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8/10

Ruggine regia di Daniele Gaglianone

Drammatico
recensione di Giulia Bramati

La vita di un gruppo di bambini viene segnata radicalmente da un uomo che stupra e uccide una di loro. Pur riconoscendo il colpevole, essi sanno che non saranno creduti dagli adulti e cercano di proteggersi da soli.

I traumi subiti da bambini rimangono indelebili anche quando si raggiunge la maturità. “Ruggine” racconta la storia di un gruppo di ragazzini vissuti alla fine degli anni Settanta che subirono violenze da parte di un dottore, mostrando parallelamente la vita di tre di loro diventati adulti. Il divario sociale tra la povertà delle famiglie dei bambini e l'elevatezza del ceto del medico, accennata all'inizio del film, si rivela profondamente ingiusta. Valerio Mastandrea, che interpreta Carmine, il "capobanda" figlio di emigrati pugliesi, diventato adulto, in una scena chiave del film si rende conto che il fallimento della sua vita - disoccupazione, solitudine, miseria - è dovuto in parte alle condizioni della sua famiglia: stanco di studiare, a dodici anni decide di andare a lavorare con il consenso dei genitori, cosa che non sarebbe stata concessa al figlio di un medico o di un avvocato, che sarebbe stato mandato in una scuola privata ad ultimare gli studi e a conquistare facilmente un posto nella società. È dunque un film sul potere, che indaga le dinamiche tra il dottore e gli altri personaggi, in particolare i bambini, che vedono quello che gli adulti non vedono, cioè che sotto le vesti del medico laureato si nasconde un mostro.

Insieme alla storia di Carmine adulto, vengono proiettate anche le vicende di Sandro e Cinzia: il primo, interpretato da Stefano Accorsi, ritrovatosi solo con il figlio di pochi anni in un appartamento nuovo, pieno di cartoni da trasloco, senza più una moglie, si sente assalito dalla solitudine e rivede dentro di se quella paura provata da bambino di fronte agli orrori del dottore; Valeria Solarino interpreta Cinzia, diventata un'insegnante delle scuole medie, che continua a portare dentro di sé quel senso di stranezza e inadeguatezza che la contraddistingue dal momento in cui ha visto verificarsi gli episodi di violenza. Notevole le interpretazione dei piccoli protagonisti del film, che occupano gran parte della pellicola, dimostrandosi molto spontanei.

Dal punto di vista tecnico, il film risulta piuttosto originale: il regista sceglie di inserire giochi di fuoco, lasciando talvolta inquadrature completamente sfuocate; in diversi momenti le scene si intervallano a brevi attimi di schermata scura, che ha lo scopo di amplificare il dolore provato dai personaggi e ad aumentare l'angoscia dello spettatore. È un film a forte impatto emotivo, perché l'intreccio non e lontano dalla realtà.

Durante la conferenza stampa svoltasi al termine della proiezione durante una delle Giornate degli Autori alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, gli attori sono stati concordi nel sottolineare la bravura del regista Daniele Gaglianone, che ha cercato un "lavoro in continuo divenire", come ha detto Accorsi. La Solarino ha voluto spiegare, rispondendo ad una domanda sul suo personaggio, che "a volte, anche se la tua vita è felice, possono esserci segni della ruggine dentro di te, delle cicatrici, ma bisogna imparare a convivere come se fossero una piccola parte di noi". Filippo Timi è rimasto sorpreso dalla sua stessa interpretazione: il ruolo di dottore-pedofilo richiedeva una capacità recitativa di altissimo livello, perché c'era il rischio di risultare eccessivi e di fare così un pessimo lavoro. La sceneggiatura è tratta dal libro di Stefano Massaron da cui però il regista si è parzialmente discostato, riscrivendo le scene che si svolgono ai giorni nostri e anticipando il momento della scoperta della mostruosità del dottore.

Un film emotivamente coinvolgente, che ricorda che gli italiani sanno ancora dimostrarsi coraggiosi nel cinema.

V Voti

Voto degli utenti: 7,3/10 in media su 4 voti.

