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7/10

I Due Presidenti regia di Richard Loncraine

Biografico
recensione di Alessandro Pascale

Sviluppato in nove anni di storia, dal 1992 al 2001, viene raccontata l'amicizia tra i due capi di stato Bill Clinton e Tony Blair spaziando fra vita pubblica e privata, carisma e debolezze. Il tutto sullo sfondo di manovre politiche, guerre, scandali sessuali ed altri eventi dell'epoca.

Peccato perchè poteva valere qualcosa di più I due presidenti. L'idea di seguire la “coppia d'oro” Tony Blair-Bill Clinton negli anni in cui entrambi erano al potere rispettivamente come Primo Ministro Britannico e Presidente degli USA era infatti estremamente accattivante: andare a spulciare nella vita privata dei due, analizzare la relazione tra i due leader, ora improntata al rispetto e all'ammirazione (amicizia?) ora al litigio e all'abbandono (quasi una storia sentimentale di fatto) è già di per sé motivo di sicuro interesse.

Tutto molto intrigante insomma, per lo meno in teoria. Infatti l'inizio dell'opera promette benissimo partendo alla grande: si gioca con successo sull'umanizzazione di personaggi talmente importanti da diventare presto pezzi di libri di storia, e bisogna ammettere che occorre davvero sforzarsi per non trattenersi dal vedere un Clinton in panciolle sul letto a mangiare patatine e intanto guardare una mini-tv sulla pancia mentre viene redarguito dalla moglie Hillary. Stesso discorso per il piccolo grande Tony, inizialmente impacciato e guascone come un qualsiasi ragazzino al primo giorno di scuola. Particolarmente godibili quindi i piccoli episodi creati ad arte e sparsi qua e là con l'intento di far sorridere lo spettatore (impagabile il telefono buttato in faccia al presidente francese Chirac).

Il problema sorge quando l'opera devia dai suoi ritmi da commedia colta per deviare verso il biografismo più drammatico. L'operazione poteva ancora reggere per l'equilibrio con cui viene affrontata la vicenda del cosiddetto Sexgate (Monica Lewinsky...), ma diventa decisamente eccessiva e stonante nell'ultima parte dell'opera, quando si affronta la questione del Kosovo e della conseguente guerra contro la Jugoslavia di Milosevic.

Qui i toni enfatici, oratori, moraleggianti e politici prendono il sopravvento, lanciandosi in un'apologia retorica e senza contraddittorio della guerra come strumento di risoluzione dei conflitti. I due presidenti diventano due eroi, dipinti come due santi che decidono da soli di salvare il mondo senza nessun altro interesse che non sia quello morale. Commovente. A questo punto però, nel momento in cui si devia dall'ambito privato all'ambito pubblico-politico verrebbe da chiedersi come si faccia ad omettere tutta la struttura e la sovrastruttura che stanno dietro ai due potenti “missionari”: dove sono i partiti, le industrie, i parlamenti, gli interessi economici, politici, internazionali e via dicendo? Spariti. Rimangono solo due uomini al potere che salvano il mondo. Decisamente eccessiva come cosa...

Ultima nota sullo stile: non propriamente cinematografico, anzi piuttosto lineare ed elementare. La regia di Richard Loncraine si presenta quindi con un taglio televisivo quasi più prossimo alla fiction di classe che al cinema. Però lo fa con una certa accuratezza alla fotografia e alla pulizia delle riprese. Soprattutto il ritmo è ottimo e, complice la breve durata del film, non ci si annoia di certo. Ottima infine la prestazione dei due protagonisti Michael Sheen (che recupera lo smalto britannico mostrato in Il maledetto United) e Dennis Quaid (veterano che non ha bisogno di presentazioni). Non erano ruoli facili. Ne sono usciti ottimamente con carisma.

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 1 voto.
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alexmn 7/10

C Commenti

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alexmn (ha votato 7 questo film) alle 10:36 del 28 gennaio 2011 ha scritto:

davvero peccato..

opera senza infamia, ma nemmeno grandi lodi. concordo sul fatto che sia troppo televisivo, davvero ben curato però.

un'occasione mancata.

sarebbe bastato il ron howard di frost/nixon.