Apes Revolution - Il Pianeta Delle Scimmie regia di Matt Reeves
FantascienzaA distanza di anni dalla diffusione del virus che ha sterminato quasi tutta la razza umana, la tribù di Cesare è una comunità evoluta, autonoma e perfettamente organizzata che si trova a far fronte al clima di tensione instaurato da una spiacevole scoperta: una colonia di umani immuni all'epidemia si è stabilita nei pressi del territorio controllato dai primati, minacciandone l'armonia.
Potrà anche suonare strano parlare di umanità di fronte ad un film di guerra tra umani e scimmie, ma il sequel del già riuscito L'alba del pianeta delle scimmie offre allo spettatore una serie di toccanti esperienze, oltre che una buona dose di roboante azione. Il kolossal di Matt Reeves evita intelligentemente e fin dall'inizio di presentare un semplicistico scontro tra due fazioni dalle schematiche ambizioni, rinunciando persino a ritrarre per l'ennesima volta il confine tra il Bene e il Male: meriti e colpe vengono piuttosto (con)divisi tra uomo e animale, le ragioni e i torti di ognuno collidono in un complesso gioco ad incastro. Più che un messaggio ecologista o pacifista quindi, Reeves vuole sottolineare come "buono" e "cattivo" siano due termini usati spesso a sproposito: nessun personaggio del suo film fa infatti sempre la cosa giusta. Persino Cesare, eroe senza macchia nel precedente film, deve affrontare ora alcune scelte davvero difficili e moralmente ambigue. Il tutto si regge su una sceneggiatura di ferro (e finalmente potrete assistere ad un kolossal spettacolare attento a non sconfinare nel banale o, peggio ancora, nel ridicolo) oltre che su degli effetti speciali da Oscar che finalmente permettono alla motion capture di carpire ogni tipo di mimica facciale dell'attore. Parte del merito va però data allo specialista Andy Serkis, che dona al suo Cesare un senso comunitario e un tormento crescenti, mentre Koba, un traditore psicopatico evidentemente ispirato alla figura del colonnello Kurtz di Apocalypse Now, è protagonista di alcuni tra i momenti migliori e più folli del film, oltre a rappresentare meglio di tutti gli altri personaggi ciò che le azioni malvagie sono spesso in grado di plasmare.
La serie di personaggi azzeccatissimi e imperfetti culmina con un guerrigliero Gary Oldman, una personalità irrequieta che come Koba non riesce a perdonare chi gli ha tolto ogni cosa. Ma al centro rimangono i cuori di due famiglie alle prese con la gravità di ciò che succede dentro e fuori la loro comunità (azzardiamo a intravedere echi spielberghiani nel travagliato rapporto di Cesare con il figlio maggiore?), esseri umani e scimmie che combattono per un futuro migliore non dimenticandosi di valutare con attenzione le ragioni di chi è diverso da loro. Si tratta di un film che comprende una vasta gamma di emozioni: scene di tensione e momenti di meraviglia si mescolano travolgendo lo spettatore con una seconda parte sviluppata ai livelli di kolossal come Il Cavaliere Oscuro, con un livello di studio del comportamento delle scimmie affascinante e profondo, si vedano il linguaggio dei gesti usato per comunicare e la divisione dei ruoli all'interno della comunità di Cesare. Ammesso che non vi interessino l'anima e il sentimento e che preferiate guardare allo spettacolo fine a se stesso, la seconda parte del film contiene comunque scene girate appositamente per voi. Alcuni piani sequenza valgono da soli il prezzo del biglietto, come quello che vede Koba percorrere sopra un carro armato -su cui è posizionata una cinepresa fissa- l'intero campo di battaglia in cui uomini e primati pagano a caro prezzo le mosse tattiche dei propri superiori. Ci troviamo in sostanza di fronte ad un prodotto che offre un intrattenimento ristoratore in un'estate meteorologicamente e cinematograficamente disastrosa, con un'intelligenza e un ritmo difficilmente riscontrabili in altri film simili.
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