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7/10

Underworld: Blood Wars regia di Anna Foerster

Azione
recensione di Leda Mariani

Quinto ed ultimo capitolo della serie di grande successo Underworld, Blood Wars segue la guerriera vampira Selene (Kate Beckinsale), costretta a difendersi dai brutali attacchi che le vengono sferrati dal clan dei Lycans e dalla fazione di Vampiri che l'ha tradita. Con al fianco due soli alleati: David (Theo James) e suo padre Thomas (Charles Dance), l’eroina cerca di porre fine all’eterna guerra fra Lycans e Vampiri, anche se questo significa per lei l'estremo sacrificio. Entrambe le fazioni danno la caccia a Selene: i vampiri vogliono giustiziarla per aver ucciso Viktor e Markus, mentre i licantropi vogliono sfruttarla per localizzare sua figlia Eve, il cui sangue può essere usato per creare un esercito di creature ibride invincibili. Un gruppo di vampiri decide di concedere la clemenza a Selene per ottenere il suo aiuto nell'addestramento dei soldati, ma i tradimenti sono dietro l'angolo e lei si ritrova ancora una volta nel bel mezzo di uno scontro all'ultimo sangue, che potrebbe anche risolvere il mistero della scomparsa di Michael Corvin...

Dopo quasi quattordici anni dall'uscita del primo Underworld, che applicava a sua volta su larga scala il modello di Blade, il quinto episodio della saga riprende ovviamente ancora una volta l’archetipo narrativo della lotta millenaria tra vampiri e lupi mannari, nonché una reinvenzione intrigante della mitologia legata ad entrambi i mostri, con contaminazioni fantascientifiche ed ipertecnologiche. Il primo film ha lanciato la carriera action di Kate Beckinsale e quella cinematografica del regista Len Wiseman, ed ha inaugurato i franchise di punta della Screen Gems, etichetta di genere della Sony che ha saputo sfruttare le avventure di due eroine forti come Selene e Alice (Milla Jovovich), entrambe destinate a congedarsi dal pubblico dopo il sesto capitolo (Resident Evil - The Final Chapter è uscito qualche mese fa, mentre il sesto Underworld sarebbe già in fase di preparazione).

Prima di arrivare al capolinea è però necessario l'intermezzo costituito da Underworld - Blood Wars, che dopo la deriva più moderna del precedente Underworld: il risveglio, in 3D, torna alle gerarchie di vampiri e Lycans. La voce narrante di Selene guida come sempre in prima persona lo spettatore, con un riassunto delle puntate precedenti assolutamente necessario dopo quasi cinque anni di pausa tra un episodio e l'altro, riportando all'amore proibito fra Selene e Michael Corvin, ibrido fra vampiro e licantropo. Per la regia di questo episodio si è scelto di puntare sulla debuttante Anna Foerster, cineasta di origini tedesche che si è fatta le ossa come regista della seconda unità e direttrice della fotografia, principalmente al servizio di Roland Emmerich da Independence Day in poi, prima di esordire propriamente dietro la macchina da presa con episodi di serie come Criminal Minds e Outlander. Una gavetta che è allo stesso tempo vantaggio e svantaggio per la sua prima regia cinematografica, perché da un lato la sua esperienza, soprattutto al seguito di Emmerich, ha reso il film molto ritmato ed avvincente dal punto di vista dell’azione, con scene di combattimento abilmente coreografate, originali, e dotate di forte suspense, ma dall’altro la regia risulta complessivamente un po’ fredda, poco personale e distaccata.

La contaminazione fra intimo ed epico degli episodi precedenti è andata perdendosi dietro all’azione, e l’aspetto mistico è affrontato in maniera sbrigativa, non chiara, e da lontano (vedi la semplicità con la quale la protagonista e i vampiri del Regno del Nord entrano ed escono dall’ “altro mondo” senza tante spiegazioni). Sono piene di vita solo le sparatorie e le scene affini, mentre ogni volta che vengono sospesi i massacri, la narrazione cede il posto a tempi morti, con complotti nelle stanze del potere vampiresco che non reggono il confronto, vista anche la partecipazione di attori come Charles Dance e Tobias Menzies, con prodotti confezionati molto meglio, come ad esempio Il trono di spade. Gli attori, molti dei quali bravi, non sono stati sfruttati appieno rispetto alla drammaticità che avrebbero potuto esprimere in tanti momenti, e come sempre Theo James ha purtroppo l’espressività di una fotocopiatrice. Tuttavia il film diverte e interessa, in un mix decente tra ritmo sostenuto, scene d’azione d’impatto e location molto interessanti, stavolta per lo più in mezzo alla neve. A livello narrativo però, dopo una graduale e curata introduzione a trame, tradimenti, ed intrecci vari tra i personaggi, si arriva ai grandi svelamenti finali in maniera troppo improvvisa, facile, come ci si fosse accorti di aver già utilizzato troppo tempo, e si dovesse dunque saltare subito al finale.

La versione 3D è sostanzialmente inutile: molto nitida, la si dimentica dopo circa cinque minuti dall’inizio del film, per non ricordarsela mai più. Sembra che tutti i movimenti di macchina e le sequenze cinematografiche siano state pensate quasi esclusivamente in versione bidimensionale e quindi il risultato ha poco senso. Bella invece la fotografia di Karl Walter Lindenlaub.

Se ci fosse un sesto ed ultimo episodio, ruoterebbe credo tutto, a questo punto, attorno ad Eve (anche perché il resto pare ormai sviscerato… in tutti i sensi). Ma se finisse così, la saga avrebbe avuto comunque la sua degna conclusione.

In sostanza un film forse un po’ freddino, ma godibile e divertente per chi ama il genere e la saga. Non un capolavoro… questo no…

 

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