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7/10

Desconocido - Resa dei Conti regia di Dani De La Torre

Thriller
recensione di Alessandro Pascale

Carlos Luis Tosar è un ambizioso e stimato dirigente di banca, molto concentrato sulla propria carriera. Una mattina, a causa di un improvviso impegno lavorativo, decide di accompagnare personalmente i figli a scuola, mansione che generalmente è svolta dalla moglie Marta. Ma, appena salito in macchina, qualcosa non va e subito quella che doveva essere per lui giornata come le altre, diventa un incubo dalle conseguenze impensabili. Improvvisamente a bordo squilla un cellulare da cui, la voce fredda di uno sconosciuto gli intima di accreditare immediatamente un'ingente cifra di denaro sul suo conto. Se i soldi non dovessero arrivare nel tempo prestabilito, Carlos salterà in aria insieme ai suoi figli. Lo sconosciuto ricattatore, ha infatti posizionato sotto i loro sedili una bomba che potrà innescare in qualsiasi momento. Inizia, così, una folle corsa contro il tempo e contro un avversario invisibile che, però, sembra conoscere tutto di lui e non è intenzionato a dargli pace. Per salvarsi e salvare la sua famiglia Carlos deve essere disposto a perdere, in poche ore, tutto quello che ha, compresa la dignità di fronte ai suoi figli. Imprigionato tra due fuochi, da una parte il ricattatore e dall'altra la polizia che lo tallona credendolo il vero attentatore, Carlos dovrà cercare di mantenere i nervi saldi, rendendosi finalmente conto della crisi della sua famiglia e della propria disonestà.

È un'opera di notevole interesse quella del regista spagnolo esordiente Dani de la Torre. Desconocido è infatti un thriller il cui canovaccio di fondo non è così originale, ma che per le modalità del racconto e per le riflessioni socio-economiche merita attenzione. Non a caso il film si è imposto come una delle sorprese ai premi Goya del 2016, ottenendo svariate nominations e due vittorie (per montaggio e sonoro). Spicca soprattutto la prestazione di Luis Tosar, volto noto anche a livello internazionale del cinema spagnolo per le sue interpretazioni in film di successo come I lunedì al sole (2002), Cella 211 (2009) e Bed Time (2011). Il personaggio che interpreta nell'opera è infido: uno dei tanti grigi dipendenti in giacca e cravatta che parlano un linguaggio finanziario incomprensibile per la gente comune. La moralità e irreprensibilità etica del protagonista vengono lentamente svelate durante il raffronto con il terrorista che lo ricatta, tanto da far sfumare in una realtà assai più sfumata il concetto di violenza sociale. Ciò non toglie che la regia drammatizzi e mostri un'empatia maggiore sul dramma di Carlos, il banchiere senza scrupoli impersonato da Tosar, e della sua famiglia, tra cui spicca la prestazione della giovane Paula del Río nei panni della figlia di Carlos. Il dramma interiore cui è costretto con la forza lo obbliga ad un atto di svelamento morale e sociale che gli impone un profondo auto-pentimento sulle speculazioni da lui condotte con il beneplacito della propria banca. Dani de la Torre mostra quindi sia la violenza del terrorismo sia la sua matrice altrettanto criminale, non mancando di denunciare entrambe, seppur scegliendo un finale che non sembra punire in maniera paritaria i “criminali”.

L'opera impone insomma una serie di riflessioni non banali per lo spettatore medio spagnolo ed europeo, in un contesto temporale ancora gravemente afflitto da crisi economico-finanziarie turbolente per la tenuta sociale e psicologica delle frange più deboli della popolazione. Il tutto viene svolto in un intreccio costante con un solido impianto drammatico, una costante attenzione per l'evoluzione psicologica dei personaggi e una serie avvincente di colpi di scena inaspettati che garantiscono il mantenimento di una tensione elevata per tutta la durata dell'opera, nonostante qualche evidente calo e confusione sparsi qua e là.

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