L Inferno regia di Claude Chabrol
DrammaticoPaul e Nelly gestiscono un albergo in riva ad un lago. La loro relazione e' completata dalla nascita di un figlio, ma l'idillio sembra messo in crisi dalla gelosia ossessiva di Paul, che inizia a dubitare che la moglie lo tradisca. Sara' l'inizio della fine.
La gelosia contraddistingue il rapporto di coppia. Paul e Nelly si amano, ma Paul dubita della fedelta' coniugale di Nelly. La sua paura si trasforma in ossesione, in fobia; una psicosi che non lascia requie alla consorte che cerca di assecondare il marito, ma che ne diventa vittima. Realtà oggettiva e immaginazione si confondono nella mente malata di Paul, incapace di non pensare al peggio.
Chabrol e' bravo a mettere in scena il conflitto psicologico del protagonista, costruendo un personaggio completo, non macchiettistico, affidandosi ad una coppia di attori passionali come Cluzet e la Beart.
Questa sospensione della realtà riprende le intenzioni originarie di Clouzot, che negli anni '60 cerco' di mettere in scena questa storia, e i cui risultati immaginifici sono stati recentemente riscoperti in Francia. Peccato che Clouzot non riusci' a completare l'opera che avrebbe introdotto delle novita' stilistiche consistenti.
Chabrol riprende lo script di Clouzot e lo aggiorna, lasciando in secondo piano la componente sperimentale e insistendo invece sul lato psicologico chiudendo con un"sans fin" che lascia aperto ad ogni sviluppo, dando circolarita' all'opera reinserendo nella sequenza finale le panoramiche che fanno da incipit alle vicende narrate.
Un'opera completamente chabroliana per contenuti e toni, oltre che per le modalita' espressive.
Uno svisceramento del rapporto di coppia e della debolezza della psiche umana che non teme il paragone con il meglio della produzione americana.
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