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6/10

La Frode regia di Nicholas Jarecki

Thriller
recensione di Nicole Musto

Alla vigilia del suo 60esimo compleanno, Robert Miller, miliardario newyorchese, ha raggiunto l'apice del suo successo, ha una famiglia felice e possiede un cospicuo impero finanziario. Un tragico evento sconvolgerà la sua vita, riuscirà a proteggere ciò che ama?

La frode si addentra negli ambienti della finanza americana, un mondo in cui sesso, potere e denaro sono le nuove divinità a cui piegare il proprio destino, a cui tendere in maniera smodata, in virtù delle quali tutto è lecito e concesso. Così ha condotto la sua vita Robert Miller, il magnate protagonista, impersonato da un attempato ma comunque energico Richard Gere, il quale è riuscito a coniugare alla brillante carriera anche il successo familiare. La sua vita sembra perfetta, entusiasmante e appagante sotto ogni profilo, Robert Miller pare proprio uno di quegli uomini che ce l'ha fatta, ha realizzato tutte le sue ambizioni e raggiunto i suoi traguardi. Le crepe, però, emergono rapidamente nel corso della vicenda e ci si rende presto conto che tutto questo successo è merito di compromessi e decisioni in cui non c'è spazio per l'etica o la morale. E' un animo corrotto quello di Miller, disposto davvero a tutto pur di proteggere ciò che si è guadagnato nel tempo, la sua società, i suoi soldi, la sua immagine di uomo vincente, il rispetto e la stima degli altri. Persino davanti alla morte riesce a mantenere un atteggiamento lucido, freddo, affetto da deliri di onnipotenza, E' colmo di tracotanza, ritiene di essere intoccabile, di potersela cavare sempre con i mezzi a sua disposizione e compie ogni macchinazione da lui orchestrabile affinchè la sua vita e i suoi affetti siano al riparo da qualsiasi destabilizzazione. Ma Miller non è l'unico ad esserne colpito, anzi, il sistema ne pare totalmente contagiato, tanto che quando appare la Legge, incarnata dal detective Michael Bryer, anche qui ci troviamo di fronte a stratagemmi e falsità, messi in campo per ottenere sì giustizia, ma nel modo sbagliato. Ogni personaggio della pellicola agisce per ragioni giuste, ma compie azioni moralmente ed eticamente scorrette per arrivare al proprio scopo, diventa quindi impossibile, e probabilmente anche inutile, distinguere il buono e il cattivo; non esiste nel film una visione manichea del bene e del male, tutti coloro che prendono parte alla vicenda tendono a difendere se stessi, quindi agiscono nel loro più stretto interesse, cercando di mettere con le spalle al muro chi li ostacola. In questo scenario di corruzione e immoralità dilagante emerge un quadro cupo e degradante dell'essere umano, il compromesso si insinua in tutte le sfere della vita, da quella professionale a quella intima della famiglia e degli affetti, niente viene risparmiato, la sete di bramosia pare travolgere tutto, anche contro la volontà dei soggetti implicati, come se la degenerazione fosse inarrestabile. Coinvolgente e appassionante l'opera del regista e sceneggiatore Nicholas Jarecki, che si avvale per il suo debutto di un cast di alto livello: oltre al già citato Richard Gere ("Pretty Woman", "Ufficiale e gentiluomo", "American Gigolo", "Affari sporchi", "Se scappi ti sposo") impeccabile negli abiti del businessman, troviamo Susan Sarandon ("Thelma & Louise", "L'olio di Lorenzo", "Il cliente", "Dead Man Walking") nei panni di Ellen, moglie affettuosa e forte, compagna fedele di Miller fino a quando non vedrà minacciata la stabilità e il benessere della sua famiglia, Tim Roth ("Le Iene", "Pulp Fiction", "L'incredibile Hulk") interpreta in maniera esuberante e decisa l'ispettore Michael Bryer il quale tenterà in ogni modo di incastrare Robert Miller. Il film vede anche la partecipazione di Laetitia Casta ("Asterix & Obelix contro Cesare") nel ruolo di Julie Cote, la bella amante di Miller. La storia mette in scena in maniera piuttosto realistica, viste le ultime vicende contemporanee, i giochi di potere e le trame che regnano nell'ambiente della finanza, un mondo in cui niente e nessuno risulta pulito, la corruzione è strisciante e i valori e i legami affettivi appaiono distorti, considerati come un'estensione del proprio potere, pronti ad essere sacrificati in favore del denaro.

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Voto degli utenti: 6,7/10 in media su 3 voti.

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Alessio Colangelo (ha votato 5 questo film) alle 9:31 del 19 marzo 2013 ha scritto:

Un finale a dir poco imbarazzante, la solita interpretazione scarsa di Gere, un film che poteva esserci risparmiato nonostante alcune inquadrature siano ben fatte.

Gabrepa1990 (ha votato 8 questo film) alle 1:13 del 27 agosto 2013 ha scritto:

un film eccezionale una critica spietata della nostra società in cui chi ha il denaro riesce sempre a farla franca.