A Quando l'arte smuove gli animi

Quando l'arte smuove gli animi

CLOSING CEREMONY #CANNES66

Mentre nelle piazze della capitale francese prendono luogo contestazioni contro le leggi appena approvate a tutela delle coppie omosessuali, sul palco del Grand Théâtre Lumière di Cannes viene conferito il premio più prestigioso ad un film che racconta la storia d’amore tra due donne. È il regista franco-tunisino Abdellatif Kechiche, infatti, a ritirare la Palma d’Oro per “La vie d’Adèle – Chapitre 1 & 2”.

Ed è curioso osservare che anche alla Quinzaine des Réalisateurs abbia trionfato un film che tratta il tema dell’omosessualità, anche se certamente in un’ottica molto diversa rispetto a Kechiche. Guillaume Gallienne ottiene il premio SACD (limitato ai film francesi) e l’Art Cinema Award, assegnato dalla CICAE (Confédération Inernationale des Cinémas d’Art et d’Essai) per la sua opera prima “Les Garcons et Guillaume, à table!”.

E questi due film non sono gli unici in questa 66a edizione del Festival a concentrarsi su questo tema. Steven Soderbergh, infatti, ha presentato in concorso “Behind the Candelabra”, che racconta la storia del pianista Liberace, concentrandosi sulla sua relazione con il giovane Scott. Il regista statunitense, però, è tornato in patria senza ottenere premi. Dispiace soprattutto per Michael Douglas, la cui interpretazione avrebbe meritato un riconoscimento nel palmarès.

Alle luce di queste vicende, sorge spontanea una considerazione. Da sempre l’arte ha promosso e talvolta anticipato il progresso sociale. Nonostante la Giuria della Selezione Ufficiale abbia sottolineato che al premio a Kechiche non debba essere attribuito alcun significato politico, è evidente che il Festival di Cannes, in questa occasione, si sia impegnato a combattere quello che purtroppo per molti è ancora un tabù. E lo ha fatto con naturalezza, mostrando pellicole coraggiose e di alto livello.

Speriamo, allora, che il prossimo anno il Festival si prepari ad infrangere un altro tabù, accogliendo più registe donne nella Sélection officielle. Soltanto Valeria Bruni Tedeschi, in questa edizione, ha avuto l’onore di partecipare alla competizione principale con il suo film “Un Château en Italie”.

Di seguito elenco i premi conferiti durante la cerimonia di chiusura del Festival:

Palma d'Oro a LA VIE D’ADÈLE - CHAPITRE 1 & 2 (Blue Is The Warmest Colour) di Abdellatif KECHICHE con Adèle EXARCHOPOULOS e Léa SEYDOUX

Grand Prix a INSIDE LLEWYN DAVIS di Ethan COEN e Joel COEN

Miglior Regia ad Amat ESCALANTE per il film HELI

Premio della Giuria: SOSHITE CHICHI NI NARU (Like Father, Like Son / Tel Père, Tel Fils) di KORE-EDA Hirokazu

Miglior Sceneggiatura a JIA Zhangke per TIAN ZHU DING (A Touch Of Sin)

Miglior Attrice a Bérénice BEJO per LE PASSÉ (The Past) di Asghar FARHADI

Miglior Attore a Bruce DERN per NEBRASKA di Alexander PAYNE

Camera d’Oro a ILO ILO by Anthony CHEN (presentato alla Quinzaine des Réalisateurs)

Palma d’Oro per il Miglior Cortometraggio per SAFE di MOON Byoung-gon

Menzione speciale per la sezione cortometraggi a 37°4 S di Adriano VALERIO e HVALFJORDUR (Whale Valley / Le Fjord des Baleines) di Gudmundur Arnar GUDMUNDSSON ad ex-aequo

Fa piacere la menzione speciale riconosciuta ad Adriano Valerio per il suo cortometraggio “37°4 S”, secondo importante premio che l’Italia ottiene dopo il trionfo di “Salvo” di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza alla Semaine de la Critique, dove ha vinto i premi Nespresso Grand Prix e France 4 Discovery Award.

Anche Valeria Golino non è tornata in patria a mani vuote. La Giuria Ecumenica ha conferito una menzione speciale al suo film “Miele” ex aequo con “Like Father, Like Son” di Kore-Eda Hirokazu.

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.