato 4 questo film) alle 13:24 del 6 maggio 2012 ha scritto:

non ci stiamo capendo. non sto dicendo che allen dovrebbe fare lo stesso film, ma semplicemente che il livello qualitativo (quindi non temi, modi, ecc..) di un film come harry a pezzi (come anche io e anni,manhattan e così via) è superiore. allen nella sua carriera ha raccontato storie con toni e modi differenti, ma sempre ad alto livello. questo non è accaduto, per me, con quest'ultimo film.

stessa cosa per darius. io parlo sempre a livello generale (e non riguardo allo specifico film di kar-wai..era solo un esempio) e dal mio punto di vista molto tecnico ti assicuro che qui non ho trovato la sua solita cura nell'illuminazione. poi per la cronaca, la gestione della luce solare è tra le prime cose che insegnano a un direttore della fotografia ed è soprattutto la condizione che uno si trova ad affrontare appena inizia la carriera (visto che tendenzialmente nei primi lavori non ci si trova con i budget necessari per bilanciare/modificare l'influenza della luce del sole).

io non ci vedo grossi significati simbolici, anzi. però vabbè, sarà il mio punto di vista.

l'unica cosa, per favore non accostiamo il conformista a questo film. per favore.

Alessandra Graziosi, autore, alle 17:05 del 6 maggio 2012 ha scritto:

Mi sembrava di aver già specificato che i due film, Il Conformista e questo, non sono confrontabili proprio perché agli antipodi. Così come non mi ero soffermato sulla gestione della luce estiva in sé, ma sull'utilizzo dei materassi ad elio, sconosciuti ai film italiani (anche per motivi di budget). Quello che ho apprezzato è che, può piacere o no, ma effettivamente il film di Allen è l'unico film americano girato a Roma negli ultimi anni che non ha un look fotografico americano, eccetto l'episodio Baldwin- Ejsenberg-Page (americano, appunto). E per fare un confronto, basta vedere il lavoro che ha fatto Richardson con Mangia Prega Ama, film davvero terribile e stereotipato, in cui, per quanto Richardson sia eccellente, Roma appare assolutamente più patinata e "vista" da un occhio americano, cosa che Woody intelligentemente ha voluto evitare. I significati simbolici sono difficili da cogliere proprio perché sono simbolici e quindi non immediati, e appunto per questo una seconda visione aiuta. Allen non è diventato stupido all'improvviso, questo è sicuro.

forever007 (ha votato 3 questo film) alle 20:03 del 19 maggio 2013 ha scritto:

alex ha ragione..a me non sembra un film di Allen, purtroppo però lo è e dobbiamo farcene tutti una ragione, se questo film l'avesse fatto Pinko Panko o fosse ambientato al Polo Nord avrebbero tutti detto che è una cagata colossale, ed in quel caso nessuno avrebbe detto voi la pensate così perchè...ecc ecc Non è una storia originale, non è raccontata bene e non emoziona..ogni storia è insensata ed è più insensata delle altre!

tramblogy alle 23:04 del 19 maggio 2013 ha scritto:

9????wahahahahahahah..me l'ero perso....che ridere ...