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6/10

Dear John regia di Hallstrom Lasse

Drammatico
recensione di Antonella Buzzi

John e Savannah si incontrano mentre lei è in vacanza e subito si innamorano. Ma lui è un soldato dell'esercito degli Stati Uniti e sta per completare il suo periodo di congedo

Ciò che è sorprendente - ma forse neanche troppo - è che Dear John in alcuni momenti mi ha emozionato.

Non fraintendetemi: il film non racconta niente di nuovo. Da un lato, abbiamo un soldato in guerra, dall'altro una donna che all'inizio lo aspetta e poi si stanca di aspettarlo. Tuttavia - forse sarà la regia di Lasse Hallstrom, che ha fatto anche dei buoni film (Buon compleanno, Mr Grape, Le regole della casa del sidro, Chocolat) - Dear John ha qualche aspetto che gli permette di raggiungere la sufficienza.

In primo luogo, il film non è infarcito di retorica nazionalista sulla guerra condotta dagli Stati Uniti in Iraq e in Afghanistan e in un film del genere sarebbe stato facile incontrarla. John (Channing Tatum) sceglie liberamente di arruolarsi dopo l'11 settembre, ma avrebbe potuto benissimo non farlo e nessuno lo avrebbe biasimato. Il giudizio sulle due guerre fortunatamente è completamente assente.

In secondo luogo, ho apprezzato particolarmente la figura del padre di John (Richard Jenkins), un uomo che soffre di un leggero autismo e che ciononostante ha cresciuto un figlio da solo, dopo l'abbandono della madre.

Bravi sia Richard Jenkins che Channing Tatum a rendere credibile un tale rapporto, che ben facilmente avrebbe potuto sfiorare il ridicolo. D'altronde, pur essendo il prototipo del belloccio americano, Channing Tatum ha un'espressività che non ci si aspetta, mentre Richard Jenkins è sempre magnifico in tutti i ruoli, purtroppo secondari, che gli affidano.

Stendiamo, invece, un velo pietoso su Amanda Seyfried, Savannah nel film, alla quale consiglio con profondo affetto di cambiare mestiere.

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