A 3D, IMAX e digitale. Evoluzione dell alta definizione tra cinema e home-video

3D, IMAX e digitale. Evoluzione dell alta definizione tra cinema e home-video

Quella che segue è un'analisi sui cambiamenti che il cinema e l'home-video hanno subito e stanno subendo nel corso degli ultimi anni. Più che sui dettagli tecnici, di cui conosco solo sommariamente le linee guida, la mia riflessione vuole essere lo spunto di un semplice spettatore, un modesto e pignolo cinefilo che si schiera ormai da diverso tempo contro la superficiale teoria che dice "se un film è bello, qualunque sia il mezzo con cui lo guardi, sarà sempre bello".

Permettetemi di dire NO. C'è modo e modo di vedere un film, a maggior ragione che sia bello o addirittura un capolavoro inestimabile, va visto come Dio comanda, senza se e senza ma.

Parlando di cinema, è innegabile che i tempi dei vecchi proiettori, dei rulli e delle “pizze” stiano per finire...

Dopo aver assistito alla recente ritorno di Frankenstein Junior nelle sale, mi sono definitivamente convinto dei magnifici risultati raggiunti dai nuovi proiettori digitali, in grado di riportare a nuova vita pellicole con tanti anni sul groppone (i microdettagli, la grana e l'incredibile effetto b/n del film di Mel Brooks sono stati letteralmente esaltati).

Questi miglioramenti in molti casi si possono già avvertire con i blu-ray nelle nostre case ormai; ma mi sembra di capire che ancora il grande pubblico non abbia domestichezza con le evoluzioni che le sale cinematografiche stanno subendo, e conseguentemente non si renda conto di alcune cose che fanno la differenza:

la moda ossessiva del 3D stereoscopico e delle riconversioni getta la sua ombra sulle "semplici", ma ben più efficaci, proiezioni in 2k e 4k (il massimo standard raggiunto finora) in due dimensioni; esempi come The Social Network di David Fincher (girato con la Red Camera e proiettato in molte sale appunto in formato 4k) o le rimasterizzazioni digitali di grandi classici (Il Padrino e Ritorno al futuro, per citare le più recenti) hanno chiaramente dimostrato che la migliore esperienza visiva in sala non deriva affatto dal tridimensionale (spesso posticcio, e ingombrato oltretutto dalla scomoda presenza di occhialini che diminuiscono la luminosità dell'immagine), per quanto James Cameron possa avere da ridire.

Senza i problemi e le perdite di tempo legati all'utilizzo del 3D, che si tratti di stereoscopia o riconversione (in entrambi i casi non ancora perfezionati), registi come Michael Mann, David Lynch, David Fincher e George Lucas hanno fornito in questi anni prove ben più convincenti, grazie a film come Collateral, Public Enemies, Inland Empire, Star Wars III, The Social Network, dell'assoluta qualità raggiunta dal digitale.

Ma anche chi, come Chris Nolan e Quentin Tarantino, continua a difendere il valore della cara vecchia pellicola, ha raggiunto traguardi ammirevoli nella perfezione dell'immagine e nell'alta definizione, senza mai dover ricorrere a stratagemmi e artifici di sorta: con il recente The Dark Knight, Nolan ha utilizzato le cineprese IMAX, ottenendo, nelle 6 scene girate in questo formato, la migliore risoluzione possibile su pellicola (posso testimoniare in favore, avendo osservato stupefatto la resa superba di tali scene nel blu-ray), in grado di rivaleggiare con qualsiasi fotogramma digitale.

Gli schermi che proiettano i film in questo formato sono ancora poco diffusi, ma chi ha avuto la fortuna di vederli assicura di aver vissuto un'esperienza immersiva decisamente più coinvolgente del 3D: merito sicuramente degli schermi molto più grandi di quelli tradizionali (se non sbaglio si parla di dimensioni sei o sette volte maggiori), ma sopratutto del formato della pellicola, che da un classico 35mm passa ad un 70mm, fornendo quindi un'immagine che assume proporzioni molto più vicine al 4:3 che al recente 16:9. Il tutto senza perdere assolutamente definizione, anzi, con un dettaglio ed una risoluzione senza pari prima d'ora, anche perchè le sale IMAX proiettano comunque in digitale, quindi anche la visione di un film girato in pellicola viene esaltata in tutto il suo potenziale.

Quest'ultimo tra l'altro sta portando avanti un'ulteriore sfida, ovvero girare il suo prossimo film, The Dark Knight Rises, quasi interamente in IMAX, nella speranza che il formato prenda piede e si diffondano più sale in grado di gestirlo. Se l'arrivo nei cinema (e nelle case) del terzo e ultimo capitolo di Batman riuscirà a dare uno scossone e a far cambiare rotta all'attuale evoluzione degli schermi, dei formati e dell'home-video, lo sapremo solo tra qualche anno.

