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8/10

The War. Il pianeta delle scimmie regia di Matt Reeves

Fantascienza
recensione di Alessandro Pascale

Cesare e la sua colonia sono coinvolti in una battaglia con un esercito di soldati umani. Quando le scimmie subiscono pesanti perdite, Cesare lotta istintivamente come se volesse vendicarsi della sua specie. La battaglia contrappone Cesare contro il leader degli umani, uno spietato colonnello, in un incontro che determinerà il destino della loro specie e il futuro della Terra.

 

Dopo Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie, Matt Reeves (già noto per Cloverfield) regala un film ancor più strettamente politico e avvincente. Questo nuovo capitolo appare infatti più che altro un pretesto per ragionare sull'aggressività della natura umana e sul tema dell'Altro, del Diverso. La metafora è presto a portata di mano, nel momento in cui le scimmie diventano un esercito partigiano che lotta per la propria salvezza dalla distruzione totale. L'elemento spettacolaristico non sta infatti solo nella nutrita serie di consueti effetti speciali ed in una cura certosina della fotografia e delle scenografie, ma anche nell'attualizzazione di una storia che si è vista molte volte nel XX secolo. Sull'orlo dell catastrofe umanitaria mondiale, la paura dell'Altro porta ad una spietata e lucida lotta per l'egemonia della specie umana sul nemico babbuino. La metafora è molto attuale e nell'epoca di Trump e dell'immigrazione planetaria di massa non può che porsi un parallelo tra la disperata lotta per la sopravvivenza delle scimmie e quella delle popolazioni del Terzo Mondo in fuga verso il mondo occidentale. Il paragone non vuole però certo essere razzista, tanto più che Reeves identifica totalmente il punto di vista “morale”, giusto e solidale nella politica e nelle azioni di Cesare, il leader delle scimmie. L'irrazionalità brutale e guerrafondaia sembrano però avere la meglio, incarnate al meglio da un Woody Harrelson strepitoso nei panni di uno spietato colonnello che diventa una via di mezzo tra il Kurtz di Apocalyse Now e le personalità storiche di Hitler e Mussolini. Anche in questo caso siamo di fronte ad un viaggio verso le passioni e i sentimenti più reconditi e feroci dell'animo umano, capace di organizzare uno spietato campo di concentramento condito da una manodopera animale ridotta in stato selvaggio e schiavile. La dimostrazione che un'altra strada sarebbe percorribile è offerta dalla bambina salvata da Cesare, capace di stringere un legame ricambiato di sincera amicizia, affetto e compartecipazione emotiva. La legge della Natura, unita ad un'ottica di denuncia morale ed antropologica (in senso hobbesiano) partorita da una sceneggiatura vibrante, decidono però diversamente, il che lascia da parte dell'Autore un messaggio di paradossale speranza misto a pessimismo storico: il genere umano si autodistruggerà se non sarà in grado di controllare le proprie pulsioni più barbariche, se arriverà cioè a comportarsi peggio perfino degli animali o, stando in metafora, dei più disperati. Questi ultimi invece tendono ad umanizzarsi proprio nel momento in cui riescono ad utilizzare la razionalità in senso aperto ed inclusivo al Prossimo, qualsiasi esso sia. È un film molto potente, quello di Matt Reeves, che può insegnare a milioni di adolescenti un messaggio di giustizia e libertà.   

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swansong (ha votato 5 questo film) alle 17:31 del 28 agosto 2017 ha scritto:

Nulla da dire sulla qualità degli effetti speciali (ma non l'ho trovato, da questo punto di vista, superiore ai precedenti). Per me è stato noiosissimo. Troppo lungo. Troppo citazionistico. Troppo "scimmiocentrico". Troppi sottotitoli. Meno avvincente dei precedenti nella trama, nello sviluppo della storia oltre che meno spettacolare. Senza ombra di dubbio il peggiore della trilogia.

Colonna sonora enfatica.

Delusione!