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Marco_Biasio (ha votato 6 questo film) alle 11:25 del 6 settembre 2011 ha scritto:

Tutti i miei complimenti, Giulia. Sto seguendo attentamente il tuo tour de force al Lido e quello che leggo mi sta assai piacendo... Ruggine era uno dei film, assieme a A Dangerous Method di Cronenberg e Kotoko di Tsukamoto, che avrei tanto voluto andare a vedere quest'anno a Venezia. Purtroppo l'indisponibilità economica mi ha tagliato le gambe... Spero tanto sarà per l'anno prossimo, magari con un film di Lynch (?). Questo comunque lo andrò a vedere al cinema, poco ma sicuro. Ancora complimenti

alejo90 alle 12:58 del 6 settembre 2011 ha scritto:

leggendo la trama, sembra copiato da mystic river di Eastwood, anche se immagino che lo sviluppo sarà molto diverso. Credi che abbia possibilità di vincere, in base a ciò che hai visto finora?

hayleystark (ha votato 8 questo film) alle 21:58 del 6 settembre 2011 ha scritto:

Un film a lenta carburazione ma dal potentissimo impatto finale, con un Filippo Timi se possibile più strepitoso del solito. Un piccolo gioiello. Mi ha talmente affascinato che, anche se il processo inverso sarebbe preferibile, sto letteralmente "bevendo" il romanzo di Massaron.

I tuo "Diari del Vaporetto" mi stanno piacendo moltissimo, grande Giulia!

alexmn (ha votato 6 questo film) alle 12:06 del 7 settembre 2011 ha scritto:

l'ho visto ieri sera e non so..mi ha lasciato un po' così. gaglianone ha talento e si vede, però il film sembra aver tante suggestioni poco amalgamate/coerenti tra loro (21 grammi - soprattutto per le scelte fotografiche, anche se prieto è su un altro pianeta, e per quelle narrative; un po' anche io non ho paura...). nonostante questo i momenti che lasciano un segno (emotivo) ci sono. il libro di massaron merita davvero.

hayleystark (ha votato 8 questo film) alle 14:20 del 7 settembre 2011 ha scritto:

Sono rimasta infastidita per i primi tre quarti d'ora, non capivo dove volesse andare a parare, ma superato l'impasse iniziale si è aperta una specie di voragine e da lì in poi è stato tutto un crescendo (ad eccezione del finale forse un po' didascalico, se non fosse per il brano de Le Luci della centrale elettrica). Sicuramente risente di moltissime suggestioni cinematografiche "esterne" ma l'ho trovato comunque coraggioso, soprattutto nel trattare un tema del genere senza cadere in eccessi morbosi (il romanzo creava questo rischio).

Marco_Biasio (ha votato 6 questo film) alle 16:08 del 7 settembre 2011 ha scritto:

RE:

No, che cazzo hanno messo delle Luci?

hayleystark (ha votato 8 questo film) alle 16:30 del 7 settembre 2011 ha scritto:

"Un campo lungo cinematografico"..è grave?

Marco_Biasio (ha votato 6 questo film) alle 19:58 del 7 settembre 2011 ha scritto:

RE:

Non l'ho mai sentita prima, dev'essere un inedito. In ogni caso sì, è grave Scommettiamo un milione di euro che il prossimo film con colonna sonora di LLCDE sarà "Acciaio", e non solo per affinità metallica?

hayleystark (ha votato 8 questo film) alle 20:41 del 7 settembre 2011 ha scritto:

RE:

Ah potrebbe anche essere, ci sono parecchie affinità.. Comunque, sì, è un inedito composto appositamente per il film e sono d'accordo con Alessandro, sul finale sta da dio.

alexmn (ha votato 6 questo film) alle 16:33 del 7 settembre 2011 ha scritto:

il buon vasco brondi ci stava bene sul finale.

dalvans (ha votato 6 questo film) alle 11:55 del 21 ottobre 2011 ha scritto:

Sufficiente

Nulla di più

Cas (ha votato 9 questo film) alle 14:37 del 24 dicembre 2011 ha scritto:

Meraviglioso!

Marco_Biasio (ha votato 6 questo film) alle 12:24 del 15 novembre 2014 ha scritto:

Tecnicamente è ottimo e disturbante, sia a livello visivo che - soprattutto - a livello sonoro. Mi ha un po' indisposto la voluta irresolutezza dei personaggi: agiscono sempre tra il buio e la luce e nemmeno dopo quasi due ore di pellicola li si arriva ad inquadrare pienamente. Bravo Timi, alle prese con una parte non semplice (il delirio monologico sul nazismo lo si ama o lo si odia) e brava la Solarino. Accorsi, al solito, inadatto. Ambientazioni azzeccatissime, colonna sonora un po' troppo minimale e sfiancante. 6.5.