A 1993 - Ogni rivoluzione ha un prezzo

1993 - Ogni rivoluzione ha un prezzo

LA MILANO DI TANGENTOPOLI E “LA DISCESA IN CAMPO” DI BERLUSCONI,

NELLA SECONDA FASE DELLA SERIE CHE DECRIVE L’ITALIA DEGLI ANNI ’90.

Il 16 maggio debutterà su Sky Atlantic HD e Sky Cinema Uno HD, 1993, secondo capitolo della produzione originale Sky realizzata da Wildside in collaborazione con Beta Film, che racconta la fase di profondo cambiamento dell’Italia durante i primi anni ’90, attraverso lo sguardo e le vicende di personaggi di fantasia molto vicini a quelli della nostra storia recente, la cui vita si intreccia con sconvolgimenti politici, civili e sociali. La serie verrà trasmessa tutti i martedì alle 21.15 in doppio episodio e sarà disponibile anche su Sky Go e su Sky On Demand.

Per la regia di Giuseppe Gagliardi, torneranno sullo schermo Stefano Accorsi nel ruolo di Leonardo Notte, Antonio Gerardi in quello di Di Pietro, Miriam Leone nei panni di Veronica Castello, Guido Caprino, che interpreta Pietro Bosco, Domenico Diele (Luca Pastore) e Tea Falco (Bibi Mainaghi), assieme ad altri grandi attori tra i quali, in questa serie, spiccherà il bravissimo Paolo Pierobon, nel ruolo assolutamente mimetico di Silvio Berlusconi. Uomini e donne mossi da ambizione, desiderio di rivincita e di vendetta, che il pubblico ritroverà nel caos del passaggio tra la Prima e la Seconda Repubblica. Gli otto episodi di 1993 fanno da seguito ai 10 della prima stagione, venduta ad oggi in oltre 100 paesi.

L’ANNO DEL TERRORE . Il 1993 è la fotografia nitidissima di un passato ancora prossimo. Le immagini che tornano alla mente sono quelle delle bombe, degli attentati di mafia, e il suono di un risveglio che pone fine all’edonismo degli anni ‘80. Si entra di fatto in un’epoca di smarrimento e poi di ricostruzione, con il black out democratico e gli attacchi delle mafie che scuotono il Paese, intaccando un sistema politico che sembrava inossidabile. Ci si sposta da Milano nella Roma dei grandi palazzi del potere e poi nuovamente nella città che vede avvicinarsi l’ingresso ufficiale in politica di Silvio Berlusconi, con i suoi appalti milanesi e lombardi, la sua gestione degli strumenti di comunicazione di massa, il calcio, le donne, e tutte le vicende personali che ben conosciamo, che si intrecciano in maniera indissolubile con la storia e la forma di questa città. Ritroveremo il mausoleo della villa di Berlusconi, Arcore, il Pirellone, la Torre Velasca, e la casa di Leo, con una vista mozzafiato su Milano.

LA PAURA PRENDE FORMA . Come in un noir classico, i personaggi del thriller politico si muovono nell’incertezza, in un ambiente che si fa sempre più austero, rigoroso anche dal punto di vista stilistico, e caratterizzato da una regia meno appariscente, stabile, e progressivamente concentrata sullo sviluppo psicologico dei personaggi. Regnano il primo piano, la corrispondenza cromatica tra costumi e scenografia, ed il contrasto con il pop degli anni ’90. Senza la pretesa di restituire una verità storica, gli sceneggiatori (Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo), già autori della prima serie, tratta da un’idea di Accorsi, iniziano a descrivere l’anarchia, le ombre e i misteri di quell’anno citando Georges Danton, in un interessante parallelismo tra i cambiamenti dell’Italia e la Rivoluzione Francese, che visse tre fasi: Rivoluzione, Terrore e Restaurazione, portandoci ad immaginare che nel 1994, incapperemo anche nel fantasma della P2.

OGGI COME IERI . Chiude con la colonna sonora di Davide “Boosta” Dileo e l’adattissimo brano “Disarm” degli Smashing Pumpkins (ovviamente del 1993), la prima puntata di questa seconda serie, che come sottolineato da Lorenzo Mieli, fondatore di Wildside assieme a Mario Gianani, <<cerca di fare un racconto di ieri, che in qualche maniera parli anche di oggi: della nostra instabilità, del desiderio di giustizia, delle caste, della rabbia crescente e del populismo>>, proiettandosi inevitabilmente verso il futuro dell’Italia.

 

La Trama

Si riparte dal 30 aprile 1993, con la celebre scena all’Hotel Raphael di Roma in cui la folla scagliò monetine contro Bettino Craxi. Se il 1992 fu l’anno in cui la rivoluzione di Mani Pulite ebbe inizio, il 1993 fu invece quello del Terrore. Crollato il vecchio potere, occorreva occupare i posti liberatisi e in questo clima i protagonisti della serie si scontrano, per guadagnarsi un posto in quella società nebulosa ed instabile. Leonardo Notte sogna un’avventura politica al fianco di Berlusconi, ma per riuscirci dovrà superare i conflitti del suo animo scisso e le insidie di un passato che ritorna. Al suo fianco c’è Arianna, una donna fuori luogo. Il leghista Pietro Bosco ha visto deteriorarsi la sua storia d’amore con Veronica, che tuttavia resta la sua ossessione, e comincia ad entrare nel gioco della politica. Luca Pastore continua a combattere abusi di potere e malasanità, ed il 1993 è la sua ultima occasione per ottenere vendetta: Eva, nuovo amore, farà vacillare le sue certezze. Torna l’allora PM di Mani Pulite Antonio Di Pietro, che continua la sua battaglia per portare alla sbarra l’intero Sistema. Veronica Castello ha ottenuto il successo che cercava in Tv, ma la competizione è agguerrita: il rapporto con lo scrittore Davide le darà l’opportunità di riflettere su sé stessa. Per Bibi Mainaghi invece ricchezza e ambizione ci sono già, ma lei si sente sola e suo fratello Zeno si sta perdendo: combatterà un potere che si è fatto oscuro.