Io personalmente tifo per il regista inglese, uno dei pochi tra l’altro che si è opposto fermamente all’utilizzo delle tre dimensioni nei suoi film (negando le richieste dei suoi produttori), perché del “treddì”, se non si fosse capito, mi sono già ampiamente seccato.

Di riflesso, tutto ciò ci porta a disquisire della delicata situazione dell'home video, perchè il sottoscritto tra l'altro è un estimatore dei formati "full screen", più che dell'inflazionato widescreen 16:9. A parte il problema delle classiche "bande nere" cui dopo un po' ci si fa l'abitudine, non ho mai capito perchè oggigiorno non si possa usufruire dei nostri Tv Led e Plasma in tutta la loro grandezza; mi rendo conto che in questo campo sono i registi stessi che influiscono sul "trend", e dato che il 90% dei film è girato nel formato panoramico 2.35.1, i nuovi televisori immessi sul mercato, i "21.9", eliminano il problema delle bande nere "adattandosi" alla lunghezza del formato. Ma francamente queste nuove tv che dovrebbero "riprodurre" la sensazione cinematografica a me danno l'impressione di una fessura, di un rettangolo deformato che va a limitare di gran lunga l'esperienza immersiva, e a privare lo spettatore di un campo visivo molto più coinvolgente, nonchè più proporzionato e bilanciato, come il vecchio 1.85.1 o appunto 1.44.1 sperimentato con successo da Nolan. Senza contare che questi 21.9 ovviamente non saranno in grado di riprodurre correttamente film con formati diversi dal widescreen…

Allo stato delle cose è innegabile che la strada che stiamo percorrendo, con i nostri stessi piedi, conduce all'esatto opposto dell'alta definizione e del "cinema in casa". Già mi immagino un'allegra famiglia riunita sul divano, ognuno dotato dei propri occhialetti scuri, mentre osservano il loro nuovo tv 21.9, in tutta la sua aberrante sproporzione, che li delizia con foglie di Pandora e code dei Na'Vi che fuoriescono dallo schermo.

E il paradosso sapete qual'è? Che la rivoluzione, quella vera, è palesemente visibile e sotto gli occhi di tutti; l'alta definizione è lì davanti a noi, la possiamo toccare con mano... ma il punto è che questo FullHD che è sulla bocca di tutti già da qualche anno solo in pochi lo conoscono veramente e lo hanno assaporato come si deve.

I pochi sono quelli che non si fermano alle apparenze e che si sono resi conto che nel campo dell'home-video il blu-ray ha ormai settato lo standard definitivo della risoluzione video, permettendoci di godere della visione di un film al massimo delle sue potenzialità, quasi come se questi dischi portassero nei nostri salotti i negativi originali su cui sono stati girati.

In un mondo ideale di cinefili ed appassionati, l'adorazione per questo nuovo traguardo sarebbe totale e incondizionata. Ma in un'era in cui la gente preferisce guardare film in streaming, divx con qualità mediocre, o peggio ancora vergognose registrazioni effettuate con telecamera dentro un cinema (il tutto rigorosamente su blandi schermetti 15" del pc, o peggio ancora iPad, psp e quant'altro), purtroppo non c'è da meravigliarsi se il pubblico medio preferisce gli occhialetti e gli oggetti che escono dallo schermo alla bellezza e alla purezza dei fotogrammi in FullHD, o i monitor dei propri notebook piuttosto che il fascino e la meraviglia che solo lo schermo di un cinema può regalare.

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alexmn alle 13:00 del 16 giugno 2011 ha scritto:

articolo veramente molto interessante e ben scritto! concordo assolutamente sulla sola del 3D e soprattutto sulle riconversioni posticce..perchè comunque avatar visto in un cinema di valore (nella fattispecie l'arcadia di melzo) rendeva parecchio e non era buio. però il 3D non può essere la regola per i blockbuster..lode quindi a nolan, per questo e per il suo amore per la pellicola. lui e pfister riescono a tirar fuori una qualità davvero pari a quella dell'alta definizione digitale con però la qualità e il fascino della pellicola...a tutt'oggi non ho ancora visto una qualsiasi macchina digitale (anche con ottiche cinema, panavision o cooke che sia) avere la stessa pasta della pellicola nè la stessa latitudine di posa. time will see.

Slask, autore, alle 12:40 del 9 agosto 2011 ha scritto:

già

non posso che concordare io devo dire che non sono affatto contrario al digitale, perchè come ho spiegato nell'articolo ci sono cineasti che ormai lo padroneggiano egregiamente (inoltre se di recente anche pionieri come Roger Deakins si sono decisi a fare il grande passo, vuol dire che le premesse per una resa qualitativamente superba senza la perdita del fascino cinematografico può realmente esserci). L'importante è che lo scopo alla base sia sempre e sopratutto artistico, e che quindi il digitale non venga utilizzato solo perchè "è la nuova frontiera tecnologica", ma appunto perchè consente a determinati registi di esprimere meglio la loro arte.