V Video

R Recensione

7/10

Totò, Peppino e la Malafemmina regia di Camillo Mastrocinque

Commedia
recensione di Antonio Falcone

La trasferta dalla campagna campana in quel di Milano dei fratelli Caponi, alla ricerca della malafemmina Marisa, colpevole di aver distolto il nipote Gianni dagli studi in Medicina…

Sul finire degli anni ‘50 il fenomeno Totò è in fase calante, sia per cause oggettive, l’emergere di nuovi comici, che soggettive, visto che l’attore, ormai non più giovane, si limita a sfruttare il suo rodato repertorio in film a basso costo, tranne qualche lodevole eccezione, costituita da registi come Monicelli; i produttori, accortisi che riesce a dare il meglio più in qualità di guest star che come protagonista, decidono di affiancargli sin dal titolo un nome di grande richiamo, come stimolo per il pubblico:ecco la felice scelta di Peppino De Filippo, dando vita con Totò, Peppino e…la malafemmina ad un’inedita coppia comica, sperimentata in parte già nel’ 52 con Totò e le donne di Steno.

Quanto Totò è volto al surreale, tra folli nonsense e arabeschi linguistici, tanto Peppino è più posato, riallacciandosi alla tradizione teatrale di Scarpetta, pur riuscendo mirabilmente ad essere l’uno complementare all’altro, scambiandosi vicendevolmente il ruolo di spalla; con molte scene lasciate all’improvvisazione, sceneggiatori (Continenza, Manzari, Anton, Thellung)) e regista (Camillo Mastrocinque) si limitano gli uni ad ordire una trama sufficientemente articolata, tra farsa, commedia sentimentale e musicarello (Teddy Reno si esibisce in vari classici, come Malafemmina) e l’altro a tenere a bada eventuali eccessi.

I fratelli Caponi, Antonio e Peppino, vivono in una tenuta nella campagna campana, insieme alla sorella Lucia (Vittoria Crispo), vedova e madre di Gianni (Reno), che studia a Napoli, prossimo alla laurea in Medicina. Una sera questi riceve una visita inaspettata, un’ attrice in fuga da una festa, Marisa (Dorian Gray, nome d’arte di Maria Luisa Mangini, scomparsa lo scorso 16 febbraio), e tra i due scocca la scintilla fatale, tanto che decide di seguirla in tournée a Milano; venuti a conoscenza da lettera anonima che il giovane se la intende con donne di malaffare e della sua partenza dal confinante Mezzacapa (Mario Castellani), zii e mamma si mettono in viaggio per il capoluogo lombardo…

I due grandi attori danno il meglio di sé, spaziando dalla semplice gag visiva (le sassate contro la finestra del vicino, la prova di un trattore), al teatro puro (la scena intorno al tavolo, con il ruolo predominante prima delle persone e poi degli oggetti), e al surreale (l’arrivo a Milano, dove fa freddo e c’e sempre la nebbia, vestiti da cosacchi o la celebre dettatura della lettera, ripresa da Benigni e Troisi in Non ci resta che piangere). Peppino si cala alla perfezione nel ruolo del villico sempliciotto, tutto lavoro e risparmio, improntato ad una elementare filosofia di vita, incapace di portare avanti un discorso di senso compiuto, troncandolo con e ho detto tutto, Totò a volte gli si affianca a volte gli si appoggia, così da potersi esibire nell’ abituale ruolo di sovvertitore del linguaggio comune, oltre che delle più elementari regole di grammatica e di sintassi, dando vita ad assurde ed esilaranti mescolanze stilistiche e linguistiche (la richiesta di informazioni al ghisa). Autentico cult del nostro cinema più popolare, Totò, Peppino e… la malafemmina è un classico senza tempo che si (ri)vede sempre con piacere, riscoprendo il gusto della risata più sana.

V Voti

Voto degli utenti: 8,3/10 in media su 3 voti.

C Commenti

Ci sono 7 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

Enzo Barbato (ha votato 8 questo film) alle 13:40 del 2 marzo 2011 ha scritto:

Grandioso

Bellissima recensione per un film che sarebbe un capolavoro se non fosse intervallato da troppe scene mielose e tediose tra Teddy Reno e Dorian Gray. Per ragioni di sceneggiatura possono anche starci ma fanno perdere molto al ritmo altrimenti scoppiettante del film.

Antonio Falcone alle 16:56 del 2 marzo 2011 ha scritto:

Sono d'accordo

In effetti i "siparietti" tra Teddy Reno e Dorian Gray a volte sono leggermente imbarazzanti e rallentano il ritmo, ma credo siano stati funzionalmente studiati per il lancio dell'artista, visto che nel film non perde occasione per esibirsi... Grazie per i complimenti, troppo buono.

Peasyfloyd, autore, (ha votato 8 questo film) alle 21:33 del 9 marzo 2011 ha scritto:

eccezionale. Il momento della lettera è uno dei più belli della commedia italiana di sempre

concordo con la critica di Enzo

alexmn (ha votato 9 questo film) alle 15:49 del 10 marzo 2011 ha scritto:

e poi..

a milano quando c'è la nebbia, non si vede

dalvans (ha votato 8 questo film) alle 16:51 del 12 ottobre 2011 ha scritto:

Buono

Buon film

brunellodeluxe alle 19:50 del primo settembre 2015 ha scritto:

Pietra "emiliana" del Duo.Con la stessa struttura mantenendo simili vertici ed accusando gli stessi appesantimenti dovuti ai siparietti sentimentali ,metterei senza dubbio la Totò Peppino e la banda degli onesti e Totò,Peppino e i fuorilegge. E ancora allo stesso livello eccelso,ma con meno leziosità narrative Letto a tre piazze e Chi si ferma e perduto.Ottima recensione!

Antonio Falcone alle 9:14 del 9 settembre 2015 ha scritto:

Concordo in pieno, anche perchè due film da te citati, "La banda degli onesti" e "Totò, Peppino e i fuorilegge", ci regalano inoltre delle belle interpretazioni, rispettivamente, di Giacomo Furia e Titina de Filippo. Grazie, un saluto.