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6/10

Terra Nova (20th Century Fox Television, 2011)

Fantascienza
recensione di Andrea Grollino

Siamo nel 2149, anno in cui la vita sul pianeta Terra rischia di estinguersi per via dell'inquinamento e della sovrappopolazione. Durante l’esecuzione di alcuni esperimenti nucleari, gli scienziati scoprono una frattura spazio-temporale la quale in seguito verrà sfruttata per la costruzione di un portale di transizione tra il nostro piano e quello che porta dall’altra parte, ossia, una Terra preistorica, 85 milioni di anni nel passato. La famiglia Shannon (Jim, sua moglie Elisabeth e i tre figli Josh, Maddy e Zoe) si trasferisce con il decimo pellegrinaggio a Terra Nova, la colonia creata al di là del portale, dopo aver fatto evadere Jim dal carcere in cui era rinchiuso, reo d’aver generato una terza figlia in contravvenzione alle leggi sulla popolazione.

Una volta giunti dall’altra parte, si troveranno nella colonia Terra Nova, comandata da Nathaniel Taylor, il primo ad aver attraversato il portale. Taylor è sopravvissuto per i primi 118 giorni da solo ed è poi stato raggiunto da altri uomini con i quali ha iniziato la colonizzazione del nuovo mondo. Ha fatto arrivare a Terra Nova anche suo figlio che è però scomparso nella giungla.

Continua la serie degli “interrotti” e a quanto pare, ultimamente il numero di questi telefilm si sta preoccupantemente moltiplicando. In ogni caso, tralasciando le impressioni personali sulle mietiture televisive, andiamo a parlare di questo Terra Nova.

Ci troviamo davanti ad una produzione del monumentale Steven Spielberg, il quale, in questo caso, ha dimostrato che neanche gli dei del cinema come lui posso nulla contro l’industria televisiva … purtroppo. Spielberg ha avuto fiuto, su questo non si discute, perché fondamentalmente l’idea di fondo è abbastanza buona e da come le cose sono cominciate, la serie prometteva bene. Tuttavia, pare che i costi per la realizzazione si stavano gonfiando in modo eccessivo e sarebbe stato proprio il suddetto ampolloso imprevisto la causa di questa infausta decisione. Si avverte senza nessuna difficoltà la “mistura sceneggiativa”, per così dire, tra Stargate e Jurassic Park, e nonostante tutto si dimostra comunque funzionale ed efficace, considerando inoltre che nel pacchetto completo non c’è niente di veramente innovativo; ma oggi giorno, chi bada più ad avere idee nuove quando si può attingere dal passato.

Il cast vanta la presenza di un carismatico Stephen Lang (Nemico pubblico del 2009, Avatar, Conan The Barbarian del 2011) nella parte di Nathaniel Taylor che ricorda parecchio cattivone di Avatar ma è proprio questa vaga somiglianza a fare da collagene tra gli elementi della linea narrativa. Venendo alla trama non c’è granché da dire: i dialoghi sono abbastanza scorrevoli e la sceneggiatura si appoggia parecchio sul fronte complottistico con qualche spruzzatina di investigativo qua e là, dato che tutti gli abitanti della terra futura sono disposti a fare carte false per accaparrarsi la priorità di scaraventarsi nell’inferno cretaceo della terra passata dove la luna in cielo è più grande e la fauna è leggermente più aggressiva.

A conti fatti, bisgna considerare che questo genere di serie tv, solitamente, può prendere due strade definitive: o si chiude dopo la seconda stagione per mancanza di ascolti a causa della pochezza di contenuti, oppure dura più di cinque stagioni. Inutile dire che non è andata così, anche se per motivi differenti dal calo degli ascolti.

Personalmente ho gradito la serie. È leggera, si presta piuttosto bene nei confronti dello spettatore, sollevando qualche dramma di tipo etico che fa riflettere, ma non troppo. Per vedere cosa ha da offrire, ci sono 13 puntate che attendono di essere visionate da chi vuole vedere un lavoro di grafica e scenografia ben fatto, quindi buona visione.  

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