Alcuni dei personaggi principali

Leonardo Notte . (Stefano Accorsi) Pubblicitario bolognese alla soglia dei quaranta: elegante, sexy e spregiudicato. In 1993 Leo viene trascinato nel vortice della politica, ma deve decidere da che parte vuole stare veramente. Il rischio di pretendere troppo dalla sua vita è altissimo e lo porterà a scommettere molto, oltre che ad un passo dal perdere tutto. Per l’attore, il personaggio in questa serie <<cerca in Milano la sua nuova dimensione, che evolve, acquisendo ulteriori e complesse sfaccettature>>.  

Veronica Castello . (Miriam Leone) Bellezza disarmante e disarmata, usa il proprio corpo come strumento di lavoro. Dopo una vita consacrata al sogno del successo in Tv, Veronica comincia a chiedersi quanto può durare. E se invece provasse a diventare lei, l’uomo di potere?! Lei, che voleva essere “la più amata dagli italiani”, a detta dell’attrice <<cambia, acquista spessore, ed un inquietante doppio volto>>, supportata da un giovane scrittore. 

Bibi Mainaghi . (Tea Falco) In 1992 era una ribelle figlia di papà. Dopo un anno si trova con ricchezza e potere fra le mani, ed è costretta a crescere: le nuove responsabilità la attraggono, ma non riesce ancora a gestire il lato oscuro di ciò di cui dispone. La Falco ha raccontato che Bibi <<come un Samurai, imparerà a gestire le proprie emozioni e a combattere, crescendo>>.  

Antonio Di Pietro . (Antonio Gerardi) Nel 1993 è il PM più famoso d’Italia. <<Da quel momento diventa l’idolo delle folle, un simbolo: un vendicatore di cui il popolo italiano aveva bisogno>>, ha raccontato Gerardi. La maxitangente Enimont gli offre l’occasione irripetibile, oltre ai fatti legati alla Malasanità, ma ha poco tempo, perché la Restaurazione si sta preparando. <<Si scatena il “panico da Pretura” tra i rei confessi: da lì a poco prenderà avvio una massiccia catena di arresti>>. Ma quante speranze ci sono di affondare un sistema in piedi da oltre cinquant’anni? 

Silvio Berlusconi . (Paolo Pierobon) Attraverso un’interpretazione assolutamente mimetica, l’attore riproduce in maniera fedele, e a volte inquietante, non solo i tratti somatici del noto imprenditore, ma anche tic, movimenti, toni vocali, atteggiamenti, creando nello spettatore un forte senso di adesione alla realtà. Vediamo Berlusconi in ogni sillaba pronunciata, nei suoi umori, e ne intercettiamo chiaramente le sfaccettature morali. Nel personaggio, riusciamo a cogliere la persona in maniera quasi fotografica. 

 

 

 

 

La recensione

 

Questa seconda serie si presenta in effetti con una regia un po’ più freddina rispetto alla prima: meno dinamica e più grave, ma che comunque già durante il primo episodio prende gradualmente ritmo e funziona molto bene nel finale. La storia ovviamente vince su tutto: piaccia o meno la regia, la sceneggiatura è troppo interessante per non restarne catturati. Tangentopoli ci riguarda, ci racconta, ed è dietro l’angolo della nostra Storia, oltre che terribilmente spettacolare.

I personaggi anche in questa serie sembrano sviluppati molto bene (almeno al primo episodio), nel giusto equilibrio tra elementi reali, realistici e di finzione. Il telefilm è scorrevole, funzionale, racconta bene e scava nelle vicende e nei protagonisti della nostra storia recente, ma senza risultare “imputabile” di nulla, restando sempre in perfetto equilibrio sul limite tra reale e narrativo (stabilità veramente molto complessa da ottenere).

Molto interessante la colonna sonora, buono il ritmo, fotografia e scenografie un po’ spente, ma tutte le maestranze hanno sottolineato con convinzione che si tratta di una precisa cifra stilistica scelta, come ha detto Gagliardi, per restare su un profilo lineare, non troppo spettacolarizzante, data anche la gravità dei temi trattati: <<abbiamo voluto far arrivare in primo piano l’inquietudine e l’incertezza dei personaggi, senza che lo spettatore risultasse distratto da troppo altro, rispetto all’indagine sui fatti e sui protagonisti di questa storia>>.

Il paragone con la serie House of Cards, di Beau Willimon, ci sta, soprattutto a livello di sceneggiatura, oltre che di tematica, ma non dal punto di vista estetico, dell’immagine.  Il successo di 1992 e molto probabilmente anche quello che 1993 avrà, dimostrano ancora una volta che ciò che sappiamo raccontare meglio sono ovviamente le nostre storie: quelle più locali. Nel quadro di un percorso cominciato quasi 10 anni fa con Romanzo Criminale, di Michele Placido, e poi con la serie di Stefano Sollima, tratti dal potente libro di Giancarlo De Cataldo, si procede con il romanzo storico dell’Italia, approdando stavolta ad un’atmosfera maggiormente noir, forse più adatta al thriller politico della precedente.

Davvero niente male.

 

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