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6/10

Tutto In Una Notte regia di Emanuele Angiuli

Documentario
recensione di Barbara Scalco

Un intero album e una sola notte per poterlo realizzare. Una folle impresa che finirà per segnare l'inizio dell'improbabile storia degli Skiantos.

Tutto in una notte” è un documentario che cerca in qualche modo di presentarsi come il gruppo di personaggi che va a descrivere: gli SKIANTOS. Gruppo punk/rock nato quasi per caso in una caotica notte del 1977 e che ha follemente continuato ad esistere almeno per i 35 anni successivi.

I membri del gruppo non si sognano nemmeno di ignorare la loro fortuna, hanno azzeccato i tempi giusti e questo non è da mettere in discussione, era certamente il luogo e il momento più adatto perchè il rock demenziale potesse nascere e diffondersi in maniera così rapida portandosi appresso tutto il successo che riuscì ad ottenere.

Lo sfondo inevitabile di questa avventura è una scombussolata Bologna di fine anni '70, sede di attivismo, ideali, fucina di cambiamenti e fermenti creativi di ogni genere. Per gli Skiantos, o almeno per quelli che ne furono i capostipiti, è bastata una notte che a detta loro risultò più simile ad uno più o meno sballato happening fra amici. L'avventura di quella nottata era nata un' pò come una sfida: poche ore per registrare un intero album del quale esistevano a mala pena i testi, quanto meno abbozzati.

Nel corso della pellicola i membri del gruppo ricordano fra le risate quella pazzesca vicenda e risulta inevitabilmente buffo il fatto che in realtà nessuno avesse avuto la minima idea di quanti e quali fossero i membri dell'ideale “band”, di che musica fare, chi sapesse davvero suonare cosa e chi fosse in grado di cantare. Gli amici cominciarono a chiamare gli amici di amici, tanto che in conclusione, alla casa di registrazione si radunarono una quindicina di persone per buona parte completamente incompetenti in fatto musicale.

Miracolosamente o meno, l'alba seguente un album esisteva per davvero: “Inascoltable”, un titolo che la dice lunga sul genere che proponeva ad un eventuale ascoltatore. Sarà stato il destino o il caso ma l'album in questione divenne un' icona figlia legittima di genio e follia, capostipite di un genere che diede vita ad uno dei primi gruppi “demenziali” d' Italia.

Emanuele Angiuli, cofondatore del gruppo di ricerca videosperimentale Grabinsky, propone al pubblico questa avvincente storia. Scanzonato ed ironico, il documentario è girato con uno stile piuttosto amatoriale, un collage di “documenti-ricordo” e buffe interviste agli svariati membri del gruppo.

Quello che ne risulta è un divertito tuffo nel passato tramite immagini, parole e una moltitudine di canzoni che, demenziali o meno, risultarono un successo.

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