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R Recensione

7/10

The Idol regia di Hani Abu-Assad

Biografico
recensione di Pasquale D'Aiello

L'incredibile storia vera di un ragazzo di Gaza che, per inseguire il suo sogno, passa clandestinamente la frontiera con l'obiettivo di partecipare al programma televisivo Arab Idol. La sua vittoria e la sua voce sono diventate la speranza di un intero popolo.

Attraverso i suoi precedenti lavori Hani Abu-Assad si è impegnato nel definire una posizione di resistenza all'occupazione israeliana che non cada preda dell'autodistruzione. Se in Rana's wedding (2002) si denunciava il conservatorismo della società palestinese mantenendo uno sguardo ottimistico sui giovani, la speranza sembrava attenuarsi in Paradise now (2005), dove si scagliava con forza contro gli ingannevoli modelli di liberazione proposti dalle gerarchie religiose e con Omar (2013) in cui si denunciava lo sfinimento umano e morale che la condizione di occupazione induceva sui palestinesi, The idol (2015) sembra voler riannodare i fili della speranza spezzati dopo Rana's wedding. Sia attraverso il registro narrativo che arricchisce l'impianto drammatico con venature delicatamente brillanti sia attraverso lo sguardo che, pur senza perdere di vista la denuncia delle condizioni del popolo palestinese, passa da una dimensione puramente difensiva e muscolare nei confronti del nemico ad una più centrata su se stessi e di apertura verso il mondo esterno che non coincide più con il solo Israele. Si racconta la vera storia di Mohammed Assaf, un ragazzo della striscia di Gaza che è riuscito rocambolescamente ad uscire dalla prigione a cielo aperto che è la sua terra, per partecipare ad un talent musicale molto noto nei paesi arabi, Arab idol. La sua impresa è addirittura coronata dal successo finendo per diventare un simbolo per tutta la sua gente. Noi seguiamo la storia di Mohammed sin dalla sua infanzia che sebbene vissuta in una nazione perennemente in stato di guerra dove tutti beni scarseggiano, riesce a svolgersi con l'entusiasmo e la speranza che caratterizza i giochi di tutti i bambini. Il trascorrere degli anni porterà sofferenze e delusioni per il giovane protagonista e distruzione per la sua città che offrirà sfondi sempre più diroccati. La notorietà che il programma televisivo offrirà al giovane cantante palestinese farà di lui un simbolo per i suoi concittadini che lo festeggeranno come un eroe nazionale. Abu-Assad non si limita a raccontare la storia di questo ragazzo e a evidenziare il significato sociale della sua popolarità ma ne intravede anche un valore generazionale. Non sfugge, infatti, al regista che questo evento segna anche una trasformazione dei giovani palestinesi, di cui viene raccontata la normalità dei sogni che tendono a diventare sempre più simili a quelli occidentali, contemplando valori come successo e fama che prendono il posto della gloria e del rispetto che si tributa ai martiri e ai combattenti. Il regista ha individuato in questo evento collettivo un punto di svolta negli atteggiamenti dei palestinesi che, per un verso, mette in crisi le ideologie religiose che hanno sovrastrutturato la lotta per la libertà dall'altro evidenzia il rischio di un'omologazione culturale che potrebbe diluire la lotta per l'indipendenza. Si coglie questa dicotomia nella personalità del protagonista che, una volta divenuto famoso, si rende conto di essere inadeguato a rappresentare le grandi aspettative che la sua gente ripone in lui. Ma le speranze e la fiducia di Abu-Assad nelle risorse del suo popolo restano al di sopra dei timori. Evidentemente ne vuole cogliere il valore unificante che tale vittoria ha assunto per la gente di Gaza. The idol è un film totalmente palestinese, girato interamente a Gaza con troupe e maestranze del luogo. Un film lieve e commovente che prova a raccontare nuove forme di resistenza e di identità. Certamente negli entusiasmi che la vittoria di questo giovane cantante palestinese ha suscitato non ci sono le soluzioni al dramma palestinese ma si coglie l'orgoglio di un popolo che si sente un vero popolo anche se la sua terra non è riconosciuta come un vero stato.

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