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6/10

Quando hai 17 anni regia di André Techiné

Sentimentale
recensione di Alessandro Giovannini

Sud-ovest francese: in un paesino montano si incontrano e scontrano le vite di due liceali: il bianco Damien, figlio di una dottoressa e di un militare, piccoloborghese, e Tom, magrebino adottato, figlio di fattori locali. In un misto di attrazione e repulsione reciproca, i due ragazzi si troveranno ad affrontare una convivenza forzata che intensificherà il loro rapporto.

André Techiné e la sceneggiatrice/regista Céline Sciamma realizzano un film che, nel rispetto della poetica di entrambi, è un classico racconto di formazione adolescenziale in chiave sentimentale, che si concentra sul rapporto di attrazione e repulsione fra i due protagonisti, e la scoperta del proprio sentimento reciproco, che passa attraverso un lungo e faticoso percorso di negazione e rifiuto reciproco per approdare alla tranquilla e gioiosa autoconsapevolezza. Un percorso che si presenta particolarmente traumatico per il magrebino Tom, colui che si dimostra più riottoso, refrattario e ostile alle profferte del più sincero e istintivo Damien, che sembra aver già maturato un percorso di consapevolezza interiore. Sullo sfondo, le vicende delle rispettive famiglie, il ceto sociale differente, la tranquillità famigliare di Damien che entra improvvisamente in crisi, e che spingerà Tom all'avvicinamento nei confronti del ragazzo. È in definitiva un film sulla ricerca di un equilibrio in un'età squilibrata in cui si cerca la definizione del sè. nulla di particolarmente nuovo in verità, e temi su cui il regista francese ha costruito alcuni dei suoi film più noti.

Sullo sfondo di una Francia provinciale, paesana e montana che raramente si vede al cinema, si instilla questo dramma sentimentale che in linea con altri film di Techiné va in scena lontano dalla grande città, luogo dell'adultità con tutti i suoi problemi, per instaurarsi invece nella campagna, luogo dell'infanzia e dell'adolescenza, anch'essa problematica ma caratterizzata da impulsi vitalistici, vibranti, frementi di energia. Belle prove attoriali da parte di tutto il cast e scrittura naturalistica assicurano lo scorrere fluido del film, i cui modi da cinema veritè appaiono  forse un po' vetusti, ma pur sempre efficaci. Rimane un sospetto di accademismo e di ricorsività nei temi trattati e nello sviluppo dell'intreccio, che di per sè non offre nulla di inedito e a volte eccede nel melò, senza risucire a strappare le lacrime che vorrebbe forse indurre nel pubblico. Asciugato da questi eccessi e decurtato dalle superflue parentesi semi-oniriche (i bagno notturni nel gelido lago montano) il risultato sarebbe forse apparso troppo scheletrico, ma un po' più genuino.

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