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7/10

Gameloading: Rise of Indies regia di Lester Francois, Anna Brady

Documentario
recensione di Alessandro Giovannini

Indagine sul sottobosco (ormai sempre più scoperto e diffuso) degli sviluppatori di videogiochi indipendenti, dove l'idea conta più dei milioni di dollari con cui le grandi software houses sfornano titoli cosiddetti "tripla A" ogni anno, battendo il ferro del successo facile, mentre minuscoli team o addirittura programmatori solitari concepiscono nuovi orizzonti di fruizione ed interpretazione del medium videoludico.

I due registi, fondatori dello StudioBento che produce il film, esplorano con questo documentario il più rilevante fenomeno dell'industria videoludica degli ultimi anni, ovvero la nascita degli indies, giochi (e di conseguenza software houses) creati al di fuori della grande industria delle majors (da Ubisoft a Konami, da Nintendo a Rockstar, da Sony a Blizzard...), con budget ridotti all'osso e con team di sviluppo costituiti da poche persone (quando non da un solo, nerdissimo programmatore). Gameloading si configura sostanzialmente come una serie di interviste: da un lato game designer di fama ormai mondiale come Jens Bergensten (creatore di Minecraft), dall'altro nuove brillanti menti del panorama indipendente, fra cui certamente spicca il geniale Davey Wreden, ideatore di The Stanley Parable, uno degli indies di maggior successo nonchè un gioco davvero in grado di innovare l'intera industria con il suo formidabile concept da meta-medium (un braccio di ferro tra il videogiocatore ed il narratore del gioco, che si può decidere di assecondare od osteggiare con esiti esilaranti).

Scorrazzando tra Europa e Stati Uniti, il documentario ha il merito, oltre che di mettere in luce la vitalità di un'industria culturale (oggigiorno è davvero troppo riduttivo etichettare il videogioco come mero entertainment) che non conosce crisi ed anzi offre sempre nuove opportunità di lavoro e crescita economica, anche di evidenziare alcuni fenomeni: il videogioco non è mai stato un medium così popolare come in quest'epoca, in cui i mobile games sono ormai capillarmente diffusi (e proprio i giochi per smartphone hanno rappresentato uno dei terreni più fertili per gli sviluppatori indipendenti); il videogioco è davvero terra di pionierismi per quanto riguarda l'arte elettronica contemporanea - lo dimostrano esperimenti come Soundself, che sembra una versione aggiornata degli esperimenti di cinema espanso con mezzi elettronici di quegli artisti degli anni '70 che sperimentavano inedite soluzioni visive per mezzo dei primi computer; molti di questi programmatori vengono da scuole di cinema e si sono solo successivamente rivolti all'industria del gaming trovandola più stimolante, sintomo sia della stretta correlazione tra queste due arti sia di una certa perdita di appeal del mezzo cinematografico nei giovani creativi, che preferiscono intrufolarsi in territori meno esplorati e quindi più ricchi di possibilità. In Italia il recente fioccare di case di sviluppo videoludiche ed il fiorire di esperimenti ancora in fieri ma estremamente interessanti sulla carta - il progetto RealGameTribù di affiancare ad un negozio di videogames una vera e propria scuola ed una software house, il sempre maggior numero di corsi universitari e pubblicazioni accademiche inerenti l'argomento videoludico, la nascita di numerosi canali Youtube specializzati in analisi critico/giornalistica del settore, ben lungi quindi da banali video di gameplay - rendono questo campo uno dei più meritevoli di attenzione. La visione di questo film può aiutare a creare consapevolezza in questo senso.

Il film si può acquistare sul sito www.gameloading.tv, ed è disponibile anche in svariati e-store (Steam, PSN...).

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