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10/10

Don Camillo regia di Julien Duvivier

Commedia
recensione di Messua

Siamo nel giugno del 1946. La guerra si è conclusa da poco.

Nel paese di Brescello (Emilia Romagna) viene eletto il nuovo sindaco Giuseppe Botazzi detto Peppone.

Il film è tratto dai libri di Giovannino Guareschi e racconta le avventure del parroco Don Camillo e del suo rivale Peppone.

Si tratta di un film epocale.

Semplice nella sua trama e anche nel montaggio.

Si tratta del primo film di una serie.

Celebre è Fernandel che grazie a questa saga ottenne fama e riconoscimento anche in Italia e nel resto del mondo oltre che in Francia. Risulta essere un perfetto Don Camillo "il prete da corsa". 

A fare invece la controparte di Peppone ci ha pensato Gino Cervi, un grande attore italiano degli anni '50 e '60; famoso per aver svolto negli sceneggiati televisivi  il ruolo del commissario Maigret.

Le figure di Don Camillo e di Peppone sono due simboli, i simboli delle due parti che vennero fuori in Italia dopo la seconda guerra mondiale. Sono loro la generazione che ricostruirà il paese dopo la guerra. Il prete, Don Camillo (simbolo della DC) e poi Peppone (che invece è un comunista DOC ). Due parti di idee politiche opposte che si scontrano sempre ma che nei momenti di difficoltà invece si uniscono per trovare il bene del popolo.

Sembra quasi una parabola che andrebbe fatta visionare ai nostri politicanti odierni.

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