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R Recensione

10/10

Il Cacciatore regia di Michael Cimino

Drammatico
recensione di Andrea Brunelli

Pennsylvania, anni Settanta.

Michael (Robert De Niro), Nick (Christopher Walken), Steven (John Savage), Stanley (John Cazale), John (George Dzundza) sono un gruppo di amici che trascorrono semplicemente la loro vita, fra il lavoro in acciaieria, le bevute al solito bar e la grande passione per la caccia al cervo. I primi tre stanno per partire per il Vietnam e Steven deve anche sposarsi con una ragazza incinta di un altro…

Vincitore di 5 premi Oscar (miglior film, miglior regia, miglior attore non protagonista, miglior montaggio, miglior sonoro), The deer hunter è indubbiamente il capolavoro di Michael Cimino ed uno dei migliori film in assoluto della storia del cinema (almeno per chi scrive).

Il Vietnam è una delle ambientazioni più inflazionate della cinematografia statunitense degli ultimi 40 anni ma in questo caso è più che altro un espediente narrativo per seguire i cambiamenti che accadono in un gruppo di persone quando una tragedia ineluttabile si scatena con tutta la sua forza. Questa interpretazione può essere corroborata anche dalla totale mancanza di profondità dei personaggi vietnamiti, monodimensionali sia nelle loro azioni che nei loro discorsi (non tradotti), simbolo del male assoluto mentre i protagonisti sono descritti accuratamente e con molte sfumature : di sicuro sceneggiatori così attenti non potevano cambiare registro da una pagina all’altra del loro lavoro. Quando il film uscì, nel 1978, ci furono molte polemiche proprio sulla malvagità e sulle atrocità compiute dai vietcong (in particolare per le torture compiute sui soldati americani) ma in diverse occasioni lo stesso Cimino ha dichiarato che il suo intento non era quello di descrivere verosimilmente la guerra del Vietnam.

Il film, molto lungo (183 minuti), può essere diviso in tre parti:

1) La preparazione alla partenza, dove viene descritta in maniera molto credibile la vita in una piccola città industriale, dove tutto ruota attorno all’acciaieria. I nostri eroi sono americani “sui generis”, in quanto sono di origine russa e mantengono ben salde alcune tradizioni (la religione, i festeggiamenti per il matrimonio, i balli, alcune espressioni linguistiche) ma amano profondamente la loro patria, come dimostrano in alcuni discorsi e nella festa, dove campeggiano le foto dei tre soldati in partenza in mezzo alle bandiere a stelle e strisce e un grande striscione con scritto “Serving God and country proudly”.

2) La guerra vera e propria, il segmento più corto del film ma certamente quello più ricco di tensione e suspense. Non c’è l’addestramento, non c’è l’arrivo in Asia ma si parte subito con i tre protagonisti catturati e imprigionati in terribili gabbie per metà in acqua, dove subiscono la terribile atrocità della roulette russa.

3) Il ritorno a casa dove è palese l’effetto della guerra nei rapporti fra il reduce De Niro e i suoi amici che non sono partiti : i silenzi, le incomprensioni e le tensioni si sprecano, fino al ritorno a Saigon per il grandissimo finale. Il difficile reinserimento dei soldati sarà un tema molto inflazionato nel cinema degli anni Ottanta e Novanta.

L’opera di Cimino è eccellente sotto diversi punti di vista, a partire dagli aspetti meramente tecnici: sonoro, montaggio, scelta delle musiche, fotografia (di Vilmos Zsigmond) sono di altissimo livello. Le scene memorabili non si contano, come il coro sulle note di “I love you baby” (I can’t take my eyes off of you), le scene della roulette russa o la corsa di De Niro nudo e ubriaco nelle strade del paese, ma forse la sceneggiatura e le recitazioni sono i punti di forza.

I personaggi, come già detto, sono ben caratterizzati e psicologicamente vari. Su di tutti svetta Michael, l’anima filosofica del gruppo e il punto di riferimento degli altri amici, che si appoggiano a lui in ogni occasione. La sua forte amicizia con Nick è forse il tema centrale del film (per alcuni critici questo è il miglior film in assoluto sull'amicizia) e i dialoghi fra loro sono quelli maggiormente carichi di significato come la dottrina della caccia leale, con un unico colpo, in quanto il cervo non ha il fucile e ha diritto a fuggire.

Il punto di vista generale del film è anch’esso peculiare. Si passa da un inferno (il lavoro nell’acciaieria, fra fuoco, fiamme e calore) all’altro, e sono i più umili a rappresentare l’anima forte dell’America : di origine russa, operai, non fanno certamente parte di quella tipologia di eroi WASP di cui è ricco il cinema d’oltre oceano. La caccia e i suoi panorami d’alta montagna incantata si contrappone alla giungla umida del Vietnam e alla guerra in generale : da una parte la lealtà, dall’altra la follia degli uomini.

Infine gli attori. Straordinari De Niro e Walken (alla migliore interpretazione della carriera), ottimi John Savage, John Cazale (che non vedrà mai il film nella sale, gravemente malato morirà pochi giorni dopo il suo ultimo ciak) e Meryl Streep. Cimino sottopose il cast a grandi stress (ciak interminabili e ripetuti decine di volte, sistemazioni spartane etc.) e si vantò di non aver utilizzato controfigure per le scene più pericolose (come la caduta dall’elicottero, in cui le urla di De Niro e Savage sono reali). Questa tensione provocò alcuni piccoli inconvenienti e litigi fra gli attori, ad esempio lo sputo di Walken in faccia a De Niro non era previsto dalla sceneggiatura e fu una ripicca non molto gradita dal grande Bob.

In sintesi, una pellicola memorabile.

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Voto degli utenti: 9,2/10 in media su 6 voti.

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Peasyfloyd (ha votato 8 questo film) alle 16:54 del 16 febbraio 2011 ha scritto:

che dire di più? Memorabile la scena della roulette russa. Si stampa in testa e non esce più. A dirla tutta forse il film ha quella marcia in più proprio nella parte dedicata al Vietnam, mentre il resto ha qualche momento morto tenuto in piedi dalla bravura di De Niro. Ottima analisi cmq

dalvans (ha votato 9 questo film) alle 0:39 del 12 ottobre 2011 ha scritto:

Ottimo

Ottimo film