T Trailer

R Recensione

7/10

Rocknrolla regia di Guy Ritchie

Azione
recensione di Gabriele Maruti

Un intreccio di surreali traffici londinesi fra piccoli delinquenti intorno alla figura di Lenny Cole, abile gangster burattinaio in affari con un subdolo e superstizioso imprenditore russo.

Il fatto che Louise Veronica Ciccone, in arte Madonna, sia il male assoluto forse è qualcosa che potremmo dare per scontato anche solo ascoltando le sue canzoni, guardandola sul palco, osservandola destreggiarsi come camaleontica popstar fra le mode dei vari momenti, rifocillando il proprio conto in banca e la propria carriera fra paillettes e bicipiti antistupro ben in mostra. Ma c’è un livello successivo. Quello in cui Il Male intacca chi gli si accompagna.

Chiedetelo a Sean Penn, ex ribelle strafatto con potenzialità affogate fra alcool e bella vita, che una volta abbandonata il lussuoso baraccone ha rivisto la luce rivelandosi come uno degli attori di punta del cinema statunitense. 

Chiedetelo a Guy Ritchie.  

Il giorno in cui ho letto, contemporaneamente, che il signor Ciccone era in crisi con l’amata mogliettina e che era in lavorazione un film, Rocknrolla, nuovamente incentrato sui malfamati traffici di scalcagnati cockneys, beh... il mio cuore ha sobbalzato. 

In realtà guardando Rocknrolla la cosa più facile che viene in mente da dire è che Guy Ritchie fa sempre sempre sempre lo stesso film: Lock & Stock prima, Snatch poi. Ora arriva questa specie di figlioccio di quei promettenti inizi – ai tempi si parlava del “Tarantino inglese”, esagerando – che grazie a dio non ha niente del remake di Travolti da un Insolito Destino (un film talmente inguardabile che... appunto, non l’ho guardato) e prende in prestito giusto un paio di quelle visioni che rendevano visivamente affascinante il precedente Revolver (un’accozzaglia totalmente incomprensibile ma tecnicamente vicina a Gesù Cristo). E la trama è sempre quella: un boss che ringhia, due o tre ladruncoli tosti ma sfigatelli, un simpatico squilibrato con i pettorali in vista ed una bella serie di intrecci trafficoni da far girare la testa. 

Dati i presupposti più che prevedibili basterebbe dire che chi si accontenta gode.  

Perché Rocknrolla non è altro che puro intrattenimento gangster. Nessuna chiave di lettura, nessun sottotesto, nessuna implicazione filosofica. Guy Ritchie è soltanto una macchina da guerra che, seppur non funzionando sempre al 100%, è capace di gestire una situazione di vuoto mentale totale con un ritmo invidiabile. Tutto, a partire dal titolo, esiste per il semplice fatto di essere cool in un’atmosfera continuamente sopra le righe: gente strafatta di crack, capoccia pacati ma tremendi, umorismo omofobo, fook ad ogni frase (per questo è consigliata la visione in lingua originale), una contabile da sturbo e, soprattutto, un accendino a forma di revolver, con la conclusione che se esiste qualcosa di ancora più rock’n’roll che fare la rockstar, beh... quello è fare il gangster.  

Quindi fondamentalmente Rocknrolla non vuol dire niente. È un film vuoto, se vogliamo. Qualcosa che guardi, ti diverti, ti diverti tantissimo, ti esalti, ci rimani un po’ male per un finale moscetto, e poi se ne va. Magari non ti è rimasto nulla se non una serata passata bene. Perché se a tutto questo aggiungiamo un paio di sequenze memorabili come quella dell’inevitabile rapina, abbiamo il perfetto popcorn film cafone per tirare su una qualunque giornata di merda delle solite. E chi siamo noi per metterci contro il puro e semplice intrattenimento fatto bene? Siamo forse Madonna? Io spero di no. Anche perché intanto Travolti Dal Destino è ancora lì che aspetta di esser guardato. Aspetta. Aspetta. Aspetta e spera.

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 5 voti.
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1
alexmn 7/10

C Commenti

C'è un commento. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

Peasyfloyd (ha votato 7 questo film) alle 0:46 del 21 settembre 2010 ha scritto:

beh beh, direi che effettivamente Guy Ritchie è tornato ai livelli eccelsi degli esordi. Un gradino sotto i due classiconi che l'hanno reso famoso, però insomma, tra questo e Sherlock Holmes ha dimostrato di essere tornato in pista alla grande! E' vero che alla fine il giochino è sempre lo stesso, ma ne facesse altri cento di film così!