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6/10

Buoni a nulla regia di Gianni Di Gregorio

Commedia
recensione di Flavio De Cinti

Il povero Gianni è costantemente perseguitato da ingiustizie commesse da parte della ex moglie, dei colleghi, della pestifera vicina di casa anziana. Ad un certo punto però, Gianni decide che è arrivato il momento di reagire! Così, insieme al suo compagno di lavoro Marco - anche lui buono, gentile e indifeso, ma soprattutto vittima della bella collega Cinzia di cui è innamorato e a cui non sa dire mai no - decide finalmente di arrabbiarsi e imparare a farsi rispettare...

Elogio della mitezza e dei suoi limiti. Il terzo film di Gianni Di Gregorio, splendida mosca bianca del cinema italiano, è un interessante spunto di riflessione sull’arte della sopravvivenza nel mondo del lavoro e sull’importanza di farsi valere nella vita di tutti i giorni. Di Gregorio mette in scena con la solita ironia se stesso e il proprio mondo, ma allo stesso tempo tenta di discostarsi dalla Roma protagonista delle sue pellicole precedenti, spingendosi ben oltre le mura aureliane ed arrivando fino al “Sacro Gra”, necessaria cornice postmoderna delle vicende lavorative del protagonista. Un buon ritmo e diversi spunti divertenti caratterizzano in particolare le sequenze del traumatico ambientamento di Gianni nel nuovo ufficio/mondo, con momenti che portano quasi alla mente quel Play Time di "tatiana" memoria, e delle quotidiane difficoltà del protagonista nel rapportarsi con famiglia e vicinato. La svolta narrativa del film, che consiste nella reazione e conseguente rivalsa del protagonista, coincide con un vero e proprio cambio di direzione del lungometraggio. Il protagonista si sdoppia e il percorso di  Gianni si alterna e si lega indissolubilmente a quello del suo collega/alter ego Marco Mazzocca, vera e propria versione 2.0 del regista. La seconda parte della pellicola risulta di conseguenza più riflessiva e scarna, perdendo lo smalto iniziale e mostrando inevitabilmente il fianco; emerge in particolare una sceneggiatura troppo timida e non all’altezza della situazione, che non incide abbastanza e si affida troppo alle buone prestazioni dei propri attori. Restano l’ironia, i personaggi, le sequenze divertenti, il garbo, la sincerità dello sguardo disincantato di Gianni Di Gregorio e Di Gregorio stesso, personaggio che fa bene al cinema italiano e che riesce nell’impresa di far sembrare facile ciò che facile non è. "Buoni a nulla" è un film che, al netto di alcuni errori ed imperfezioni, con la propria leggerezza richiama da vicino sia un certo tipo di commedie d'oltralpe che alcuni lavori del primo Silvio Soldini o di Carlo Mazzacurati

Menzione speciale per il cast (in particolare Marco Messeri, solita garanzia) e per le partecipazioni di due mostri sacri come Ugo Gregoretti e Giovanna Cau (protagonisti di alcune delle scene più divertenti della pellicola).

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