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6/10

Cielo Di Piombo, ispettore Callaghan regia di James Fargo

Azione
recensione di Alessandro Pascale

Harry Callaghan, a causa dei suoi metodi "poco ortodossi", viene relegato dietro una scrivania: ha ucciso due rapinatori che avevano preso in ostaggio due donne. In ufficio ci sta per poco: dei terroristi, al comando dei quali c'è Bobby Maxwell un reduce del Vietnam, rubando armi all'esercito minacciano l'intera città e rapiscono il sindaco. Il poliziotto viene prontamente richiamato con una collega femminile, Kate Moore per sventare la minaccia. La donna inizialmente sembra solo di impiccio ma avrà un ruolo risolutivo nelle indagini.

Callaghan: Se lei mi permette io avrei da fare.

Cap. McKay: Non in questo reparto.

Callaghan: Come?

Cap. McKay: È stato trasferito al personale.

Callaghan: Al personale? Li ci mandi i deficienti.

Cap. McKay: Ho lavorato al personale per 10 anni!

Callaghan: Già...

Cielo di piombo è il terzo film della serie con l'Ispettore Callaghan, impersonato da un mitico Clint Eastwood, nel ruolo per lui storicamente più calzante dopo quello di pistolero che lo rese famoso negli anni '60.

Le prime due opere (Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo e Una 44 Magnum per l'ispettore Callaghan) mostravano un'accentuata dimensione politica nella sceneggiatura, mostrandosi complessivamente reazionaria la prima, assai “liberal” la seconda. Su questo fronte Cielo di piombo manca senz'altro sia della fresca e irriverente spigliatezza dell'esordio che dell'articolata e lucida critica al giustizialismo statalista del secondo.

James Fargo cerca di raccogliere comunque il testimone e affronta tematiche senz'altro d'attualità (la violenza terroristica strumentalmente classificata a scopi politici, l'emancipazione delle donna) ma in maniera macchiettistica e poco incisiva. Certo cambia molto avere come soggettisti e sceneggiatori personaggi del calibro di John Milius, Michael Cimino rispetto a gente pur rispettabile (ma, diciamocelo, sconosciuti...) come Gail Morgan HickmanS. W. Schurr, Stirling Silliphant e il solo Dean Riesner che aveva già collaborato all'esordio.

Maggiori responsabilità le ha Fargo in una regia senz'altro più appiattita rispetto a quelle dei maestri Don Siegel e Ted Post. La minore volontà sperimentatrice ed una fotografia più statica, accompagnandosi ad una minore tensione narrativa, rendono Cielo di piombo un'opera non certo imprescindibile e incapace di raggiungere le vette dei film precedenti. Per compensare ciò si aumentano i momenti umoristici dell'opera, concentrandosi sulla verve attoriale di Eastwood e sulla divertente dinamica che lo vede accoppiato in servizio con la prima ispettrice donna di San Francisco.

Quanto basta per rendere la visione gradevole e interessante, anche se sostanzialmente riassumibile nel classico motto “senza infamia e senza lode”.

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dalvans (ha votato 6 questo film) alle 17:25 del 21 ottobre 2011 ha scritto:

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