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7/10

Elena regia di Petra Costa

Documentario
recensione di Barbara Scalco

Elena aveva un sogno che alimentava la sua vita. Un giorno questo sogno è scomparso, e con esso anche la vita di Elena.

Elena”. Fin dalle prime immagini risulta chiara la portata drammatica della storia. La voce di Petra Costa, regista e narratrice attiva del film sussurra parole, frasi apparentemente disconnesse che evocano un'atmosfera magica ma poco invitante. Non per quello che ci viene detto ma perchè piano, ci rendiamo conto che Petra ci sta invitando all'interno della sua stessa mente, dei suoi ricordi ricomposti immagine dopo immagine come fossero un puzzle. Piccoli pezzi della propria infanzia e della propria vita.

Non è un film, ma non lo si potrebbe definire nemmeno un documentario, la storia che Petra vuole farci conoscere è quella della sorella maggiore, Elena. Elena è più grande di tredici anni ma le due sono così unite da sembrare parte di una stessa persona.

La regista ricompone spezzoni di home movie della propria infanzia, durante i quali ci racconta tutto quello che dovremmo sapere sulla sorella ormai scomparsa. Elena aveva un sogno e una passione: l'arte. Amava danzare, cantare, recitare, amava spiare la sorellina con la propria telecamera e dirigerla come una vera attrice in un set cinematografico. Fuggita dal Brasile Elena si trasferisce a studiare a New York, una città che non ha nulla a che fare con le sue abitudini, ma che la rende felice, studia quello che le piace e passa le giornate ad allenarsi tanto che un giorno conosce Coppola e lei non ci può credere, il suo sogno si sta realizzando davvero. Qualcosa però non va per il verso un giusto, un giorno Elena scopre che non riuscirà a diventare quello che ha sempre sognato e questo le spezza il cuore e la voglia di vivere. A questo punto sappiamo già come andrà a finire: Elena si toglierà la vita.

Risulta evidente quello che Petra cerca di fare per mezzo di questa pellicola, è come se in qualche modo cercasse di rendere immortale la sorella per mezzo di immagini e racconti, la regista vaga senza meta fra le strade caotiche di una New York troppo affollata dove, paradossalmente, la sorella si sente tragicamente sola.

É la storia di Elena, ma potrebbe essere la storia di molti altri ragazzi, quello che li accomuna è l'ambizione e al tempo stesso l'incapacità di accettare la vita ovunque essa finirà per condurli. Spesso le cose non vanno come si vorrebbe ed è a quel punto bisogna essere forti. New York potrebbe essere vista anche come una metafora del nostro mondo, sempre più caotico, sempre più affollato e veloce, un mondo nel quale è tragicamente difficile realizzare i propri sogni, un luogo nel quale per vivere devi imparare a volare basso e con i piedi ben saldati al terreno. Elena è in qualche modo vittima della modernità e della depressione che spesso essa comporta.

Petra Costa si rivela con questo documentario una regista dalle capacità promettenti, in grado di fondere assieme passione, poesia e la speranza di far rivivere la sorella realizzando il sogno che lei non è riuscita a concludere.

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